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Saipem

Saipem vende tutto il drilling onshore alla britannica Kca Deutag

Prosegue il trasferimento delle attività di drilling onshore di Saipem a Kca Deutag: dopo Mediorente e Africa, tocca all'America latina. Ecco perché. Tutti i dettagli

 

Saipem, società di infrastrutture energetiche controllata da Eni e Cassa depositi e prestiti, ha trasferito all’azienda britannica di servizi oil & gas KCA Deutag le sue attività di perforazione a terra in America latina, consistenti in quarantaquattro impianti.

GLI ASSET IN AMERICA LATINA

L’operazione – effettuata martedì 2 maggio e comunicata oggi – si inserisce nell’accordo dell’1 giugno scorso per la cessione a KCA Deutag dell’intera divisione di drilling onshore. L’intesa ha un valore complessivo di 550 milioni di dollari e prevede anche, per Saipem, l’ottenimento di una quota di partecipazione del 10 per cento in KCA Deutag.

Il trasferimento degli asset latinoamericani vale all’incirca 40 milioni.

COME PROCEDE IL TRASFERIMENTO DEL DRILLING ONSHORE DA SAIPEM A KCA

Finora, Saipem ha trasferito a KCA Deutag anche le sue attività di drilling onshore in Arabia Saudita, negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait e in Marocco (488 milioni di dollari).

Il passaggio delle operazioni rimanenti – sei impianti, per 15 milioni – avverrà entro il 30 settembre prossimo, come previsto dall’accordo tra le due società.

GLI OBIETTIVI DI FONDO

Nel comunicato, Saipem spiega che l’operazione con KCA rappresenta “il raggiungimento di un milestone importante verso un modello di business resiliente, focalizzato su mercati caratterizzati da elevati potenziali di crescita”.

Dopo il profit warning di gennaio 2022 – quando venne preannunciata la chiusura del bilancio civilistico dell’esercizio 2021 con perdite superiori a un terzo del capitale sociale -, la conseguente ricapitalizzazione e il piano di ristrutturazione, Saipem disse infatti di volersi distaccare dalle attività di perforazione a terra per concentrarsi sul segmento delle trivellazioni in mare (offshore).

Stando al nuovo piano, il drilling offshore dovrebbe generare nuovi ordini da 3 miliardi di euro nel 2023. L’anno scorso l’azienda risultava attiva nel drilling onshore in tredici paesi per ottantatré impianti di proprietà; le attività si concentrano prevalentemente in Medioriente e nelle Americhe.

In una nota pubblicata a dicembre, la società parlava di un “favorevole andamento della domanda nel mercato drilling offshore ed in particolare deepwater [acque profonde, ndr]. La significativa crescita del segmento deepwater offre infatti oggi interessanti opportunità di impiego della flotta, sia nelle geografie in cui Saipem è tradizionalmente presente (come l’Africa ed il Mediterraneo), sia in altre aree dove l’offerta di impianti di perforazione ultra-deepwater è prossima alla saturazione (come il Golfo del Messico)”.

Saipem ha chiuso il 2022 con un risultato netto negativo per 209 milioni, benché in miglioramento rispetto alla perdita di 2,46 miliardi nel 2021.

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