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Rinnovabili

Energia, come Bruxelles spingerà su rinnovabili e idrogeno

La Commissione europea ha pubblicato un invito per progetti di sostegno alle rinnovabili e alle innovazioni tecnologiche a bassa emissione di carbonio. Ecco le novità su idrogeno e non solo

 

I forzieri europei per finanziare la transizione energetica lentamente si aprono. La Commissione europea ha pubblicato un invito per progetti di sostegno alle innovazioni tecnologiche a bassa emissione di carbonio. Gli interessati di ogni Paese si preparino, quindi, a fare domanda entro il prossimo 29 ottobre tramite il portale EU Funding and Tenders portal.

Nel bel mezzo delle discussioni sugli strumenti di finanziamento post Covid, in vista del prossimo Consiglio europeo, la decisione di attivare il Fondo per l’innovazione è certamente un segnale rassicurante. Nonostante le incertezze e le divisioni all’interno dell’Unione, l’invito a presentare progetti innovativi a Bruxelles cercano di dare un nuovo senso agli ambiziosi progetti di passaggio alle rinnovabili. Dai forzieri esce un primo miliardo per piani di lavoro promettenti, soprattutto per l’idrogeno e lo stoccaggio di energia.

È chiaro che lo sguardo comunitario è ormai sul 2050, e si porta dietro le resistenze di Paesi come la Polonia ad abbondare le vecchie fonti. Passaggi da seguire con attenzione per il balletto di somme che si dice di voler investire. L’ultima indicazione viene dal vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans: “Nel periodo 2020-2030, il Fondo per l’innovazione erogherà circa 10 miliardi di euro, provenienti dalla vendita all’asta di quote nell’ambito del sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE”. A questa cifra va aggiunto un bilancio separato di 8 milioni per l’assistenza allo sviluppo dei progetti.

Attenzione: le fonti tradizionali resistono per tenere in vita -aiutarli a riprendersi- i sistemi produttivi più consolidati almeno di Francia, Germania, Italia. Al di là di tante e propagandate buone intenzioni, l’epidemia ha fatto rivedere molte opzioni strategiche. Ricordiamoci che la stessa Ue ha chiesto di rivedere i piani clima elaborati in epoca anti Covid.

L’uscita dal nucleare, dal carbone o dal mix tradizionali/rinnovabili, insomma, non è proprio una corsa in discesa e la direzione di marcia non è unica. Di buono, tuttavia, nell’invito a presentare progetti entro ottobre, c’è che i finanziamenti che arriveranno potranno essere utilizzati in combinazione con altre iniziative di finanziamento pubblico. Un’occasione per l’Italia che può ascoltare aziende, associazioni, cittadini, istituzioni locali. Soprattutto senza Comitati di esperti.

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