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Sabotaggio Nord Stream

Nord Stream 2, come si muovono Intesa Sanpaolo e le aziende partner di Gazprom

Il nodo dei finanziamenti e delle presidenziali russe. Le aziende Ue partner di Gazprom scrivono a Bruxelles. Tutti i dettagli nell’approfondimento di Start Magazine Il gasdotto Nord Stream 2 potrebbe essere finanziato anche da Banca Intesa, la controllata russa di Intesa Sanpaolo. Ma una decisione sulla questione verrà presa solo dopo che la Commissione europea…

Il gasdotto Nord Stream 2 potrebbe essere finanziato anche da Banca Intesa, la controllata russa di Intesa Sanpaolo. Ma una decisione sulla questione verrà presa solo dopo che la Commissione europea si sarà espressa sulle sanzioni nei confronti della Russia. A dirlo è il presidente della stessa Banca Intesa Antonio Fallico a Ria Novosti.

RussiaPER IL RINNOVO DELLE SANZIONI UE SI ASPETTA LE PRESIDENZIALI RUSSE

“Attendiamo la decisione della Commissione Europea in merito. Se la decisione sarà positiva, cioè le sanzioni non ci saranno, Intesa è pronta a partecipare”, ha ammesso Fallico ricordando che a breve si terranno le elezioni presidenziali in Russia (il 18 marzo) e subito dopo, probabilmente, arriverà la decisione di Bruxelles. “Mi auguro che i leader di Francia e Germania abbiano già compreso che queste restrizioni non colpiscono soltanto la Russia ma anche l’Europa. Se in linea con le sanzioni Usa il Nord Stream verrà bloccato, l’economia Ue soffrirà gravi perdite”. Stati Uniti e Unione Europea hanno imposto sanzioni finanziarie ed economiche alla Russia nel 2014 per il ruolo svolto da Mosca nella crisi ucraina. Le restrizioni riguardano sia persone fisiche sia il settore bancario ed energetico, limitando l’accesso al finanziamento globale. Infatti, come ha dichiarato appena lo scorso anno l’azienda energetica austriaca OMV, uno dei partner di Nord Stream 2, il finanziamento di grandi progetti russi è diventato quasi impossibile dopo le sanzioni imposte dagli Usa.

LE AZIENDE UE PARTNER DI GAZPROM SCRIVONO A BRUXELLES: SERVE SUPPORTO LEGALE

Per questo, come riferisce Reuters, gli amministratori delegati delle tre società europee in partnership con Gazprom per realizzare l’opera in grado di trasportare fino a 55 miliardi di metri cubi di gas, hanno invitato la Commissione Ue a fornire un supporto legale al piano per placare le polemiche in corso sull’impatto che potrebbe avere sugli Stati europei. “Le leggi esistenti devono essere pienamente rispettate, solo in modo da creare investimenti e sicurezza energetica”, hanno dichiarato Rainer Seele, CEO di Wintershall, Mario Mehren, di Uniper e Klaus Schäfer di OMV. “Il quadro giuridico del progetto è netto”. La dichiarazione si colloca nel contesto dell’opposizione contro l’infrastruttura, in gran parte proveniente al di fuori della Germania, ma anche quella proveniente dal Partito dei Verdi tedesco che ha contestato l’opera citando costi elevati per i contribuenti e la maggiore dipendenza dal gas come combustibile fossile. 

I principali oppositori “esterni” sono, invece, Polonia, Ucraina e Stati baltici il cui atteggiamento ha reso “nervose” alcune banche finanziatrici. La dichiarazione delle tre aziende partner di Gazprom sottolinea che gli avversari del progetto sono guidati nelle loro dichiarazioni dall’emozione mentre le esigenze di import dell’Europa aumentano e il Gnl Usa è troppo costoso. Secondo le aziende europee l’Ue dovrebbe contrastare le divisioni e le differenze tra Europa orientale e occidentale. E l’approvvigionamento energetico dell’Europa non dovrebbe diventare “una pedina nella mano dell’energia, dell’economia, della sicurezza e della politica americana”.

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