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Eni For Expo Milano 2015

Expo Milano 2015: Eni per la sostenibilità in Africa

Expo Milano 2015, dopo le interminabili polemiche su quanti siano stati i visitatori, e sul conseguente successo o meno dell’esposizione universale Meneghina, è forse tempo di bilanci. Non tanto numerici quanto di contenuto. Per Expo2015, certo, ma anche per i tanti partner pubblici e privati della manifestazione. A Expo Milano 2015 in molti hanno declinato…

A Expo Milano 2015 in molti hanno declinato la loro idea di “feeding the planet”, anche chi solitamente non si occupa di cibo. E’ il caso di Eni, che per Expo 2015 ha scelto di essere official sponsor for Sustainability Activities in African country.

A spiegare la scelta di Eni per ExpoMilano2015 è Roberto Casula, Chief Development, Operations and Technology Officer di Eni, che è intervenuto ai seminari Expo “UN Ministerial Meeting” e a quello organizzato da Wame dal titolo “L’ accesso all’ energia in Africa”: “L’ Africa è ricca di gas ma anche particolarmente ricca di energie rinnovabili come il solare, hydro e le biomasse. Accesso all’accesso all’ energia significa non solo accesso all’ elettricità per le comunità, ma anche accesso all’ istruzione, all’acqua e alle strutture sanitarie. Eni sta sviluppando una serie di soluzioni capaci di dispiegare sistemi energetici su una scala piu’ larga che renda possibile l’utilizzo di tutte le risorse rinnovabili non solo il solare”

Eni è presente in Africa da oltre 60 anni, una presenza costante supportata da numerose attività a sostegno delle comunità locali. Anche per questo ha scelto di essere Official partner di Expo Milano 2015 for Sustainability Activities in African country.

L’attività di Eni in Africa non si ferma all’immaginabile campo d’azione, da anni ormai i programmi energetici del “Cane a sei zampe” sono supportati da programmi a lungo termine per lo sviluppo delle comunità locali. Oltre a iniziative dirette a garantire l’accesso all’energia, sono numerosi i progetti finanziati da Eni e da Eni Foundation per la tutela della salute, il sostegno all’istruzione, di promozione allo sviluppo socioeconomico e agricolo. Un rapporto sessantennale quello di Eni con l’Africa inerente anche al tema del “cibo”.

L’approccio di Eni

Quello tra Eni e Africa è un legame di lungo corso: nel 1953, a pochi mesi dalla nascita di Eni i geologi dell’Agip Mineraria arrivano in Somalia per avviare le prime ricerche petrolifere, ma è sotto la guida di Enrico Mattei che si avviano i primi rapporti stabili con gli attori locali da poco emancipatisi dal sistema coloniale. E’ Enrico Mattei a superare la formula del “fifty-fifty” imposta dalle major petrolifere, inaugurando un nuovo modello di rapporti che propone ai governi dei paesi africani di associarsi nella valorizzazione delle risorse petrolifere.

Da quel momento l’approccio dell’azienda verso i paesi ospitanti è rappresentato dall’immagine dual flag: il “cane a sei zampe” sventola a fianco alla bandiera locale su impianti e campi operativi, ma anche nelle città dove sono realizzati i progetti di sviluppo. L’approccio di Eni ha mirato da subito a intercettare alcune necessità primarie, tra tutte quella di stringere legami che portino rapidamente capitale alle economie africane stimolando lo sviluppo. Una formula di successo che mira a coinvolgere i Paesi attraverso la condivisione di know-how tecnologico, investendo in progetti infrastrutturali. L’impossibilità di accesso alle moderne forme di energia, in particolare nei Paesi Africani, costituisce un grave problema sociale, poiché spesso impedisce la fornitura di acqua pulita e cibo, di igiene e sanità, e riduce le opportunità di progresso. L’Africa sub-sahariana è, insieme a vaste aree del Sud Est asiatico, la regione del mondo in cui è più carente l’accesso all’energia moderna.

