Il progetto della riconversione green della Raffineria di Gela prende forma. Impiegate nei lavori di costruzione circa 130 maestranze locali
Procede la conversione green della raffineria di Gela. I lavori sono stati avviati già lo scorso mese di Aprile, come previsto dal Protocollo d’Intesa siglato il 6 novembre 2014 al Ministero dello Sviluppo Economico tra Eni, le organizzazioni sindacali, le istituzioni e Confindustria. Il progetto prevede, attraverso la valorizzazione degli impianti esistenti e l’applicazione di tecnologie proprietarie, di convertire materie prime non convenzionali di prima (olio di palma) e seconda generazione (grassi animali, olii di frittura) in green diesel, green GPL e green nafta.
A soli due mesi dal rilascio delle autorizzazioni e in continuità con i cantieri propedeutici dello scorso Febbraio, ad oggi sono impiegate nei lavori di costruzione della Green Refinery circa 130 risorse locali, di cui 100 per attività di cantiere e 30 per la fase di ingegneria. Nel corso del 2016, è previsto un picco di risorse dell’indotto locale superiore alle 200 unità a cui si andranno ad aggiungere ulteriori 50 risorse esterne.
In anticipo di circa un anno, inoltre, a Giugno sarà emesso l’ordine per l’approvvigionamento dell’impianto per la produzione di idrogeno Steam Reforming, uno dei sistemi principali del progetto.
Particolarmente rilevante è stato l’impegno economico: dalla firma del Protocollo ad oggi Eni ha investito circa 310 milioni di euro, con una proiezione a fine anno che si prevede possa superare i 400 milioni, fatto salvo il rilascio delle autorizzazioni.
Sul fronte dell’occupazione nel periodo di attività, sono stati avviati 70 cantieri di cui 35 già completati; nella restante parte dell’anno se ne prevede di avviarne ulteriori 32. Per quanto concerne l’impiego diretto, l’impegno assunto con il Protocollo prevede di mantenere a regime 400 risorse in Raffineria e a oggi ne sono presenti 455. Delle oltre 500 ricollocate, 276 sono state trasferite in attività Eni con sede di lavoro a Gela e altre 26 presso altre realtà Eni in Sicilia. Il ricollocamento è stato realizzato senza far uso di cassa integrazione, attraverso un programma di riqualifica e riposizionamento in altre realtà Eni.
Nell’ambito delle attività upstream, sino ad oggi l’impegno economico sostenuto è pari al 70% del totale speso per le attività di valorizzazione dei campi maturi. Relativamente al progetto di sviluppo offshore dei campi a gas di Argo e Cassiopea sono state completate la fase di ingegneria e si resta in attesa dell’esito del ricorso al Consiglio di Stato contro il rilascio del decreto VIA/AIA e della concessione promosso da associazioni ambientaliste e da 4 Comuni della Sicilia, previsto nei prossimi mesi.
Per quanto concerne il risanamento ambientale, tutte le attività autorizzate sono concluse o in corso di realizzazione. Dalla firma del Protocollo sono stati spesi circa 82 milioni di euro e avviati 24 cantieri, nonostante le difficolta incontrate e i ritardi nel rilascio delle autorizzazioni. Per la restante parte dell’anno si prevede l’avvio di ulteriori 11 cantieri, tra i quali quello più importante è relativo alla dismissione dell’impianto ISAF, che dovrebbe finalmente iniziare nei prossimi mesi dopo un lungo iter autorizzativo, una volta ottenuta l’autorizzazione finale da parte della Regione.
Eni è impegnata, inoltre, in una importante attività che ha come obiettivo quello di garantire l’affidabilità, l’integrità tecnica e l’operabilità dei propri assets, che prevede la realizzazione di interventi periodici di verifica, controllo ed eventuale sostituzione di parti di impianti e di condotte in modo da prevenire potenziali situazioni di criticità. I costi sostenuti sino al 2015 per questa attività hanno superato gli 80 milioni di euro e nei prossimi 4 anni la proiezione di spesa dovrebbe eccedere i 50 milioni.
Procedono con successo le attività legate al Centro di Formazione della Sicurezza (SCC) che, inaugurato nel Gennaio 2015, ad oggi ha riqualificato e formato 137 risorse della Raffineria di Gela, facendone degli esperti della sicurezza. Eni, inoltre, è andata oltre l’impegno indicato nel Protocollo, realizzando il Safety Training Center: un nuovo centro per erogare corsi di formazione e aggiornamento in relazione allo svolgimento delle operazioni in cantiere. Il Safety Training Center diverrà operativo a partire da giugno 2016 e sarà in grado di accogliere sino a 1.400 risorse all’anno, offrendo importanti opportunità per il territorio.
A testimonianza della centralità delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale e “green economy”, all’interno del Protocollo, sono stati realizzati studi di fattibilità legati alla Chimica Verde e mobilità green. Nel campo della Chimica Verde, in linea con quanto previsto nel Protocollo, è stato completato da Versalis lo studio di fattibilità industriale e avviata la filiera agricola sperimentale del progetto. Al riguardo a inizio giugno è stato concluso il trapianto di 100.000 piantine di guayule presso 2 aziende agricole appartenenti all’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) della Regione Sicilia. I primi risultati saranno disponibili a partire dalla seconda metà del 2017. Per quanto concerne la Mobilità Green, i risultati preliminari dello studio di una base logistica a Gela per la distribuzione di GNL/CNG è stato completato nel 2015. La valutazione indica due soluzioni meritevoli di approfondimenti, riguardanti impianti GNL di piccola taglia focalizzati su un mercato regionale. Il 31 maggio si è tenuto il primo tavolo tecnico con MiSE, Regione Sicilia e l’Amministrazione Comunale di Gela per l’avvio di una fase di approfondimento della durata di circa 6 mesi per verificare la sussistenza delle condizioni tecniche e commerciali per sviluppare una iniziativa a livello industriale.
Per quanto riguarda le opere di compensazione, a oggi sono stati sottoscritti 3 Accordi Attuativi con Regione e l’Amministrazione Comunale di Gela, di cui l’ultimo siglato il 30 marzo 2016 per la realizzazione di uno spazio di co-working. L’impegno economico complessivo legato alla realizzazione dei 3 Accordi è stimato in 1.175.000 euro circa.
Inoltre, nell’ottica di fornire un ulteriore contributo all’individuazione di soluzioni per rilanciare e diversificare l’economia del territorio, Eni ha dato incarico, in accordo con Regione e Comune, a Nomisma, una delle più importanti società di studi strategici in Italia, di elaborare uno studio volto alla valorizzazione e riqualifica del territorio.