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Le cineserie green della nuova Commissione europea

Secondo la vicepresidente della Commissione Ue, Teresa Ribera, la transizione energetica globale è portata avanti dalle banche asiatiche, che finanziano le tecnologie pulite. La commissaria, però, ha detto anche di voler tutelare le "clean tech" europee dalla concorrenza cinese

Secondo Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione europea e commissaria alla Transizione ecologica, la transizione energetica globale è portata avanti, nel concreto, dall’Asia, principalmente dalla Cina. Durante un evento al Forum economico mondiale di Davos – intitolato A New Trilemma: Climate, Development, and Middle Class –  Ribera ha detto che “molte delle tecnologie pulite sono finanziate da banche non occidentali”. Con tecnologie pulite, o clean tech, ci si riferisce a tutte quelle tecnologie utili all’attuazione concreta della transizione ecologica, come i pannelli solari, le turbine eoliche o le batterie.

IL RUOLO DELLE BANCHE

La commissaria, come riporta Eunews, ha dunque suggerito la creazione di “piattaforme collaborative” per il finanziamento di impianti rinnovabili in aree del mondo dal potenziale elevato ma con scarse risorse economiche da destinare a questi progetti: “Africa e Sudamerica hanno grandi aspettative”. Durante il panel Al Gore, ex-vicepresidente degli Stati Uniti, ha aggiunto che “da quando sono stati firmati gli accordi di Parigi sul clima le sessanta principali banche mondiali hanno speso 6,9 trilioni di dollari in fonti fossili”: nella classifica non ci sono però soltanto istituti occidentali, come JpMorgan o Hsbc, ma anche cinesi come la Icbc.

COSA FA LA BCE

La Banca centrale europea, si legge in una pagina dedicata sul sito web, “sostiene la transizione verde” e la “transizione ordinata verso un’economia a zero emissioni di carbonio utilizzando le misure previste dal nostro mandato. Ciò include la promozione dello sviluppo della finanza sostenibile e la creazione di incentivi per un sistema finanziario più verde”.

RIBERA VUOLE DIFENDERE LE CLEAN TECH EUROPEE

In un’intervista con il Financial Times sempre nel contesto di Davos, Ribera aveva anticipato la volontà della Commissione di istituire delle misure a protezione dei costruttori europei di turbine eoliche (una clean tech, dunque) dalla concorrenza cinese, più economica.

Nello specifico, Bruxelles potrebbe stabilire dei requisiti di contenuto locale nei progetti eolici in modo da garantire che una certa quota della capacità produttiva dell’impianto venga fornita da dispositivi europei. Già all’asta dell’European Hydrogen Bank di dicembre scorso erano state inseriti dei limiti all’uso di elettrolizzatori cinesi nei progetti comunitari sull’idrogeno.

– Leggi anche: Cosa c’è nel piano Ue-Germania sui sussidi comuni alle auto elettriche

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