TerraPower, l’azienda di tecnologie nucleari fondata da Bill Gates, ha firmato lunedì un accordo con ENEC, la compagnia nucleare statale emiratina, per lo sviluppo di reattori avanzati negli Emirati Arabi Uniti e nel mondo.
Il memorandum d’intesa non contiene progetti definiti, ma si inserisce in un contesto incoraggiante: da una parte, infatti, gli Emirati hanno intenzione di espandere la loro capacità nucleare; dall’altra, alla COP28 ventidue paesi (inclusi gli Emirati) hanno firmato una dichiarazione di sostegno all’energia atomica con l’obiettivo di favorirne la diffusione nel mondo.
Nei giorni scorsi, durante la COP28, Microsoft – un’altra società fondata sempre da Gates – ha annunciato una collaborazione con le Nazioni Unite per la creazione di piattaforma di intelligenza artificiale che aiuterà a tenere traccia dei progressi internazionali sulla riduzione delle emissioni.
IL CONTESTO
Gli Emirati Arabi Uniti, uno dei principali paesi produttori di petrolio e gas naturale, stanno “cercando un futuro per gli elettroni e le molecole pulite che saranno portate alla realtà dai reattori avanzati”, come detto dall’amministratore delegato di ENEC, Mohamed al Hammadi, durante la cerimonia di firma dell’accordo con TerraPower.
Ad oggi gli Emirati possiedono una centrale nucleare di tipo tradizionale, che ha iniziato a produrre elettricità nel 2020. TerraPower, invece, ha un progetto dimostrativo per un piccolo reattore modulare al sodio liquido in Wyoming, negli Stati Uniti: dovrebbe entrare in funzione nel 2030.
Il reattore avanzato di TerraPower, chiamato Natrium, è pensato per essere più piccolo e più semplice da costruire di quelli convenzionali, e anche più dinamico: vale a dire più rapido nella modulazione della produzione, in modo da poter affiancare i parchi rinnovabili e compensarne i cali nella generazione quando il meteo è avverso.
COSA PREVEDE L’ACCORDO TRA TERRAPOWER E GLI EMIRATI
Il memorandum tra TerraPower e gli Emirati Arabi Uniti riguarda lo studio dell’utilizzo dei reattori nucleari avanzati per lo stoccaggio in rete (Natrium è dotato di un sistema di accumulo a sali fusi) e per la fornitura di energia pulita da destinare alla produzione di idrogeno e alla decarbonizzazione delle industrie siderurgiche.
IL PROBLEMA DELL’URANIO
A complicare i piani emiratini potrebbe essere il fatto che i reattori Natrium di TerraPower hanno bisogno di un combustibile particolare, ad alta densità energetica e ad elevato arricchimento (fino al 20 per cento) chiamato HALEU, da High-Assay Low-Enriched Uranium. L’unico paese a commercializzare l’HALEU è la Russia, attraverso la compagnia statale Rosatom.
Il progetto di TerraPower in Wyoming ha subìto ritardi proprio per l’assenza di fornitori affidabili di HALEU, ma l’azienda pensa che gli Stati Uniti riusciranno a crearne una filiera domestica nel giro di una decina d’anni: l’azienda maggiormente coinvolta nella produzione di questo combustibile è Centrus Energy.