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Reti elettriche, che cosa Endesa (Enel) chiede alla Spagna

Per rafforzare le reti e prevenire nuovi blackout, la società elettrica spagnola Endesa (controllata da Enel) ha chiesto alle autorità della Spagna di aumentare la remunerazione degli investimenti nelle infrastrutture. Una proposta allineata al piano strategico di Enel. Tutti i dettagli

Le cause scatenanti del blackout che il 28 aprile ha lasciato senza elettricità grossa parte della Spagna e del Portogallo non sono ancora note. Ad amplificarlo, però, o quantomeno a complicare la gestione del problema iniziale, è stata la situazione di bassa inerzia sulla rete elettrica: l’inerzia – semplificando – aiuta a stabilizzare la frequenza del sistema in caso di oscillazioni; gli impianti fotovoltaici ed eolici, che nei momenti precedenti al blackout dominavano il mix di generazione elettrico spagnolo, non sono dotati di turbine sincronizzate con la rete e dunque fanno diminuire l’inerzia.

Riferendosi al blackout della settimana scorsa, Endesa – è la principale società elettrica spagnola e la seconda operatrice più grande in Portogallo – ha chiesto alle autorità della Spagna di aumentare la remunerazione degli investimenti nelle reti e di abbassare gli oneri fiscali sulle centrali nucleari come misure di prevenzione di crisi future. La rotazione delle turbine delle centrali nucleari garantisce inerzia alla rete; lo stesso vale per le turbine delle centrali a gas, che però non producono energia decarbonizzata.

Endesa fa parte del gruppo Enel, che la controlla con una partecipazione del 70,1 per cento.

IL PENSIERO DI ENDESA SU RETI E NUCLEARE…

Il blackout nella penisola iberica ha riaperto le discussioni sulla convenienza di rinunciare all’energia nucleare – la Spagna punta ad abbandonarla entro il 2035 – e sulla necessità di investire nelle reti elettriche per renderle in grado di gestire meglio l’elevata partecipazione delle fonti rinnovabili.

A questo proposito, l’amministratore delegato di Endesa, José Bogas, ha dichiarato che “abbiamo bisogno di una rete robusta e resiliente, la quale richiede investimenti significativi e una remunerazione equa. È inoltre fondamentale un mix di generazione diversificato e competitivo”, ha aggiunto: “a tal fine, è essenziale rivedere la tassazione dell’energia nucleare per garantirne la redditività economica, in modo che possa garantire la sicurezza dell’approvvigionamento per gli anni a venire”.

… E LE RICHIESTE ALLE AUTORITÀ SPAGNOLA

Secondo Endesa, l’aumento delle richieste di connessione alla rete elettrica – gli impianti rinnovabili, rispetto a quelli “tradizionali”, sono più numerosi e più sparsi sul territorio – rende necessaria una maggiore remunerazione degli investimenti sull’infrastruttura: la società chiede che vengano alzati al 7,5 per cento, rispetto alla quota attuale del 5,6 per cento, e chiede inoltre che venga rivisto il tetto massimo per gli investimenti aziendali nelle reti.

COSA FA ENEL

Enel, nel suo piano strategico 2025-2027, aveva spiegato di voler portare i suoi investimenti a 43 miliardi di euro – un aumento di 7 miliardi rispetto al piano strategico precedente – e di volerli concentrare proprio sulle reti elettriche in Italia e in Spagna. Più nello specifico, la spesa per le reti crescerà del 40 per cento rispetto al vecchio piano, arrivando a 26 miliardi, mentre gli investimenti nelle rinnovabili rimarranno stabili, a 12 miliardi.

Nel corso del Capital Markets Day dello scorso novembre, l’amministratore delegato Flavio Cattaneo aveva spiegato che Enel costituirà una nuova società (newco, in gergo) dedicata alle infrastrutture di connessione alla rete elettrica. La newco si rivolgerà anche agli operatori di centri dati.

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