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Case Green

Sì dell’Europarlamento alla direttiva sulle case green: cosa farà il governo italiano

Voto in commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia dell'Europarlamento sulla direttiva sulle case green: 49 voti favorevoli, 18 contrari e sei astenuti. Testo approvato senza modifiche significative 

 

Obiettivi più ambiziosi ma maggiore flessibilità. È questa la ratio che ha seguito la Commissione Industria, ricerca ed energia (Itre) del Parlamento europeo quando ha detto il primo sì, con 49 voti favorevoli, 18 contrari e sei astenuti, alla proposta di revisione della direttiva sulle case green, sulle performance energetiche degli edifici.

CLASSE E ENTRO IL 2030 E CLASSE D ENTRO 2033

Entro il 2030 gli edifici dovranno raggiungere la classe energetica E, mentre entro il 2033 la classe D. Non c’è stata nessuna modifica, dunque, rispetto al compromesso definito nei giorni scorsi. Le nuove norme vogliono ridurre l’impatto ambientale degli edifici a scopo abitativo. Questi ultimi sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, ciò significa che ridurre il loro impatto è un passaggio imprescindibile per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.

COME HANNO VOTATO I PARTITI

Nessuna sorpresa dai gruppi parlamentari. FdI, Lega e FI hanno votato contro mentre il Pd ha votato a favore, così come i Verdi e i quattro rappresentanti del gruppo della Sinistra. Le forze di maggioranza promettono battaglia alla normativa, affinché sia “radicalmente modificata”. Per il leader della Lega Matteo Salvini è “una patrimoniale mascherata”. Più dialogante la posizione di Forza Italia, per la quale è necessario “evitare derive ideologiche in Europa”.

TUTTE LE DEAD LINE DELLA DIRETTIVA SULLE CASE GREEN

Il testo della direttiva non riguarda esclusivamente gli edifici residenziali. Per gli edifici non residenziali la deadline è anticipata rispetto agli edifici a scopo abitativo: gli edifici di proprietà pubblica dovranno raggiungere la classe E dal 2027 e la classe D dal 2030. Inoltre viene anticipato al 2028 l’obbligo di realizzare edifici nuovi a zero emissioni, inoltre entro il 31 dicembre del 2028 dovranno essere installati impianti a energia solare sugli edifici.

TUTTE LE DEROGHE

Il Parlamento UE ha confermato le deroghe previste dalla direttiva in materia di edifici storici e dall’elevato valore artistico (di cui il nostro Paese è ricco). Per esempio saranno esonerati dai lavori di ristrutturazione per l’efficientamento energetico: gli edifici residenziali di particolare pregio artistico e architettonico, storico, i luoghi di culto, edifici temporanei. Potranno beneficiare di deroghe anche le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno e quelle autonome che hanno una superficie inferiore ai 50 metri quadri. Inoltre la Commissione dell’Europarlamento ha confermato che tutti i Paesi membri potranno informare l’Unione europea di eventuali motivi oggettivi e validi che impediscono il salto di classe energetica e fermarsi al livello che sarà tecnicamente raggiungibile. Questa deroga potrà essere utilizzata solo per il 22% degli immobili e non si potrà protrarre oltre il 1° gennaio 2037.

DIRETTIVA CASE GREEN: I PROSSIMI PASSI

I prossimi passi della direttiva sono il voto in plenaria del Parlamento europeo, in calendario dal 13 al 16 marzo. Successivamente sarà il turno del Trilogo, il negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue per giungere all’approvazione della versione finale e la pubblicazione della direttiva in Gazzetta Ufficiale. E poi, il passaggio decisivo: il recepimento dei paesi membri. La direttiva rientra nel “Fit for 55”, il pacchetto europeo di riforme che punta a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica al 2050.

CASE GREEN: SI INTERVIENE PRIMA SUGLI EDIFICI PIÙ ENERGIVORI

Come da normativa UE a dare attuazione alla direttiva saranno i singoli paesi membri, con percorsi che potrebbero essere diversi in base alle specificità dei singoli paesi. Prima di tutto, però, si dovrà intervenire sul 15% degli edifici più energivori. In Italia sono più di 1,8 milioni gli edifici residenziali, sul totale di 12 milioni, che occupano l’ultima classe energetica (classe G). “Al di là della direttiva, però, la riqualificazione del nostro patrimonio edilizio è un tema di politica industriale e deve avere un respiro ampio, devono esserci dei programmi di lunga durata – ha detto la presidente Ance Federica Brancaccio -. Bisognerà trovare una politica di sostegno rispetto a questi obiettivi; ora la direttiva sembra dare una grande apertura alla questione dei fondi”.

IL FONDO DI SOSTEGNO FINANZIARIO

Questa riforma epocale del patrimonio immobiliare europeo non può avvenire senza una struttura di sostegno finanziario. Tra le ipotesi c’è la creazione di un “Energy performance renovation fund”, un fondo europeo dedicato all’efficientamento edilizio nazionale.

SULLE CASE GREEN IL GOVERNO ITALIANO CHIEDE GRADUALITÀ

L’obiettivo primario del governo è aumentare la gradualità della misura. “La realtà italiana – ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin nel corso della trasmissione di Rai Radio1 Radio Anch’io – ha una caratteristica che la differenzia rispetto a tutta Europa dove non c’è la microproprietà italiana e il risparmio delle famiglie sull’immobile. L‘85% degli italiani è proprietario di una casa. Noi pensiamo che la differenziazione tra paese e paese debba portare a una valutazione più graduale. Adesso vediamo come va il Parlamento Ue poi ci sarà il trilogo. Qui ci sarà una trattativa dove il ruolo degli Stati torna molto forte”.

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