KoBold Metals, la startup che usa l’intelligenza artificiale (IA) per trovare giacimenti di metalli ad alta richiesta, ha individuato una delle più grandi miniere di rame del mondo. E, dunque, la sua attività è tutt’altro che finita.
Ecco le ultime novità e i progetti futuri.
UN PROGETTO MILIARDARIO FATTO DI MILIARDARI
KoBold Metals è una startup statunitense, sostenuta da un gruppo di miliardari, che utilizza l’intelligenza artificiale per ottimizzare la ricerca di giacimenti di metalli. Tra i suoi investitori ci sono il fondo per il clima e la tecnologia di Bill Gates, Breakthrough Energy; l’azienda di venture capital Andreessen Horowitz; il gigante norvegese dell’energia Equinor; e il più grande gruppo minerario del mondo BHP.
Inoltre, tra gli investitori di Breakthrough Energy figurano anche il gestore di hedge fund Ray Dalio di Bridgewater Associates, Richard Branson di Virgin Group, Jack Ma di Alibaba e Jeff Bezos di Amazon.
Attualmente KoBold Metals ha più di 60 progetti in fase di esplorazione in corso in 4 continenti, per i quali investe oltre 60 milioni di dollari all’anno e il suo presidente, Josh Goldman, ha affermato che l’azienda intende quotarsi in Borsa nei prossimi tre o quattro anni per finanziare le proprie attività.
IL FUTURO DEL RAME È IN ZAMBIA
Tra le più recenti scoperte di KoBold Metals c’è quella di un importante giacimento di rame in Zambia. A inizio febbraio, infatti, la startup ha dichiarato che il giacimento di Mingomba sarà “una delle più grandi miniere di rame di alta qualità del mondo”. Il progetto da 2 miliardi di dollari, secondo Goldman, sarà realizzato più velocemente e prima dei 10 anni inizialmente previsti.
Il presidente di KoBold Metals ha poi paragonato le dimensioni del giacimento alla miniera di rame di Kamoa-Kakula nella Repubblica Democratica del Congo, che rappresenta la quarta risorsa di rame più grande al mondo: nel 2023 ha prodotto quasi 400.000 tonnellate di rame.
IL RUOLO DELL’IA NELLA RICERCA DEI METALLI…
Per trovare giacimenti di metalli ad alta richiesta, come litio, cobalto e nichel, fondamentali nella realizzazione di prodotti per l’energia rinnovabile come pannelli solari e batterie per veicoli elettrici, KoBold Metals sfrutta la sua tecnologia IA.
Per scoprire i giacimenti, la startup raccoglie immagini satellitari e dati di perforazione, poi utilizza l’intelligenza artificiale per sviluppare delle vere e proprie “mappe del tesoro” della crosta terrestre e ricercare i metalli.
… E (QUINDI) NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA
Individuare nuovi giacimenti è di vitale importanza e KoBold Metals lo sa. Come ha sottolineato Goldman, “lo scopo dell’azienda è scoprire, trovare e sviluppare le risorse minerarie di cui abbiamo bisogno per la transizione energetica”.
Tuttavia, mentre la domanda di metalli è elevata, l’offerta di giacimenti è scarsa. Infatti, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), gli attuali investimenti nella scoperta dei giacimenti “sono inferiori a quelli necessari per trasformare il settore energetico”.
CRITICITÀ RELATIVE AL RAME
Per quanto riguarda il rame, l’Aie osserva che “le reti elettriche necessitano di un’enorme quantità di rame e di alluminio, e il rame è la pietra miliare di tutte le tecnologie legate all’elettricità. […] In uno scenario che rispetti gli obiettivi dell’Accordo di Parigi […], la loro quota sulla domanda totale aumenterà significativamente nei prossimi due decenni, fino a superare il 40% per il rame e gli elementi delle terre rare, il 60-70% per il nichel e il cobalto e quasi il 90% per il litio”.

Inoltre, “[…] in uno scenario coerente con gli obiettivi climatici, si stima che l’offerta prevista dalle miniere esistenti e dai progetti in costruzione possa soddisfare solo la metà del fabbisogno previsto di litio e cobalto e l’80% del fabbisogno di rame entro il 2030”.
A queste problematiche, si aggiungono anche i crescenti rischi climatici a cui gli asset minerari sono esposti poiché il rame, come il litio, è particolarmente vulnerabile allo stress idrico, dato il suo elevato fabbisogno di acqua. E come ricorda l’Aie, “oltre il 50% dell’attuale produzione di litio e rame si concentra in aree con elevati livelli di stress idrico” e “molte delle principali regioni produttrici, come l’Australia, la Cina e l’Africa, sono soggette a temperature estreme o a inondazioni, che pongono maggiori problemi nel garantire forniture affidabili e sostenibili”.