Skip to content

Enel Data Center

Che farà Enel con i data center?

Enel vuole entrare nel settore dei data center con una newco dedicata alle connessioni elettriche e con la rivalutazione dei siti energetici in fase di dismissione. Fatti, analisi e commenti.

Enel ha intenzione di entrare nel settore dei data center (o centri dati), ovvero le strutture – molto energivore – che forniscono capacità di calcolo ai sistemi di intelligenza artificiale e ai servizi di cloud computing.

UNA NEWCO PER GLI ASSET DI CONNESSIONE

Nel corso del Capital Markets Day di martedì 18 novembre l’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha spiegato infatti che il gruppo costituirà una nuova società (newco, in gergo) dedicata alle infrastrutture di connessione alla rete elettrica che si rivolgerà anche agli operatori di centri dati.

La newco avrà un valore iniziale di 1 miliardo di euro e potrebbe avere delle aziende municipalizzate come socie; “il private equity”, ha specificato Cattaneo, non ci interessa.

ENEL CONVERTIRÀ LE VECCHIE CENTRALI IN DATA CENTER?

Parallelamente, Enel ha intenzione di “valorizzare” – così scrive Repubblica – alcuni grandi siti energetici in via di dismissione facendoli convertire in data center, sfruttando sia la destinazione industriale di queste aree sia i loro collegamenti alla rete elettrica e logistica. Il gruppo non si occuperà dello sviluppo e della costruzione dei centri dati, ma della loro connessione alla rete.

Circa un mese fa Il Messaggero scrisse che BlackRock – cioè la più grande società di investimento al mondo – potrebbe essere interessata ad acquisire alcune centrali di Enel per, appunto, trasformarle in centri dati da affittare alle grandi compagnie tecnologiche statunitensi, come Microsoft o Amazon. Qui l’approfondimento di Startmag.

Ad oggi non ci sono intese ufficiali in merito, ma Cattaneo ha detto che Enel ha ricevuto circa quaranta-cinquanta manifestazioni di interesse per l’utilizzo dei propri siti. Repubblica ha aggiunto che l’area più appetibile è quella di Trino, sede di una centrale termoelettrica e di un grande parco solare: merito anche della vicinanza geografica a Milano, il maggiore centro economico dell’Italia. Al contrario, l’interesse per le vecchie centrali a carbone di Civitavecchia e Brindisi sarebbe scarso.

Sui data center, però, l’Italia è svantaggiata rispetto ad altri paesi europei – rispetto alla Spagna, per esempio, altro mercato importante di Enel – per via dei prezzi elevati dell’elettricità e della bassa capacità di generazione.

L’OPINIONE DI SERAFINO SORRENTI

Su LinkedIn Serafino Sorrenti, chief information security officer presso la presidenza del Consiglio dei ministri, ha scritto che “Enel si prepara a compiere un importante passo strategico con la creazione di una nuova società dedicata al settore dei data center“.

CHI CRITICA IL GOVERNATIVO BARBERIO?

Sempre su LinkedIn, Raffaele Barberio – consulente del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessio Butti (Fratelli d’Italia) – ha definito “panzane senza precedenti” gli entusiasmi per gli investimenti nei centri dati in Italia.

“I data center”, ha scritto, “non danno innovazione. Sono operazioni squisitamente immobiliari (Real Estate) e non portano alcuna occupazione (a parte gli uomini armati della vigilanza notturna). Non assicurano alcun transfer tecnologico, non alimentano competenze digitali, non contribuiscono all’innovazione del paese, se non indirettamente. Il vero valore”, spiega, “sta nelle società che assicurano il servizio di cloud”.

Torna su