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Russia e Italia, che cosa si sono detti Miller e Terracciano a Mosca secondo Gazprom

Tutti i dettagli sull’incontro a Mosca tra il numero uno di Gazprom, Alexey Miller (Russia), e il nuovo ambasciatore italiano Pasquale Terracciano. Articolo di Sebastiano Torrini e Giusy Caretto    Gas, rapporti bilaterali e cooperazione. Di questo hanno discusso nel corso di un incontro svoltosi a Mosca, Alexey Miller, presidente del comitato direttivo di Gazprom,…

 

Gas, rapporti bilaterali e cooperazione. Di questo hanno discusso nel corso di un incontro svoltosi a Mosca, Alexey Miller, presidente del comitato direttivo di Gazprom, e Pasquale Terracciano, ambasciatore italiano presso la Federazione russa. In particolare sulla questione degli approvvigionamenti di gas, i due hanno rilevato come Gazprom sia un fornitore affidabile dell’Italia da diversi decenni ormai.

Il nostro Paese, infatti, si trova a contendere a Malta, Lussemburgo, Cipro, Irlanda, Belgio e Lituania il poco invidiabile primato di Paese europeo con la più elevata dipendenza energetica dall’estero. Abbiamo bisogno di petrolio e gas stranieri. E abbiamo bisogno di Gazprom e della Russia. L’incontro, infatti, tenutosi il 20 marzo 2018 (e sicuramente fissato da tempo),  sembra voglia proprio una sorta di nuovo “benventuto” o saluto a Vladimi Putin, rieletto nella giornata di domenica per il suo quarto mandato consecutivo, con un consenso che va ben oltre il 75% di preferenze. Inoltre, come scritto di recente da Reuters, Il gasdotto Nord Stream 2 potrebbe essere finanziato anche da Intesa Sanpaolo.

ITALIA TERZO IMPORTATORE DI GAS RUSSO

Per capire il legame energetico (e politico) tra Italia e Russia dobbiamo partire dai numeri. I dati Snam dicono che per l’anno 2016 ha importato 65,06 miliardi di metri cubi di gas immesso in rete. Poca cosa, infatti, risultano essere i 5,57 miliardi di metri cubi di produzione domestica a fronte di una domanda del 2016, di 70,63 miliardi di metri cubi (in aumento di 3,38 miliardi di metri cubi rispetto al 2015, +5,0%).

A fornire la materia prima al nostro Paese è stata, in particolare, la Russia, con 28,26 miliardi di metri cubi (il resto arriva da Nord Europa – 6,7 miliardi di metri cubi – Algeria – 18,87 miliardi di metri cubi – e Libia – 4,81 miliardi di metri cubi). Nel 2017, invece, sono stati consegnati 23,8 miliardi di metri cubi di gas. E secondo i dati preliminari le esportazioni verso l’Italia sono cresciute del 99 per cento tra l’1 e il 19 marzo 2018, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il nostro paese è attualmente il terzo importatore di gas russo.

UNA NECESSITA’: DIVERSIFICARE LE ROTTE

Se del gas Russo l’Italia (ancora) non può fare a meno, all’Italia non resta che assicurarsi buoni rapporti e anche nuove rotte. E proprio di diversificazione delle rotte hanno discusso Alexey Miller e Pasquale Terracciano nel corso della loro riunione, riesaminando anche gli sforzi in corso per stabilire una rotta di approvvigionamento meridionale che si estenda attraverso il Mar Nero.

In passato, infatti, le guerre del Gas tra Russia e Ucraina hanno portato, più volte, alle minacce di chiudere i rubinetti anche verso l’Europa, Italia compresa.

TURKISH STREAM COMPLETATO AL 50%

A proposito di nuove vie, Miller ha informato Terracciano, nel corso della riunione, anche del completamento di oltre il 50% della sezione offshore del gasdotto Turkish Stream, ricordando che la seconda “gamba” della conduttura fornirà ai consumatori europei 15,75 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Proprio il Turkish Stream, infatti, rappresenta il piano B di Gazprom per realizzare la “grande ossessione” energetica russa: far arrivare il gas in Europa bypassando l’Ucraina. Il pirmo tratto farà arrivare il gas russo direttamente in Turchia, con Ankara che potrà rivendicare nel Mediterraneo il suo importante ruolo di terra di metanodotti e hub del gas.

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