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Adobe

Adobe inciampa sulla sicurezza: esposti i dati di 7,5 milioni di utenti

Adobe inciampa nuovamente sulla sicurezza dei propri utenti. Tutti i dettagli

Adobe inciampa nuovamente sulla sicurezza dei propri utenti. Dopo l’incidente del 2013, quando un attacco hacker si era concluso con il furto delle credenziali e delle password criptate di 38 milioni di iscritti – attacco causato banalmente da un server mal configurato -, ora una nuova falla avrebbe esposto i dati di 7,5 milioni di account.

LA NUOVA FALLA DI ADOBE

A confermare la nuova vulnerabilità la stessa Adobe: “Il problema – ha detto in un post l’azienda – non è collegato né ha influito sul funzionamento di alcun prodotto o servizio di Adobe. Stiamo rivedendo i nostri processi di sviluppo per aiutare a prevenire che in futuro si verifichi ancora un problema simile”. Questo è quanto diramato dopo che una fonte informata dei fatti aveva rivelato, tramite i media statunitensi, che lo scorso 19 ottobre era stata scoperta una breccia presente già da tempo. In un primo momento Adobe si era limitata a dichiarare di avere predisposto la messa offline di un database contenente gli indirizzi email dei clienti.

IL DANNO

La vulnerabilità, una banale esposizione di dati senza protezione, riguarderebbe gli account della suite Adobe Creative Cloud. Non un attacco malevolo, dunque, ma un problema nato dall’utilizzo di un database per lo stoccaggio dei dati non protetto. Rispetto al 2013, si tratterebbe di un danno di gran lunga inferiore ma sarebbero stati comunque esposti i dati di 7,5 milioni di utenti (niente carte di credito, ma user e indirizzi e-mail). Per la precisione, secondo quanto riportato da un’altra fonte, individuata come un esperto di sicurezza, a finire in chiaro i database riguardanti il seriale alfanumerico di identificazione, la nazionalità, lo stato dei pagamenti e ulteriori campi dedicati esclusivamente ai dipendenti Adobe.

I RISCHI

Anche se la compagnia ribadisce che la falla non ha messo alla luce dati relativi a password e carte di credito e materialmente quanto avvenuto non può dirsi frutto di attacchi hacker, i dati finiti online possono diventare una fonte preziosa per i malintenzionati ed esporre gli utenti coinvolti al rischio di un phishing mirato e credibile, aumentando il pericolo di truffe dai contorni verosimili.

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