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Trivelle

Su air gun e trivelle il Movimento 5 Stelle lavora per il Medioevo e contro l’Italia

Il corsivo di Umberto Minopoli

Forse non è chiaro a Michele Emiliano, ai Verdi Italiani (ma esistono?), a Luigi Di Maio e al ministro Sergio Costa che il referendum sulle trivelle lo hanno perso, che la legge (Sblocca Italia) che regolava e disciplinava il settore è legge dello Stato e non è stata abrogata, che l’Italia ha sottoscritto, in base alle leggi, contratti e impegni di ricerca sulle risorse energetiche interne al nostro Paese, che la ricerca e lo sfruttamento di tali risorse è indispensabile per la nostra indipendenza e autonomia energetica e per abbassare in Italia il costo dell’energia, che tutto questo significa investimenti e lavoro nelle aree interessate.

Come su Tap, Ilva, Tav e opere i 5 Stelle hanno fatto promesse (ma il no Triv non è nemmeno nel contratto di governo) che non possono mantenere. Sono allo sbando col proprio elettorato nel Sud, deluso e in rivolta.

Cancellare i permessi per la ricerca petrolifera espone tra l’altro a penalità, rimborsi e risarcimenti per lo Stato.

Siamo alle solite: per combattere lo sfruttamento di risorse energetiche nazionali si colpisce la ricerca, la tecnologia e la scienza in generale. E’ ciò che fanno i cosiddetti ( sistono davvero? ) Verdi italiani quando confondono le trivellazioni (estrazione di gas o petrolio) da bacini marini individuati con la tecnica dell’Air Gun usata per fare indagini sul sottosuolo marino (ma anche a terra, ovviamente). Sono due cose diverse.

L’Air gun è la tecnica (non ce ne sono altre) usata dai geofisici per l’ispezione geosismica dei fondali marini. E’ quindi l’unica tecnica disponibile per sviluppare le conoscenze dell’interno della terra, dei movimenti della litosfera terrestre e di tutti i fenomeni connessi con le energie contenute nel sottosuolo marino. E con i fenomeni connessi (sismicità in primo luogo). Una cosa essenziale, come si vede, per la scienza: geologia, geosismicità, geodinamica, studio della tettonica ecc. Particolarmente importante nelle acque italiane che circondano territori sismici.

Per questo la scienza (Cnr, Ogs, Ingv, e Ispra) italiana ha sempre difeso l’Air gun. Fu la protesta degli organismi scientifici a costringere il governo precedente a non seguire i Verdi perché (nota di tutti gli enti di ricerca italiani) “vietare (legge sugli ecoreati) l’utilizzo dell’air-gun significa bloccare lo sviluppo delle conoscenze dell’interno della terra”.

L’Air gun è un dispositivo che spara aria compressa (a diverse atmosfere) in acqua producendo onde che si propagano nel fondale, vengono riflesse dagli strati della crosta terrestre e tornano ai rilevatori ( idrofoni) sulle navi di ricerca.

Analizzando le velocità delle onde attraverso i diversi sedimenti e rocce incontrati, è possibile ricostruire la stratigrafia del sottosuolo, i suoi contenuti (compresi i bacini di idrocarburi presenti) e riconoscere la conformazione del fondale marino e le sue ipotizzabili evoluzioni ( in primo luogo sismiche).

Un impatto ambientale esiste ed è ampiamente conosciuto, valutato e controllato dai ricercatori. Che seguono (vale per ogni tecnica di ricerca sull’ambiente terrestre) procedure di mitigazione sancite a livello internazionale  tra cui quelle del Joint Nature Conservation Committee). Prevedono una risposta a tutte le obiezioni avanzate dagli “ambientalisti”: il soft start, l’uso di energie ridotte nella fase iniziale, energie innocue per la fauna e che consente ad essa di allontanarsi dall’area.

Sulla nave di ricerca un’equipe di biologi controlla la presenza di cetacei o altri animali in superficie. Per il monitoraggio in profondità i ricercatori utilizzano un sistema acustico sensibile alle frequenze emesse dalla maggior parte dei cetacei. Nessuna attività di ricerca può iniziare se questi sono presenti nell’arco di 500 m dalla nave.

Tutti gli impulsi acustici ad alta pressione prodotti dall’air gun vengono misurati con dei valori soglia, riportati dall’European Association for Acquatic Mammals. Esiste infine un registro di specie e aree protette, e di zone e periodi di riproduzione. Negare l’uso di questa tecnica sarebbe un delitto nei confronti della ricerca in campo geofisico.

Non esistono altre tecniche in grado di dare informazioni fondamentali per la ricerca ambientale. Ora vedrete i fintoambientalisti No Triv concentreranno, come sempre, sulla scienza le loro campagne oscurantiste.

Per difendere l’ambiente occorre studiarlo e conoscerlo. Gli ambientalisti veri sono glinscienziati che lo studiano. Quelli finti sono i Verdi che fanno solo politica. E propongono il Medioevo.

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