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Petrolio

Come si muoveranno i prezzi del petrolio e dei metalli

I prezzi del petrolio e dei metalli per le batterie sono entrambi in risalita. Ma non è detto che il trend di coppia proseguirà per sempre.

Il petrolio sta tornando, ha scritto l’Economist riferendosi alla risalita dei prezzi, anche sopra i 60 dollari al barile, dopo il crollo dell’anno scorso. Ma il greggio è solo una parte della storia. Perché sul mercato sta crescendo molto anche il valore dei metalli utilizzati nelle batterie: il litio, il cobalto, il rame, il nichel, le terre rare. A prima vista, sembrerebbe che gli investitori stiano scommettendo su quale sarà l’energia del futuro, se le fonti fossili o quelle “pulite”. Secondo il settimanale, però, la realtà è più complessa.

PERCHÉ SALE IL PREZZO DEL PETROLIO

L’aumento dei prezzi del petrolio è legato alle aspettative sulla domanda, ma solo in parte. È vero però che la richiesta di greggio sta crescendo in Cina, e anche in India sta salendo il consumo di gas di petrolio liquefatti. Negli Stati Uniti, poi, il nuovo presidente Joe Biden ha proposto un piano di stimoli all’economia da 1900 miliardi di dollari che potrebbe riattivare le attività economiche e di conseguenza la domanda di petrolio. Nonostante l’ottimismo, nota l’Economist, sul mercato petrolifero pesano comunque le difficoltà delle campagne vaccinali in diversi paesi e gli allarmi per le nuove varianti di coronavirus.

Come accennato, la risalita dei prezzi del petrolio non si deve tanto alla situazione sul lato della domanda, ma su quello dell’offerta. I paesi dell’alleanza OPEC+ stanno riducendo volontariamente il loro output. L’Arabia Saudita, in particolare, ha annunciato a gennaio che avrebbe tagliato la sua produzione di un altro milione di barili al giorno nei mesi di febbraio e marzo, per bilanciare il mercato. Negli Stati Uniti i livelli produttivi di greggio a gennaio erano del 13 per cento inferiori rispetto all’anno prima. Le esportazioni dell’Iran non sembrano sul punto di fare ritorno, visto che Biden dice di non aver fretta di togliere le sanzioni al paese. In alcune parti d’Africa l’output risente della mancanza di investimenti in nuovi progetti e del calo di produttività di quelli già esistenti.

PERCHÉ SALGONO I PREZZI DEI METALLI PER LE BATTERIE

Per quanto riguarda i prezzi dei metalli per le batterie, invece, il discorso è diverso. In questo caso la crescita è legata effettivamente alla domanda. Specialmente quella cinese: a gennaio nel paese sono stati venduti 179mila veicoli a nuove energie, di cui 54mila automobili elettriche pure. Un fatto che di conseguenza ha sostenuto la domanda di cobalto, litio e minerali di terre rare come il neodimio.

Anche nel caso dei metalli per le batterie, la carenza di offerta ha avuto un ruolo nel sostegno ai prezzi. La pandemia di COVID-19 ha causato problemi alle catene di approvvigionamento: ad esempio in Sudafrica, dove viene spedita gran parte della quantità di cobalto disponibile sui mercati globali, ma anche nella stessa Cina, il maggiore esportatore di terre rare. Ci sono stati problemi alle filiere anche in Indonesia, il più grande produttore di nichel al mondo.

DUE DIREZIONI DIVERSE, OPPURE NO?

Nel corso degli anni 2020, scrive l’Economist, ci si potrebbe aspettare che i prezzi del petrolio e dei metalli per le batterie prenderanno due direzioni diverse: la domanda di greggio diminuirà, mentre salirà quella di materiali per le auto elettriche e per le altre “tecnologie verdi”. Tuttavia – precisa il settimanale – alcuni problemi di carenza di offerta potrebbero far sì che i prezzi di petrolio e metalli continuino a crescere insieme, almeno per un periodo.

COME ANDRÀ IL PETROLIO

Per quanto riguarda il petrolio, in passato i prezzi alti favorivano di solito gli investimenti in nuovi progetti, che portavano ad un aumento della produzione e infine ad un abbassamento dei prezzi. Ma questo meccanismo si è inceppato e c’è meno propensione ad investire nel greggio: perché la pandemia ha abbattuto la domanda; perché c’è una tendenza globale alla transizione energetica verso la decarbonizzazione; perché il nuovo presidente degli Stati Uniti – la più grande economia del mondo – dice di volere un distacco dall’industria petrolifera. Grosse compagnie del settore come ExxonMobil hanno riportato perdite notevoli nel 2020. BlackRock, la più grande società di investimento al mondo, ha detto che le aziende devono adeguarsi al nuovo contesto di riduzione delle emissioni nette, mettendo a punto strategie ambiziose mirate alla sostenibilità.

COME ANDRANNO I METALLI

Per quanto riguarda i metalli per le batterie, l’Economist parla di “un’ondata di entusiasmo verde” sui mercati. Tesla, che produce auto elettriche, vale più delle altre otto maggiori case automobilistiche messe insieme. Secondo JPMorgan Chase, dal 2020 al 2030 i veicoli elettrici (ibridi esclusi) passeranno dal 3 al 15 per cento della quota di nuovi mezzi venduti a livello mondiale. La società di consulenza CRU Group stima che le auto elettriche valgano circa un quarto della domanda globale di cobalto e neodimio e quasi la metà di quella di litio. Non sono però solo le automobili a sostenere i prezzi dei metalli: il rame, ad esempio, si utilizza nei veicoli elettrici ma anche nei pannelli solari e nelle turbine eoliche.

UN NUOVO SUPERCICLO DELLE MATERIE PRIME?

In questi giorni si sta parlando di un nuovo “superciclo” delle materie prime: anzi, per la banca d’investimento JPMorgan Chase sarebbe già iniziato. C’entra il forte aumento dei prezzi dei metalli. Il rame, per esempio, è arrivato questa settimana a 8400 dollari a tonnellata, e secondo la società di servizi finanziari Citigroup raggiungerà presto i 10mila dollari.

La dinamica generale è quella già vista: previsioni ottimistiche sull’aumento della domanda di metalli – necessari nei processi industriali e per le tecnologie per le energie pulite – da un lato; scarsità dell’offerta dall’altro.

Grosse società minerarie come BHP, Rio Tinto e Glencore hanno comunicato risultati positivi e annunciato aumenti nei dividendi.

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