Sorgerà in Ruanda il primo aeroporto per droni al mondo. Il paese dell’Africa Orientale ha dato il via al progetto pilota per la realizzazione di tre “Droneport”, la posa della prima pietra è prevista per il prossimo anno e si spera nel completamento entro il 2020. Grazie alla realizzazione dell’infrastruttura sarà possibile collegare quasi la metà della campagna ruandese fornendo grazie all’ausilio degli APR medicinali urgenti in aree di difficile accesso. Tra le proposte quella del celebre architetto britannico Norman Foster.
In Ruanda la tecnologia può salvare tante vite
Il Ruanda, devastato dal genocidio del 1994, si è rapidamente ripreso. Tra i paesi africani è quello che ha saputo meglio riformare la propria economia, registrando grazie al sostegno delle esportazioni di prodotti agricoli una crescita del PIL del 6%. Il governo è ora impegnato nell’introduzione di nuove tecnologie, e il potente presidente, Paul Kagame, desidera trasformare la capitale, Kigali, in un hub regionale per investitori e per le imprese multinazionali. Gli sforzi del governo hanno permesso di estendere la copertura mobile e internet su quasi tutto il territorio nazionale, ma permangono gli ostacoli che la natura ha imposto. Priva di accesso al mare e denominata “Terra delle mille colline”, il paesaggio del Ruanda è dominato da rilievi che spesso rendono difficile l’accesso ad alcune regioni. Con la realizzazione dell’infrastruttura e con l’introduzione dei droni il governo pensa di colmare i limiti determinati dal paesaggio e raggiungere comunità prive, per via dell’insufficienza delle arterie stradali, di collegamenti con i centri principali.
Il Droneport di Norman Foster
Il progetto per la realizzazione dell’aeroporto per droni porta la firma di Norman Foster, architetto ottantenne vincitore del premio Pulitzer, celebre per la costruzione del “Gherkin” e della “City Hall” di Londra. Attraverso il suo studio Foster + Partners e in collaborazione con Afrotech e l’École Polytechnique Fédérale di Losanna, Foster pensa alla realizzazione edifici simili a delle stazioni di servizio per l’atterraggio dei droni. Il Droneport comprenderà inoltre una clinica, un negozio per la fabbricazione digitale, una posta e un hub per l’eCommerce. Il progetto si presenta come un’evoluzione delle precedenti esperienze che hanno visto l’architetto ed il suo staff impegnato nella costruzioni di aeroporti e nella progettazione di costruzioni lunari in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea. Le successive fasi del progetto prevedono la realizzazione di 40 Droneports su tutto il territorio del Ruanda con l’idea di servire grazie agli APR anche paesi confinanti come il Congo.
I droni consentiranno una rivoluzione nelle infrastrutture
«L’Africa è un continente in cui il divario tra la crescita della popolazione e le infrastrutture sta crescendo in modo esponenziale. La scarsità di infrastrutture terrestri ha un impatto diretto sulla capacità di consegnare rifornimenti vitali, qualcosa di così fondamentale come il sangue non è sempre disponibile per il trattamento tempestivo. Abbiamo bisogno di soluzioni radicali, audaci immediate per affrontare questo problema» dichiara Norman Foster.
Secondo Foster + Partners, la diffusione dei droni cargo consentirà di compiere un “salto infrastrutturale”. La popolazione africana potrebbe raddoppiare entro il 2020 a 2,2 miliardi di abitanti, sarà necessario un investimento senza precedenti per la realizzazione di strade e ferrovie. I droni consentirebbero in questo caso non solo ad abbattere i costi ma ad aiutare circa i due terzi degli africani che ancora oggi abitano a più di due chilometri da una strada percorribile in tutte le stagioni.