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Acciaio, ecco quali saranno i paesi più colpiti dal raddoppio dei dazi di Trump

Per proteggere l'industria siderurgica nazionale, Trump ha annunciato il raddoppio dei dazi sull'acciaio e l'alluminio, che saliranno al 50 per cento. Il Canada, primo fornitore americano, sarà il paese più colpito, ma anche l'Unione europea è a rischio. Tutti i dettagli.

Venerdì 30 maggio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un aumento dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio, in vigore da marzo: saliranno dal 25 al 50 per cento.

COSA HA DETTO TRUMP

Il raddoppio delle tariffe “garantirà ulteriormente la sicurezza dell’industria siderurgica negli Stati Uniti”, ha detto Trump durante un comizio a Pittsburgh, in Pennsylvania, uno stato molto rilevante da un punto di vista politico perché la popolazione non è schierata nettamente né con il Partito repubblicano né con quello democratico. Più precisamente, il presidente ha tenuto un discorso all’acciaieria Mon Valley Works di Us Steel, uno dei simboli della perduta potenza manifatturiera americana e della conseguente decadenza della ex-Steel Belt, oggi nota infatti come Rust Belt.

Trump ha anche parlato dell’accordo tra il gruppo siderurgico giapponese Nippon Steel e l’azienda americana Us Steel: il primo sta cercando di acquisire la seconda da più di un anno, ma ha incontrato molte resistenze politiche; nei giorni scorsi, però, ha annunciato un investimento da 14 miliardi di dollari nelle operazioni di Us Steel che Trump ha giudicato positivo per l’occupazione.

L’EUROPA È “PRONTA A IMPORRE CONTROMISURE”

Da un lato, l’annuncio dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio ha fatto crescere del 26 per cento le azioni della società siderurgica americana Cleveland-Cliffs, che potrebbe trarre vantaggio dalla misura; dall’altro, invece, diversi partner commerciali degli Stati Uniti – come il Canada, l’Australia e l’Unione europea – hanno criticato l’annuncio della Casa Bianca. “Questa decisione aggiunge ulteriore incertezza all’economia globale e aumenta i costi per i consumatori e le imprese su entrambe le sponde dell’Atlantico”, ha dichiarato sabato la Commissione europea, dicendosi “pronta a imporre contromisure”.

DA DOVE IMPORTANO ACCIAIO GLI STATI UNITI

Esclusa l’Unione europea, gli Stati Uniti sono i maggiori importatori di acciaio al mondo, con 26,2 milioni di tonnellate nel 2024. Di conseguenza, i dazi causeranno probabilmente un aumento dei prezzi dell’acciaio e dei prodotti derivati – dalle viti ai fili alle automobili – nel paese.

La maggior parte dell’acciaio importato dagli Stati Uniti arriva dal Nordamerica: il Canada è il primo fornitore in assoluto con 6,6 milioni di tonnellate nel 2024, mentre il Messico è valso 3,5 milioni di tonnellate.

Oltre a Canada e Messico, il raddoppio dei dazi sulle importazioni penalizzerà il Brasile (che l’anno scorso ha venduto oltre 4 milioni di tonnellate di acciaio agli Stati Uniti) e la Corea del sud (circa 3 milioni di tonnellate). Seguono, a distanza, il Vietnam, il Giappone, la Germania e Taiwan; dietro ancora ci sono i Paesi Bassi.

Per proteggersi dalle barriere commerciali, a marzo l’azienda sudcoreana Hyundai Steel ha fatto sapere che spenderà 5,8 miliardi di dollari per costruire un’acciaieria in Louisiana: i lavori partiranno nel 2026 e dovrebbero concludersi nel 2029.

Nel 2023 gli Stati Uniti hanno importato dall’Italia acciaio, alluminio e prodotti in ferro e acciaio per 2,7 miliardi di dollari: in quell’anno siamo stati il decimo maggiore fornitore dell’America, come si evince da un grafico realizzato dal Financial Times.

La Cina, invece, nonostante sia la maggiore produttrice ed esportatrice di acciaio al mondo, non sarà granché toccata dai dazi di Trump visto che – per effetto delle tariffe del 25 per cento imposte nel 2018 – invia quantità modeste della lega negli Stati Uniti: 508.000 tonnellate nel 2024, meno del 2 per cento delle importazioni totali americane.

E L’ALLUMINIO?

Quanto all’alluminio, gli Stati Uniti sono particolarmente dipendenti dalle importazioni perché la capacità produttiva nazionale è molto ridotta (vale appena l’1,7 per cento del totale globale).

All’incirca la metà di tutto l’alluminio utilizzato negli Stati Uniti è importato, soprattutto dal Canada, che con 3,2 milioni di tonnellate nel 2024 vale il doppio di tutti i nove fornitori successivi. Oltre che dal Canada, l’America si rifornisce di alluminio principalmente dagli Emirati Arabi Uniti (347.000 tonnellate) e dalla Cina (222.800 tonnellate).

IL RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA

Al di là della difficoltà di accesso al mercato statunitense, i dazi di Trump potrebbero rappresentare un grosso rischio per l’industria europea dell’acciaio perché potrebbero causare un massiccio riorientamento dei flussi commerciali. In altre parole, i volumi di acciaio che non raggiungeranno più gli Stati Uniti potrebbero riversarsi in massa nell’Unione europea, mettendo sotto stress i produttori locali, già alle prese con la sovraccapacità cinese che deprime i prezzi di vendita.
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