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Kazakistan

Il Kazakistan pompa il progetto di un gasdotto Russia-Cina

Il Kazakistan vuole che la Russia costruisca un nuovo gasdotto con la Cina passante per il proprio territorio: Mosca ha bisogno di conquistare nuovi mercati asiatici, mentre Astana pensa a soddisfare il fabbisogno nazionale. Tutti i dettagli.

Il Kazakistan ha fatto sapere di aver discusso della realizzazione di un gasdotto che collegherà la Russia alla Cina. L’infrastruttura potrebbe rivelarsi utile ai piani di Mosca per il riorientamento energetico-economico verso l’Asia, e in particolare proprio verso Pechino.

Anche se Russia e Cina confinano direttamente, il Kazakistan può fungere da territorio di passaggio tra i due paesi.

IL PIANO DEL KAZAKISTAN CON GAZPROM

Venerdì scorso un portavoce della società gasifera statale kazaka, QazaqGaz, ha detto all’AFP che “il Kazakistan ha proposto a Gazprom [la compagnia gasifera statale russa, ndr] di prendere in considerazione nuove rotte di transito del gas russo verso la Cina, tenendo conto della fornitura di gas al mercato interno”. L’ipotetico gasdotto, infatti, dovrebbe anche soddisfare il fabbisogno energetico del Kazakistan, dove le interruzioni di elettricità sono frequenti.

QazaqGaz on ha fornito altri dettagli.

IL PROBLEMA KAZAKO

Sulla carta, il Kazakistan possiede grandi riserve di gas naturale; eppure, meno del 60 per cento della sua popolazione ha accesso al gas. Ecco perché il governo sta studiando il problema della mancata connessione alla rete nei territori settentrionali e orientali, e valutando la costruzione di una condotta verso est.

Il progetto di un gasdotto tra Kostanay (nel nord) e Ust-Kamenogorsk (nell’est) richiederebbe però grandi investimenti. Per rientrarvi – ha scritto l’agenzia di stampa russa Interfax – servirebbero delle tariffe del gas più alte sui consumatori.

COME VA (MALE) GAZPROM

Visto il crollo delle esportazioni via tubo in Europa – il suo mercato principale, prima dell’invasione dell’Ucraina -, Gazprom ha detto che il 2022 è stato un anno “molto, molto difficile”. I flussi via condotte verso i paesi che non appartenevano all’Unione sovietica sono infatti ammontati a circa 100,9 miliardi di metri cubi, il 45 per cento in meno rispetto ai volumi del 2021 (185,1 miliardi) e il valore più basso dal 1995. Anche i livelli produttivi sono scesi parecchio, passando dai 514,8 miliardi di metri cubi del 2021 (il massimo in tredici anni) ai 412,6 miliardi dell’anno scorso.

I PIANI DELLA RUSSIA PER LA CINA

Nonostante il calo generale, nel 2022 le esportazioni di gas russo in Cina, attraverso il gasdotto Potere della Siberia (“Power of Siberia”), hanno registrato un aumento notevole, arrivando a 10,39 miliardi di metri cubi. Nel 2021 però, prima dell’inizio della guerra, la Russia ha venduto all’Unione europea 155 miliardi di metri cubi di gas.

Gazprom ha intenzione di avviare la costruzione di un secondo gasdotto verso la Cina, chiamato Forza della Siberia 2 (“Power of Siberia 2”), nel 2024. Dovrebbe entrare in funzione nel 2030, commercializzando le riserve della Siberia occidentale, le stesse precedentemente destinate all’Europa. Forza della Siberia 2 avrà una capacità massima di 50 miliardi di metri cubi all’anno, leggermente inferiore a quella della principale condotta russa con l’Europa, il Nord Stream 1 (55 miliardi di metri cubi).

L’UZBEKISTAN INIZIERÀ A IMPORTARE GAS RUSSO

Oltre alla Cina e al Kazakistan, la Russia sta rafforzando le relazioni energetiche anche con un altro paese asiatico: l’Uzbekistan, che inizierà a importare gas naturale russo dal 1 marzo.

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