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Binance Hacker

Anche il Giappone dichiara guerra al Bitcoin. E chiude Binance

Il Giappone si prepara a bloccare le operazioni di Binance, il più grande exchange di criptovalute al mondo. Articolo di Giusy Caretto Ancora cattive notizie per il Bitcoin e per le criptovalute in generale. Dopo Corea del Sud, Cina, Facebook, Google e Twitter, anche l’Autorità finanziaria giapponese (Fsa) si schiera contro le monete digitali e…

Ancora cattive notizie per il Bitcoin e per le criptovalute in generale. Dopo Corea del Sud, Cina, Facebook, Google e Twitter, anche l’Autorità finanziaria giapponese (Fsa) si schiera contro le monete digitali e di prepara a bloccare le operazioni di Binance.

A spingere in senso l’Autorità anche la notizia dei numerosi furti da parte di hacker di criptomonete che potrebbero incentivare il mercato nero e il commercio di sostanze illegali.

COSA HA DECISO IL GIAPPONE

Secondo quanto scritto da Bloomberg, l’Agenzia per i servizi finanziari del Giappone starebbe per fermare le attività Binance, società con sede a Hong Kong ritenuta il più grande exchange di criptovalute al mondo, che sino ad oggi ha operato in Giappone senza la licenza concessa dalle autorità di quel paese. Il quotidiano Nikkei parla anche di una collaborazione tra l’Fsa e la Polizia per intentare una causa penale a carico dell’exchange.

La notizia sorprende e non poco gli addetti ai lavori: seppur ci si aspettava una regolamentazione sulle monete virtuali, è anche vero che non ci si aspettava una stretta così forte: il Giappone è uno dei Paesi più avanzati sul fronte dell’adozione e integrazione delle criptovalute. A spingere l’Autorità in questo senso sarà stato anche il grave furto di Nem avvenuto a fine gennaio 2018.

Secondo il racconto di Coincheck, un ladro non identificato nella notte di venerdì 28 gennaio ha rubato 523 milioni di monete NEM. I gettoni, nel momento del furto, erano scambiati a circa 94 centesimi di dollaro USA.

TROPPI FURTI DI CRIPTOMONETE

Quello avvenuto ad inizio 2018, però, è solo uno dei tanti furti di settore. Secondo i numeri del dipartimento di polizia del Paese, pubblicato il 22 marzo 2018, nel corso del 2017 in Giappone degli hacker sconosciuti hanno rubato criptovalute per 6,3 milioni di dollari, attraverso hacking diretto (149 furti), ovvero una violazione diretta dei “portafogli” virtuali successiva al furto di login e password.

UN ALLARME PERENNE

L’allerta è alta nel settore. Proprio qualche settimana fa, grazie all’intervento di Microsoft è stato sventato un attacco informatico ai computer di circa 400.000 utenti (292.000 russi). Il virus avrebbe utilizzato i pc per minare la criptovaluta Electróneum.

NON SOLO GIAPPONE

Il Giappone non è il solo in questa battaglia contro le criptomonete. Mentre Facebook, Google e Twitter hanno promesso di non rilasciare spazi pubblicati a messaggi che promuovevano uso di monete digitali e ICO, Cina e Corea del Sud sono spinte ben oltre.

Dal 30 gennaio sono entrate in vigore le nuove norme della Corea del Sud. Seul obbliga le banche locali a vietare operazioni provenienti da conti anonimi per il trading in criptovalute, con l’obiettivo di poter rendere tracciabili e trasparenti le transazioni e mettere un freno al riciclaggio e alle attività criminali, oltre che alla speculazione e all’evasione fiscale. Come spiegato dal vice presidente della Financial Services Commission coreana, Kim Yong-beom, Seul impone il divieto di trading per i residenti all’estero che non hanno conti correnti bancari in Corea e per i minori di 19 anni. Pechino, invece, ha deciso di boccare i siti web che consentono di fare trading e di raccogliere fondi mediante criptovalute.

Restando sul fronte asiatico, anche l’India sarebbe pronta a mettere al bando il Bitcoin e tutte le altre criptomonete, così come annunciato dal ministro delle Finanze Arun Jaitley. “Il governo considera le criptomente illegali e prenderà tutte le misure per vietare l’uso di queste per il finanziamento di attività illecite o come strumento di pagamento”, ha detto Arun Jaitley, Giovedi 1 febbraio, nel suo discorso sulle previsioni di Bilancio 2018.

Anche Usa ed Europa sono a lavoro per una regolamentazione della materia.

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