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Fosfato

Ecco le mire della Cina sul fosfato del Marocco

Le aziende cinesi di batterie hanno intenzione di espandersi in Marocco per raggiungere meglio i mercati di Stati Uniti ed Europa. Ma il paese nordafricano è anche ricchissimo di fosfato, fondamentale per i fertilizzanti e per un nuovo tipo di batterie.

La notizia di un massiccio investimento cinese per una fabbrica di componenti delle batterie in Marocco, che sembrerebbe celare l’intenzione di Pechino di sfruttare il paese nordafricano come base manifatturiera rivolta agli Stati Uniti e all’Unione europea, ha destato qualche preoccupazione tra gli analisti di settore. Il Marocco è legato agli Stati Uniti da un accordo di libero scambio e possiede importanti rapporti commerciali con l’Unione europea, ma soprattutto concentra nei propri confini circa il 70 per cento delle riserve mondiali di fosfato.

L’IMPORTANZA DEL FOSFATO

La roccia fosfatica, o fosforite, di cui il Marocco possiede giacimenti per 50 miliardi di tonnellate, è considerata una materia prima critica dalle autorità europee. Il fosfato è un componente essenziale non solo dei fertilizzanti sintetici per l’agricoltura (assieme all’azoto), ma anche di una particolare chimica delle batterie per i veicoli elettrici. Le batterie al litio-ferro-fosfato, appunto, differiscono da quelle tradizionali agli ioni di litio (che utilizzano di solito una combinazione di nichel, manganese e cobalto nel catodo) per le performance inferiori ma soprattutto per il costo più basso, derivato dal minore utilizzo di metalli preziosi.

Considerato che la batteria incide per il 40 per cento circa sul prezzo finale di un veicolo elettrico, le batterie al litio-ferro-fosfato sono utili per produrre auto elettriche più economiche e quindi per favorirne la diffusione.

IL PESO DEL MAROCCO E LE POSSIBILITÀ DELLA CINA

La Cina produce, da sola, il 99 per cento dei catodi al litio-ferro-fosfato. Il paese, pur essendo al secondo posto nella classifica delle riserve, possiede depositi di roccia fosfatica per appena 3,2 miliardi di tonnellate, stando a un’analisi di CRU Group, contro i 50 miliardi del Marocco.

La stragrande maggioranza dei minerali di fosfato sono destinati attualmente alla produzione di fertilizzanti, non di batterie, ma le cose potrebbero cambiare con l’avanzamento della mobilità elettrica.

Se la Cina dovesse espandersi nel settore minerario marocchino, l’Unione europea potrebbe faticare a ridurre la dipendenza da Pechino per le materie prime critiche. Il Marocco è inoltre un importante produttore di fertilizzanti: la società statale OCP Group possiede una quota del 54 per cento nel mercato africano di questi prodotti.

I RISCHI PER L’UNIONE EUROPEA

Dal Marocco proviene il 50 per cento delle importazioni di fosfato dell’Unione europea, una dipendenza che si è peraltro allargata a seguito del distacco dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. I maggiori acquirenti sono la Spagna, l’Italia e la Francia, che lo utilizzano per produrre fertilizzanti.

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