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Bernabè

Gas, tutte le ramanzine di Bernabé (ex Eni) a Ue, Draghi e Cingolani

Bernabè, ex numero uno di Eni e oggi presidente di Acciaierie d'Italia, critica l'Europa per aver "smontato i monopoli integrati" nel mercato energetico, come quello del Cane a sei zampe, dice che gli stoccaggi di gas non basteranno, che servono razionamenti e che il futuro governo dovrà erogare nuovi sostegni. Tutti i dettagli

Stilettate dirette e indirette a Unione europea e governo italiano. Sono quelle che emergono da un’intervista del quotidiano La Stampa a Franco Bernabè, ex amministratore delegato di Eni e Telecom Italia, oggi presidente di Acciaierie d’Italia (ex Ilva).

L’ATTACCO ALL’EUROPA

A suo dire, Bruxelles avrebbe proceduto a “smantellare il sistema dei grandi approvvigionatori che avevano garantito per decenni disponibilità e prezzi competitivi del metano”, che sul TTF (l’hub di riferimento europeo) ha raggiunto livelli altissimi, benché attualmente inferiori ai record dei mesi scorsi: oggi si scambia intorno ai 164 euro al megawattora, ma aveva superato anche i 320.

“Negli anni Ottanta e Novanta”, argomenta Bernabè, “l’assetto del mercato era molto più solido: in Europa c’era una grande produzione interna di gas e le forniture dall’estero erano gestite da tre o quattro grandi compratori che erano in grado di negoziare da posizioni di forza con Gazprom o con l’Algeria”.

Nel 2021 l’Unione europea ha acquistato dalla sola Russia circa il 40 per cento del totale del gas importato (le percentuali italiane erano all’incirca le stesse). Questo lungo rapporto di dipendenza estrema da un solo venditore – che da più di un anno, ma soprattutto dal periodo successivo all’invasione dell’Ucraina, sta limitando sempre più i flussi – è la causa principale della crisi dei prezzi e delle forniture.

LO SMANTELLAMENTO DEI MONOPOLI

Secondo l’ex-dirigente di Eni, l’Unione europea “ha riformato il mercato [energetico, ndr] rendendolo competitivo dal lato della domanda senza poter influire su quello dell’offerta. I grandi compratori sono stati smantellati, la struttura si è indebolita. E questa situazione non è rimediabile” nell’immediato.

Con l’obiettivo di creare un mercato competitivo, le autorità europee hanno “smontato i monopoli integrati: Eni aveva le infrastrutture con la Snam, la distribuzione con Italgas. A un certo punto questo a Bruxelles non è più andato bene. In più, ha chiesto di smontare i contratti a lungo termine, con cui l’Eni e gli altri soggetti europei avevano il pieno controllo”.

IL TETTO AL PREZZO DEL GAS

L’Unione europea, dice Bernabè, non ha “una grande voglia” di procedere all’imposizione di un tetto al prezzo (price cap) del gas naturale importato. Si tratta di una misura che potrebbe contribuire all’abbassamento dell’inflazione, ma che potrebbe anche ridurre la disponibilità di combustibile per il continente: le navi che trasportano il GNL potrebbero infatti fare rotta verso paesi disposti a pagare di più.

“È ridicolo pensare a un tetto [solo, ndr] sul gas russo che oramai non c’è quasi più”, dice Bernabè. Le forniture provenienti dalla Russia sono infatti scarsissime, e nei giorni scorsi Gazprom ha interrotto anche i flussi all’Italia, senza fornire spiegazioni convincenti: pare però che sia stata trovata una soluzione per riattivarli.

I GIUDIZI SUL GOVERNO DRAGHI

“Gli stoccaggi che abbiamo correttamente riempito non basteranno”, dice Bernabè, “e ci vorrà un flusso continuo dall’estero: però il gas russo non ci sarà”. Al momento la quota del gas russo sul totale importato dall’Italia è piuttosto contenuta, del 10 per cento circa. Gli stoccaggi di gas sono invece pieni al 91,1 per cento, un valore superiore alla media europea (89,3 per cento)

“Possiamo solo ottimizzare le disponibilità di metano nel corso dell’inverno con una strategia di razionamenti che minimizzi i danni: ma serve un piano estremamente dettagliato in modo da tutelare i servizi essenziali”, aggiunge il presidente di Acciaierie d’Italia, che invita il governo a proteggere le industrie “energivore” come quelle siderurgiche.

Nell’intervista Bernabè ha giudicato con favore le misure di sostegno per famiglie e imprese contro il caro-bollette implementate dal governo Draghi, sostenendo che “lo dovranno continuare a fare anche i prossimi governi”.

– Leggi anche: Cosa farà il governo Meloni contro le maxi bollette di luce e gas

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