Guyana e Suriname, due Stati vicini e tradizionalmente periferici nel panorama energetico globale, si apprestano a giocare un ruolo chiave nella produzione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) nei prossimi anni, grazie a recenti scoperte di giacimenti offshore. Se adeguatamente sviluppate, queste risorse potrebbero spianare la strada a una significativa espansione delle esportazioni di GNL, con ricadute economiche di vasta portata per tutta la regione sudamericana.
Secondo un recente rapporto della società di consulenza energetica Wood Mackenzie, entrambe le nazioni dispongono di risorse di gas naturale non associato che, se sfruttate con lungimiranza, potrebbero permettere loro di inserirsi con successo nel mercato internazionale del GNL, oggi dominato da giganti come Stati Uniti, Qatar e Australia. Tuttavia, restano da affrontare sfide normative e fiscali che potrebbero rallentare l’avvio di progetti cruciali per il loro futuro.
La Guyana ha già dimostrato di poter competere nel settore grazie ai successi raggiunti nel blocco offshore Stabroek, gestito da ExxonMobil, che attualmente garantisce una produzione di oltre 660.000 barili di greggio al giorno. Con il via libera allo sviluppo del progetto Whiptail, che richiede un investimento di 12,7 miliardi di dollari, la produzione dovrebbe arrivare a quota 1,3 milioni di barili al giorno entro il 2027, segnando un traguardo senza precedenti per questo giovane Stato produttore.
Nel frattempo, il Suriname sta muovendo i suoi primi passi verso una maggiore indipendenza energetica. TotalEnergies ha recentemente dato il via libera al progetto GranMorgu, che dovrebbe generare una produzione giornaliera di 220.000 barili a partire dal 2028, sfruttando le scoperte nei giacimenti di Sapakara e Krabdagu. Tuttavia, nonostante il focus iniziale sia stato posto sul petrolio, anche in Suriname si stanno scoprendo promettenti giacimenti di gas naturale, destinati a diventare cruciali nel lungo termine.
Le prospettive per un’espansione della produzione di GNL non si fermano qui. Petronas, il colosso malese del settore energetico, ha riportato notevoli successi nelle attività esplorative nel Blocco 52 al largo del Suriname. Le recenti scoperte potrebbero consentire lo sviluppo di una piattaforma galleggiante di GNL (FLNG), aprendo nuove rotte commerciali verso i mercati asiatici, sempre più affamati di energia pulita.
Con una domanda di GNL in costante crescita, soprattutto nel Sud-Est asiatico, l’opportunità per la Guyana e il Suriname di inserirsi in un mercato in espansione appare concreta. La transizione energetica in corso, che vede molti Paesi asiatici accelerare il passaggio dal carbone al gas, potrebbe creare un vuoto di approvvigionamento che queste nazioni sudamericane potrebbero contribuire a colmare entro l’inizio del prossimo decennio.
Il rapporto di Wood Mackenzie, sottolinea come la vicinanza geografica ai mercati caraibici e sudamericani potrebbe rendere le esportazioni di GNL da Guyana e Suriname altamente competitive, riducendo i costi di trasporto rispetto alle rotte più lunghe dalle tradizionali fonti di approvvigionamento.
Tuttavia, affinché queste ambiziose prospettive diventino realtà, è essenziale che entrambi i Paesi risolvano rapidamente le questioni fiscali e normative che potrebbero rappresentare ostacoli agli investimenti. Senza un quadro normativo chiaro e stabile, le compagnie energetiche potrebbero esitare a impegnarsi in progetti che richiedono capitali significativi e tempi di realizzazione lunghi.