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Rame

Perché i prezzi del rame si elettrizzano

La quotazione del rame tocca i massimi storici: domanda in crescita, specie in Cina e negli Stati Uniti, e offerta in decremento (per il caso Cile). Tutti i dettagli

 

9.965 dollari a tonnellata. Il prezzo del rame ha toccato, in queste ore, la quotazione massima, grazie ad un indebolimento del dollaro e ad una domanda in forte crescita.

Tutti i dettagli.

PREZZO DEL RAME AI MASSIMI

Partiamo dal nuovo record. In giornata ha toccato una quotazione massima di 9.965 dollari a tonnellata, un risultato vicino al massimo storico di 10.190 dollari a tonnellata toccato il 15 febbraio.

UN TREND IN CRESCITA

La quotazione odierna conferma il trend di crescita del prezzo del metallo. Dopo aver toccato i minimi, il 19 marzo, a 4.371 dollari, il prezzo del metallo è cresciuto, raddoppiando la quotazione entro l’anno. Dall’inizio del 2021, scrive Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, il costo del metallo ha mostrato un aumento del 20%.

PERCHE’ IL PREZZO DEL RAME CRESCE

Il trend riflette l’indebolimento del dollaro e, al contempo anche un aumento della domanda, soprattutto in Cina e negli Usa, i due mercati in cui la crisi causata dalla pandemia sembra essere finita.

OFFERTA IN DIMINUZIONE

Contestualmente, l’offerta del metallo sul mercato rallenta, a causa delle proteste che si sono verificate nei giorni scorsi nei settori minerario e portuale in Cile, responsabile di un quarto della produzione mondiale.

COSA ACCADE IN CILE

I lavoratori cileni scioperano contro la richiesta del presidente Sebastian Piner di bloccare un disegno di legge che avrebbe consentito a questi di effettuare il terzo prelievo anticipato dai loro fondi pensione, come riporta Commodities Trading. 

“Il rischio di approvvigionamento nel settore dei metalli aumenta con i minatori cileni che minacciano di interrompere le spedizioni di rame di quello che è il maggior produttore globale e, al contempo, i segnali di reflazione indicano che è in arrivo una tempesta perfetta in grado di sostenere ulteriormente i prezzi.  Mentre il monitoraggio delle tariffe di trasporto e dei tempi di carico globali suggerisce che i colli di bottiglia potrebbero già essere allentati, con questi indicatori ben al di sotto dei massimi di febbraio, un potenziale sciopero in un porto cileno è un rischio sostanziale per dei mercati già in sofferenza, e, in questo contesto, anche una modesta interruzione potrebbe avere un impatto eccessivo sui prezzi”, spiegano gli analisti di TD Securities.

IL GIUDIZIO DEGLI IMPRENDITORI DEL SETTORE

Secondo Robert Friedland – uno dei più importanti imprenditori del settore minerario al mondo, co-presidente della società canadese Ivanhoe Mines –, l’accaparramento del rame è diventata una questione di sicurezza nazionale.

Per le sue qualità di conduttore di elettricità e di calore, il rame è un metallo cruciale nel processo di elettrificazione dell’economia mondiale. La società di commercio di materie prime Trafigura prevede appunto che l’aumento della domanda globale ne farà salire i prezzi sopra i 15.000 dollari a tonnellata.

IL RAME E LA SICUREZZA NAZIONALE

Friedland riconosce che il settore minerario risente di una situazione pluriennale di scarsi investimenti. L’America, in particolare, non è stata abbastanza esplorata perché per venti-trent’anni “scavare non era bello”. Per Friedland la provenienza delle prossime forniture di rame sarà allora “oggetto di un fervente dibattito”, che riguarderà anche la loro tassazione e regolamentazione.

Il rame è un componente cruciale nelle infrastrutture per l’energia “pulita”, dalle turbine eoliche alle reti elettriche. La rete elettrica degli Stati Uniti – che il presidente Joe Biden vuole decarbonizzare entro il 2035 – “è una barzelletta” rispetto a quella cinese, ha detto Friedland, e richiederà investimenti per 10.000 miliardi di dollari e “quantità astronomiche” di metalli.

“Nel breve termine, abbiamo avuto un forte aumento del prezzo del rame. Ma per il medio termine il rame è davvero diventato una questione di sicurezza nazionale. È centrale per quello che vogliamo fare con la nostra economia”.

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