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Saipem

Non solo bond, è un affare salvare Saipem?

Saipem ha un bond da 500 milioni di euro in scadenza il prossimo 5 aprile. S&P e Moody's tagliano il rating; Mediobanca è in allerta, ma altri dicono che...

 

Continuano turbolenze e incognite su Saipem.

Da lunedì Alessandro Puliti, già direttore generale della divisione Risorse naturali di Eni, ha iniziato il suo lavoro alla guida della nuova direzione generale di Saipem che affiancherà l’amministratore delegato Francesco Caio nel piano di salvataggio della società. Saipem infatti ha recentemente comunicato che il suo bilancio civilistico del 2021 è previsto chiudersi con perdite superiori al terzo del capitale sociale, tutt’altra cosa rispetto alle previsioni diffuse lo scorso 28 ottobre.

CHI HA VOLUTO IL COMMISSARIAMENTO DI CAIO

Il “commissariamento” di Caio – oltre a Puliti, è entrato nel management della società anche Paolo Calcagnini di Cassa depositi e prestiti – è stato voluto dai due maggiori azionisti di Saipem, Eni e CDP Industria.

LA DIREZIONE DI PULITI

La direzione generale di Puliti si compone di dieci funzioni. Oltre a quella di supervisione finanziaria affidata a Calcagnini, ce ne sono di dedicate al Commercial (Fabrizio Botta), Supply Chain and Digitalization (Paolo Albini), Operational HSEQ (Marco Satta), Chief Financial Officer (Antonio Paccioretti), Legal Affairs (Marco Colombo), Asset Based Services (Marco Toninelli), Energy Carriers (Filippo Abbà), Robotic (Mauro Piasere), Sustainable Infrastructures (Orazio Iacono).

“PRIMO PASSO”

Equita aveva parlato della nomina dei due dirigenti di Eni e CDP come del “primo passo per poter procedere al rafforzamento del capitale di Saipem, che potrebbe essere di almeno 1-1,5 miliardi di euro”. Similmente, la riorganizzazione del team manageriale è considerata “un passo avanti verso l’aumento di capitale” anche da Intesa Sanpaolo, secondo cui “gli azionisti principali potranno optare per una ricapitalizzazione anche superiore a 1,5 miliardi”.

I PARERI DI S&P E MOODY’S

La società di servizi finanziari S&P Global ha ridotto il rating di Saipem da BB a BB- per via della debolezza operativa della società e dei suoi alti rischi finanziari. Anche Moody’s ha tagliato il suo giudizio a lungo termine del titolo, passato da Ba31 a B1 e messo sotto osservazione per un altro downgrade.

LA SITUAZIONE DI SAIPEM IN BORSA

Dopo giornate di crolli in borsa, ultimamente il titolo di Saipem ha ripreso leggermente a salire. Ieri, in chiusura, ha segnato il +1,1 per cento, con una capitalizzazione di circa 1,2 miliardi di euro.

IL BOND DI SAIPEM

Il prossimo 5 aprile è prevista, per Saipem, la scadenza di un’obbligazione (bond) da 500 milioni di euro. MF-Milano Finanza scrive che il prezzo dell’emissione dello strumento finanziario, con taglio minimo a 100.000 euro e cedola fissa del 27,5 per cento all’anno, è sceso a 85 con un rendimento annualizzato del 117 per cento circa.

Sulla questione bond, la settimana scorsa Mediobanca Securities aveva detto che, considerate le stime sui risultati negativi di Saipem nel 2021, la liquidità disponibile (700 milioni, per gli analisti dell’azienda) potrebbe non bastare a ripagare l’obbligazione in scadenza e a fronteggiare “l’aumento dell’indebitamento netto nel corso del 2022”.

Più imminente per Saipem è la giornata – il 23 febbraio – di presentazione dei dati del 2021 e dei risultati della supervisione sulle commesse più critiche per la società.

SALVARE SAIPEM CONVIENE?

Un commento di MF-Milano Finanza offre una visione meno tragica delle sorti di Saipem, nonostante le perdite: “il panico”, si legge, “non dovrebbe esistere per chi ha grandi dimensioni, disponibilità finanziarie e orizzonti temporali lunghi. Gli analisti di settore più esperti sanno bene quali competenze abbia Saipem e quanto sia attraente il settore delle grandi infrastrutture e degli investimenti per la transizione energetica”.

Il potenziale del gruppo Saipem, prosegue l’articolo, è “fuori discussione” e l’azienda non è nemmeno gravata da rischi ambientali o legali “che hanno reso così difficili i salvataggi” di ILVA, Alitalia o Monte dei Paschi di Siena, per esempio. “Saipem è un gruppo che può viaggiare intorno ai 10 miliardi di euro di fatturato annui […]. Per non disperdere questo valore servono un paio di miliardi di euro di nuovo equity? Il rapporto tra capitale da investire e valore potenziale […] resta attraente”.

L’articolo invita le banche a sostenere Saipem, ricomprandone e rifinanziandone il debito al prezzo corrente e permettendo così alla società di recuperare immediatamente “una dote di 400 milioni di euro”.

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