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Concessioni

Idroelettrico, cosa farà il governo alle concessioni di Enel, A2a, Iren e non solo

Il governo lavora a un decreto legge per semplificare il rinnovo delle concessioni idroelettriche. I ministri Urso e Pichetto sono allineati, ma cosa dirà la Lega? Tutti i dettagli (e le vecchie posizioni di Urso e Crosetto).

Il governo sta lavorando a un decreto legge sugli asset strategici italiani che dovrebbe prevedere un allungamento delle concessioni idroelettriche, la maggior parte delle quali scadranno nel 2029.

TENSIONI NELLA MAGGIORANZA SULLE CONCESSIONI PER L’IDROELETTRICO?

A lavorare sul decreto – sarà pronto, così scrive Il Sole 24 Ore, per luglio prossimo – sono due ministeri: quello delle Imprese e del made in Italy di Adolfo Urso, e quello dell’Ambiente e della sicurezza energetica di Gilberto Pichetto Fratin. Tra i due – esponente di Fratelli d’Italia il primo, membro di Forza Italia l’altro – c’è sintonia sulla norma per le concessioni, che però difficilmente piacerà alla Lega. Il partito, infatti, era stato il principale artefice della “regionalizzazione” delle concessioni idroelettriche, inserita nel decreto Semplificazioni del 2018 e volta a favorire i territori settentrionali (dove si concentra la capacità italiana) e le società miste pubblico-privato.

LE AZIENDE PRINCIPALI

I principali operatori idroelettrici italiani sono Enel (partecipata dal ministero dell’Economia), A2A (partecipata dai comuni di Brescia e Milano), Iren (partecipata dai comuni di Genova, Torino, Reggio Emilia e Parma), Acea (partecipata da Roma Capitale) ed Edison (parte del gruppo francese EDF).

COSA (NON) FARÀ FRATELLI D’ITALIA

Nel 2021 Fratelli d’Italia aveva tentato di fare ritorno a una gestione statali di questi impianti attraverso degli emendamenti alla legge sulla concorrenza; ritorno che però – nota Il Sole 24 Ore – “non sembra almeno al momento essere in campo”.

COSA PREVEDE LA NUOVA NORMA SULLE CONCESSIONI

Secondo la norma in lavorazione, alla scadenza delle concessioni, i titolari potrebbero ottenerne il rinnovo attraverso la rinegoziazione delle condizioni sugli investimenti e i canoni da riconoscere alle autorità regionali. Concessioni più lunghe garantiscono maggiori certezze alle imprese e le incentivano a investire nella manutenzione e nell’aggiornamento delle centrali.

COSA PENSAVA IL COPASIR DI URSO SULLE CONCESSIONI PER L’IDROELETTRICO

In una relazione del gennaio 2022 il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), al tempo presieduto da Adolfo Urso, aveva criticato il ddl Concorrenza per l’apertura agli operatori esteri delle gare per le concessioni idroelettriche. Nella relazione veniva sottolineato il “regime di non reciprocità poiché gli altri Paesi europei applicano un regime protezionistico in questo ambito”.

Il rischio di “scalate estere” alle concessioni italiane era già stato sottolineato con preoccupazione da Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia e attuale ministro della Difesa.

QUANTO DURERANNO I RINNOVI

È possibile che il governo voglia allineare la durata dei titoli concessionari alla media europea, che si aggira sui sessanta-novanta anni. In Italia si arriva a trent’anni, ma in alcune regioni si scende anche a quindici.

LA QUESTIONE PNRR

Oltre al possibile scontro con la Lega, la norma sulle concessioni dovrà anche assicurarsi la conformità – pena la bocciatura della Commissione europea – alle indicazioni del PNRR. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza stabilisce infatti di “favorire l’assegnazione trasparente e competitiva delle concessioni, anche eliminando o riducendo le previsioni di proroga o di rinnovo automatico”.

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