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TurkStream Gazprom

Come si gasa Gazprom in funzione anti-Usa

Tutte le mosse di Gazprom e Vladimir Putin nello scacchiere energetico mondiale. L’articolo di Giuseppe Gagliano

Proprio su queste pagine abbiamo già affrontato il ruolo che l’infrastruttura nota come Nord Stream 2 avrà negli equilibri energetici non solo europei.

Le scelte russe ed, in particolare di Gazprom, avranno un impatto sia sull’Ucraina, sia sulla sicurezza energetica europea. Accanto a questa infrastruttura la Russia sta portando in essere una proiezione di potenza in campo energetico anche con l’infrastruttura TurkStream che attraversa il Mar Nero, collega la Russia meridionale con la Turchia e poi continua attraverso la Bulgaria, la Serbia e l’Ungheria e che dovrebbe essere operativo nel 2020 con una capacità di 31 miliardi di metri cubi.

Ebbene i due gasdotti sono due strumenti geopolitici fondamentali per la Russia: indebolire l’Ucraina, dividere l’Europa, ed in particolare la Nato, rafforzando la sua influenza in Europa in funzione anti-americana.

Partendo dai dati finanziari secondo i quali Gazprom vale 98,8 miliardi di dollari e da quelli relativi ai costi -60% per Nord Stream 2 e 160% per TurkStream- è necessario sottolineare che Gazprom, in quanto impresa di stato legata a filo doppio sia con il Cremlino che con i servizi di sicurezza è soprattutto uno strumento politico.

Non a caso – da quando le relazioni di Mosca con Kiev hanno toccato i minimi storici in seguito all’annessione della Crimea del 2014 e alla guerra secessionista in corso nell’Ucraina orientale – la Russia ha esercitato pressioni costanti sull’ex stato sovietico, la cui fragile economia è fortemente dipendente dalle tariffe annuali di transito che ammantono a 3 miliardi di dollari.

Per quanto concerne l’Europa i principali beneficiari di Nord Stream 2 saranno la Germania, che trarrà vantaggio dalle tasse di transito per il gas, e l’Austria, la destinazione finale della nuova rotta di approvvigionamento di gas, che rafforzerà il suo ruolo come fondamentale hub di gas in Europa.

I perdenti saranno la Polonia, gli Stati baltici e la Slovacchia, che saranno privati dei vantaggi economici dovuti alle tariffe di transito, paesi baltici guarda caso legati alla Nato.

Ma la Russia è un Paese che guarda sia a est che a ovest: Power of Siberia, un oleodotto di 3000 km che collega la Siberia orientale della Russia al partner cinese ricco di capitale e affamato di energia, sarà completato entro la fine di quest’anno.

Il progetto, con un costo stimato di 55 miliardi di dollari, non solo rappresenta il più grande investimento di Mosca in assoluto nelle sue province orientali sottosviluppate e poco popolate, ma non farà altro che rafforzare le relazioni sino-sovietiche anche in materia di politica energetica per contenere e/o limitare l’egemonia americana.

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