Continua l’offensiva di Haftar verso Tripoli contro il governo Serraj. Ma la notizia del giorno è un’altra.
La Casa Bianca oggi ha comunicato che il presidente Usa Donald Trump e il generale libico Khalifa Haftar il 15 aprile hanno discusso “gli sforzi anti terrorismo in corso e la necessità di raggiungere la pace e la stabilità in Libia”. Trump “ha riconosciuto il ruolo significativo di Haftar nella lotta al terrorismo e nel mantenere al sicuro le risorse petrolifere della Libia”, ha reso noto la Casa Bianca. Trump e Haftar, conclude la nota della Casa Bianca, hanno inoltre “discusso una visione condivisa per la transizione della Libia verso un sistema politico stabile e democratico”.
IL FEZZAN (ED EL-FEEL DI ENI) NEL TERRITORIO CONTROLLATO DA HAFTAR
Ma come è posizionato Haftar in termini di controllo delle risorse energetiche del paese? Attualmente il maresciallo ha posto sotto il suo controllo gran parte dell’industria petrolifera libica: nelle scorse settimane l’Lna ha preso il controllo non solo delle cittadine strategiche del Fezzan, la grande regione desertica centro meridionale, ma anche dei suoi pozzi petroliferi.
Si tratta di Sharara, il giacimento più grande di tutta la Libia, gestito dalla Noc in collaborazione con la spagnola Repsol, la francese Total, l’austriaca Omv e la norvegese Equinor che produce 315 mila barili al giorno; e di el-Feel, il giacimento Elephant dove opera invece Eni che estrae 80mila barili al giorno. Insieme, i due siti raggiungono quasi la metà della produzione nazionale. Sotto il governo della Cirenaica anche il bacino della Sirte con i due grandi terminal petroliferi di Ras Lanuf e El-Sider.
AL GOVERNO DI TRIPOLI RIMANGONO BOURI (50% DI ENI) E IL GIACIMENTO DI WAFA
Cosa resta invece ad Al Sarraj? Nel territorio controllato dal Governo di Tripoli restano assets petroliferi come i giacimenti offshore di Bouri (per il 50% di Eni, ndr) e di al-Jurf (per il 27% in mano a Total), capaci di produrre poco più 100 mila barili al giorno. Oltre al giacimento di gas naturale di Wafa che è controllato da Eni e NOC.
ENI GESTISCE MELLITAH, NEI GIORNI SCORSI BOMBARDATA DALLE MILIZIE DI HAFTAR
Eni gestisce anche la Mellitah Oil and Gas Company e il relativo terminal da cui parte il Greenstream il gasdotto che collega la Libia all’Italia. In questo caso si tratta di una zona ancora contesa, formalmente in mano al governo di Tripoli ma a 20 km da Zwara, una sorta di enclave lungo la vecchia via Balbia, fedele a Tripoli mentre il territorio circostante è in mano ad Haftar, che infatti ha bombardato nei giorni scorsi l’area, anche se la centrale in sé non è stata sfiorata.