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Nexi, che succede in Bassilichi? Fatti e scenari sui sistemi di pagamento

Tutte le ultime novità sulla società Bassilichi (gruppo Nexi) tra riunioni ministeriali, accordi sindacali, rumors e conti

Che cosa succede in casa di Nexi? Davvero anche a livello governativo c’è chi pensa a un campione nazionale fra Nexi e Sia per i sistemi di pagamento imperniato dal punto di vista azionario in Cdp?

Sono le domande che si pongono da giorni addetti ai lavori e investitori.

Mentre si rincorrono rumors e dietrofront (come quello di Poste Italiane su Sia per il no delle banche e anche dell’esecutivo), da un verbale del ministero dello Sviluppo economico traspare un clima di incertezza sul futuro di una parte Bassilichi, controllata del gruppo Nexi.

Lo scorso ottobre c’è stato infatti al dicastero retto da Luigi Di Maio un incontro sulla “situazione delle società Bassilichi e Consorzio Triveneto (gruppo  Nexi)” richiesto dai sindacati per la “verifica del rispetto degli impegni assunti nell’accordo quadro sottoscritto in Regione Toscana nel giugno 2018”.

Le società controllate da Bassilichi e comprese nel perimetro Nexi sono: Consorzio Triveneto, Moneynet, BassmArt, BassilichiCEE e ArsBlue.

Oggetto dell’incontro al ministero di via Molise? “Affrontare il trasferimento ex art 47 dei rami d’azienda dell’Interaction Center di Bassilichi e di Consorzio Triveneto in PayCare”, società che fa sempre parte del gruppo Nexi.

“L’azienda Nexi – si legge nel verbale del Mise – garantirà commesse Nexi o di terze parti per 36  mesi dall’ingresso del potenziale acquirente in posizione maggioritaria, sufficienti  a saturare il 100% dell’organico in forza alla data di ingresso del nuovo socio/acquirente”.

Bassilichi – è scritto sul sito dell’azienda – è “uno dei principali operatori nel mercato dei payments, rivolgendosi al mercato B2B (banche, aziende e pubblica amministrazione) e a quello dei Merchant (B2M)”.

Con sede principale a Firenze, la controllata di Nexi ha filiali e centri di competenza a Bologna, Milano, Padova, Palermo, Roma, Sassari, Siena e, all’estero a Belgrado, Podgorika e Banja Luka.

Nel dicembre 2016 fu firmato un accordo per la cessione del 100% delle azioni di Bassilichi al colosso della monetica ICBPI (Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, poi confluito in Nexi), per un valore complessivo di 230 milioni di euro.

I fratelli Marco (presidente) e Leonardo (amministratore delegato) di Bassilichi, che insieme detenevano il 24,3% dell’azienda, parlarono della necessità di garantire una scala dimensionale più ampia a questa realtà e anticipano senza mezzi termini che “l’obiettivo è l’Europa. Il sistema va rafforzato. Noi siamo grandi nel nostro territorio ma oggi la competizione si gioca a livello internazionale e bisogna essere in grado di competere con le armi giuste”.

Tra i sindacalisti del gruppo Nexi sta passando di mano in mano il bilancio di Bassilichi che indica una perdita di 80 milioni di euro nel 2017.

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