Sempre Roberto Casula spiega il perchè di queste scelte: “Un giusto approccio delle compagnie di Oil&Gas in Africa porta, oltre allo sviluppo delle economie locali, anche a una crescita del cosiddetto capitale umano. E l’impegno e le attività di Eni ne sono la prova. Il modello di cooperazione di Eni insiste, tra le altre cose, sul trasferimento di conoscenze e sullo sviluppo tecnologico; sullo sfruttamento del gas proveniente dalla produzione petrolifera per produrre energia per le imprese e le popolazioni locali; sulla sviluppo di progetti nel settore dell’agricoltura, nella sanità e nell’istruzione. Esempio concreto è dato dal progetto Hinda, con il quale in Congo 25mila persone di 22 villaggi di un’area dove si concentra l’estrazione di petrolio e gas hanno visto migliorate le proprie condizioni di vita attraverso programmi sanitari, d’istruzione e agricoli”.

Eni e Africa oggi

Eni opera in 16 paesi africani e conta su più di 11.500 addetti. L’Africa fornisce oltre la metà della produzione totale di greggio e gas naturale di Eni, che si conferma il principale operatore petrolifero internazionale nel continente con circa 900.000 barili al giorno di olio equivalente. Il Mozambico è il Paese a più elevato potenziale di sviluppo per il futuro. Con le recenti campagne esplorative, Eni ha infatti realizzato, nel complesso mozambicano di Mamba‐Coral, la più grande scoperte mai effettuata, stimata in oltre 2.300 miliardi di metri cubi di gas corrispondenti a più di 30 volte la domanda annua italiana. A ciò si aggiunge l’avvio del first oil in Angola che, nei prossimi anni, diventerà uno dei più importanti hub di petrolio e gas per le attività sub-sahariane della società. In Africa settentrionale, nonostante le crisi geopolitiche, la produzione dell’azienda è di
 circa 560mila boe al giorno. In particolare in Libia, uno dei Paesi a maggiore instabilità politica, la produzione si attesta attualmente intorno ai 300 mila boe al giorno, livello che dovrebbe confermarsi anche nel 2015.

Le iniziative di Eni per la sostenibilità in Africa

Eni è attiva nel promuovere lo sviluppo socioeconomico del benessere delle comunità collaborando con gli stakeholder locali. Da anni la società è impegnata in progetti per il miglioramento della salute, dell’educazione e delle condizioni socioeconomiche della popolazione.

In Ghana, nel gennaio 2015 Eni, insieme con Vitol e Ghana National Petroleum Corporation (GNPC), ha firmato con le autorità nazionali un accordo per procedere con lo sviluppo di un progetto integrato a olio e gas che garantirà l’energia necessaria a supportare la crescita economica del Paese.

In Congo attraverso il “Progetto Integrato Hinda” sono stati realizzati tre centri di salute, vaccinate 17.871 persone (tra cui 13.596 bambini da 0 a 11 mesi), edificate 9 scuole e costruiti 21 pozzi.

In Mozambico sono in corso diversi progetti finalizzati a migliorare le condizioni di vita e il benessere delle comunità locali e promuovere uno sviluppo socioeconomico. Il “Water programme”, condotto in collaborazione con il Serviço Distrital de Planeamento e Infraestruturas (SDPI) e l’Administração de Infra‐Estruturas de Água e Saneamento (AIAS), mira a migliorare le condizioni di vita e di salute della popolazione dell’area di Palma attraverso un accesso sostenibile e duraturo all’acqua potabile, con un target di circa 4.000 persone.

L’impegno di Eni Foundation per l’Africa

Dal 2006 l’attività di sostegno di Eni alle comunità locali è supportata dalla Eni Foundation, la fondazione ha varato nell’ultimo decennio importanti programmi di vaccinazione contro le principali malattie. In Ghana, Mozambico, Congo e Angola sono stati finanziati progetti volti alla riduzione della mortalità infantile, al miglioramento della salute materna, all’estensione dei servizi sanitari di base e alla formazione del personale medico e alla lotta alla trasmissione dell’HIV.

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