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Smartphone 5g

5G, cosa chiedono Tim, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e Open Fiber al governo

Che cosa emerge dalle audizioni parlamentari di Tim, Vodafone, Fastweb, Open Fiber Wind Tre e Iliad: le richieste al governo per uno sviluppo veloce (e senza ostacoli) del 5G

 

Dalla didattica a distanza al telelavoro, dalle conference call alle videochiamate con gli amici: il digitale ha avuto un ruolo da protagonista in pieno lockdown e avrà un ruolo sempre più centrale nella vita di tutti i giorni.

È per questo che Tim, Vodafone, Wind Tre, Iliad ed Open Fiber, nell’audizione sull’attuazione della direttiva Ue con il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche in commissione Politiche Ue del Senato, chiedono al Governo di eliminare burocrazie e vincoli per lo sviluppo del 5G in Italia. Tutti i dettagli.

TIM: MENO VINCOLI BUROCRATICI

Per una diffusione veloce sul territorio nazionale di Internet 5G, Tim, in commissione Politiche Ue del Senato chiede al Governo di non porre “troppi vincoli burocratici” e di non rallentare “troppo l’attività burocratica di autorizzazione degli investimenti perché se no tutta la filiera finisce per incepparsi”.

TIM: ITALIA IN SVANTAGGIO

Per Tim, infatti, non c’è tempo da perdere: in Italia, sostiene l’azienda, “partiamo in totale svantaggio, con limiti elettromagnetici che sono di molte volte inferiori a quelli europei”.

E sullo sviluppo delle infrastrutture, Tim sostiene che “aver omesso il sistema del coinvestimento come modello è un errore da correggere perché in realtà quello è il modello principale”.

VODAFONE: RIMANDARE IL PAGAMENTO DELLE RATE ASTA

Richieste al Governo, sul fronte 5G, arrivano anche da Vodafone. Secondo Romano Righetti, per tutelare gli investimenti delle società di telecomunicazione lo Stato dovrebbe “in questo nuovo ma oggettivo contesto” rivedere “i termini attualmente indicati per l’adempimento degli obblighi di copertura previsti dall’asta 5G introducendo un loro differimento temporale di un anno rispetto a quanto originariamente stabilito” e applicare “un medesimo rilassamento (1 anno) dei termini per il versamento delle rate residue degli importi offerti in asta”.

VODAFONE: RIVEDERE GESTIONE DIRITTI D’USO FREQUENZE

Non solo. Vodafone chiede “un approccio nuovo nella gestione da parte dello Stato per il rinnovo dei diritti d’uso delle frequenze a condizioni economiche che considerino che una diversa allocazione delle limitate risorse finanziarie che saranno nella disponibilità degli operatori sarebbe più efficace se destinata alla realizzazione di reti di telecomunicazioni ancor più efficienti e resilienti piuttosto che alla copertura di onerosi contributi”.

“Sarebbe sicuramente una innovazione nel superiore interesse della società e lo Stato ne trarrebbe senz’altro un vantaggio indiretto ma enormemente più grande”, aggiunge Vodafone.

FASTWEB: AVANTI CON I VOUCHER

Se c’è una decisione di destinare dei voucher (per la banda ultra larga, ndr) siamo convinti dovrebbero essere destinati a due segmenti: piccole e medie imprese, che sono il tessuto produttivo del paese e hanno bisogno di accelerare su questi processi di trasformazione digitale; e famiglie che hanno oggettive difficoltà a sostenere i costi degli abbonamenti”. E’ quanto ha sostenuto il rappresentante di Fastweb, Lisa Di Feliciantonio, durante un’audizione in commissione Politiche Ue del Senato, sulla legge di delegazione europea 2019. In questo periodo di emergenza da Coronavirus “sta aumentato in maniera straordinaria la richiesta di connessioni alla rete fissa”, aggiunge Di Feliciantonio, spiegando che Fastweb “tra marzo e aprile ha registrato un aumento del 40% delle richieste di connessione rispetto a gennaio e febbraio”. La responsabile Public Affairs and Media Relations di Fastweb ricorda che in Italia “il 40% delle famiglie ha una connessione alla rete fissa, rappresentando un’anomalia in Europa”. E’ dunque arrivato il momento di “accelerare e agevolare il processo di digitalizzazione”, nel quale “il 5G giocherà un ruolo straordinario”.

WIND TRE: NECESSARIO ARMONIZZARE REGOLE

In auduiione, Wind Tre ha chiesto, per uno sviluppo del 5G in Italia, che “nella fase di recepimento del Codice europeo, ci sia un’armonizzazione del quadro delle regole sul territorio”, senza la quale “si rischia di creare maggiori differenze” tra le diverse aree del paese, secondo quanto dichiarato da Roberto Basso.

WIND TRE: ANCORA TROPPA BUROCRAZIA

“Lo sviluppo delle reti 5G è una garanzia di sviluppo del paese”, ma la “burocrazia multi-livello” rappresenta un ostacolo all’innovazione.

“Un altro elemento di ostacolo riguarda i limiti alle emissioni di frequenze elettromagnetiche che in Italia sono molto inferiori rispetto a quelli europei, già considerati cautelativi”, sostiene Wind Tre, facendo eco su questi argomenti a Tim.

WIND TRE: ATTEGGIAMENTO OSTILE DEI COMUNI

Basso, oltre alla troppa burocrazia, lamenta sul fronte dello sviluppo del 5G un “atteggiamento ostile di più di 200 comuni che hanno adottato provvedimenti che impediranno a 1,2 milioni di italiani di accedere alle reti ad alte prestazioni”.

ILIAD: TEMPI CERTI PER LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE

Anche la neoentrata sul mercato mobile, Iliad, ha delle precise richieste: per lo sviluppo delle infrastrutture è necessaria una “normativa unica, snella e dai tempi certi”, sottolinea l’amministratore delegato di Iliad Italia, Benedetto Levi.

Attualmente, per Iliad ci sono “difformità nelle tempistiche e nei requisiti fra Regioni e anche fra città”.

ILIAD: GOVERNO FACCIA LUCE SU FAKE NEWS SULLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE

Benedetto Levi ha poi sollevato un ulteriore problema: le fake news intorno alle emissioni elettromagnetiche (qui un approfondimento di Start Magazine). Il Governo, per Iliad, dovrebbe “chiarire il dibattito sul 5G e le emissioni elettromagnetiche”.

Le numerose fake news intorno all’argomento stanno portando alla “adozione di provvedimenti locali ingiustificatamente restrittivi”, sostiene Levi.

OPEN FIBER: SERVE MIGRAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PREESISTENTI

Ascoltata in audizione anche Open Fiber, l’azienda controllata da Enel e Cassa Deposi e Prestiti. “La fase emergenziale ha dato evidenza della necessità di garantire a tutti i cittadini ed a tutte le imprese accessi performanti ad altissima capacità nel più breve tempo possibile”, sostiene Open Fiber, che chiede, al Governo, sul fronte dell’infrastruttura fissa di “ridefinire rapidamente le caratteristiche del servizio universale” relativamente alla velocità del servizio ad Internet, “da considerare – specifica Open Fiber – adeguata ai fini della partecipazione alla vita economica, politica e sociale del Paese” e alla necessità di distinguere tra obblighi relativi all’infrastruttura ed obblighi relativi al servizio.

L’azienda della fibra chiede inoltre “celere e precisa mappatura geografica delle reti” e “un’accelerazione della migrazione dalle infrastrutture preesistenti”, ovvero lo switch off della rete in rame.

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