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Enel

Gas, tutte le follie del mercato Ttf olandese. Parola di Starace (Enel)

L'amministratore delegato di Enel propone l'imposizione di un tetto alla volatilità del Ttf, l'hub olandese del gas che fa da riferimento per l'Europa: ci sarebbero "andamenti anomali" del prezzo. Ecco tutte le critiche di Starace

 

Intervenuto al forum The European House – Ambrosetti di Cernobbio, l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace ha parlato della necessità di imporre “un tetto alla volatilità” del Title Transfer Facility, o TTF: è il punto di scambio del gas naturale di Amsterdam, nei Paesi Bassi, che funge da hub per l’Europa continentale.

LIMITARE LA VOLATILITÀ DEL TTF

Secondo Starace “la questione non è tanto mettere un tetto al prezzo del gas”, come si sta discutendo in sede europea, ma appunto fissare un livello massimo “alla volatilità dell’indice TTF al quale il gas viene convenzionalmente legato in Europa”.

In sostanza, il manager propone di stabilire una soglia di prezzo massimo agli scambi sull’hub di Amsterdam; è contrario, invece, all’imposizione di tetti al prezzo di vendita del gas.

NON È VERO CHE IL GAS COSTA COSÌ TANTO, DICE STARACE

Starace ha spiegato che Enel compra il gas dagli Stati Uniti, dall’Azerbaigian o dall’Algeria senza indicizzazione al TTF. Ha detto che “negli ultimi sette anni il gas in Europa è stata importato con un prezzo che ha oscillato tra i 20 e 30 euro a megawattora. Oggi abbiamo una situazione in cui questi numeri hanno uno zero in più a fianco. È vero che costa così tanto? Non è vero”, sostiene.

“L’indice TTF”, aggiunge, “ha cominciato ad avere un andamento anomalo già un anno fa, quando il prezzo ha cominciato a salire a 80 euro. Questo ha finito per introdurre nel meccanismo che fissa il prezzo convenzionale del gas in Europa considerazioni di rischio geopolitico che nulla hanno a che fare la tensione che c’è tra domanda e offerta o con il prezzo della materia”.

STARACE: IL TTF NON È PIÙ UN INDICE CREDIBILE

Spesso i prezzi del gas risentono degli annunci della Russia sulla limitazione o sospensione delle forniture all’Europa, creando incertezza sul mercato in merito alla disponibilità di combustibile.

– Leggi anche: La Russia ha sballato il mercato Ttf del gas?

Similmente, come detto da Starace, “non appena la UE ha cominciato a parlare di cap seriamente, il prezzo è sceso dai 300 a poco sopra i 200 euro”. Dunque, a suo dire, “porre un cap alla volatilità di questo indice di per sé sarebbe una soluzione”, perché il TTF “non ha più la credibilità in quanto tale: in passato ha funzionato bene perché ha reso liquido il mercato, ma ora questa convenienza ci si sta ritorcendo contro ormai da otto mesi”.

– Leggi anche: Tutte le furbizie dell’Olanda sul gas

COSA SI RISCHIA CON I CONTRATTI DI FORNITURA

Starace riconosce che l’imposizione di un tetto agli scambi di gas potrebbe causare l’annullamento dei contratti di fornitura, data la modifica unilaterale delle condizioni. Ma pensa che sarà una conseguenza temporanea perché “diciamoci la verità, sono contratti in prevalenza verso la Russia che di fatto hanno smesso di funzionare”.

È POSSIBILE SVINCOLARSI DAL TTF?

In un recente articolo per Energia, Carlo Stagnaro (economista di orientamento liberista dell’Istituto Bruno Leoni) e Simona Benedettini (esperta di mercati energetici) hanno criticato l’idea che i prezzi del gas al TTF sarebbero “completamente slegati dai fondamentali”. I due scrivono inoltre che non esistono prove che gli importatori di gas stiano registrando dei margini enormi in sede di vendita. E citano l’ARERA, l’autorità italiana di regolazione dell’energia, secondo la quale

i disallineamenti tra il costo medio dei contratti pluriennali di importazione e il valore di mercato del gas naturale sono mediamente compensati dalle coperture, restaurando la coerenza tra il costo medio di approvvigionamento dall’estero e il prezzo all’ingrosso del gas naturale.

“Ciò significa”, spiegano i due esperti, “che i prezzi a cui i consumatori acquistano il gas sono legati ai costi di importazione sostenuti dagli operatori. Se vi è rendita, essa non sta in Italia: la appropria chi il gas lo produce, non chi lo compravende”.

In merito al legame tra i prezzi al TTF e quelli negli Stati Uniti (Starace aveva parlato di forniture dall’America), Benedettini e Stagnaro rispondono così: “nulla e nessuno vieta agli europei di acquistare il gas in America a prezzi americani: il problema è che ai consumatori serve averlo in Europa. E se vogliono averlo in Europa, dati gli attuali livelli di domanda e offerta, devono rassegnarsi a pagarlo ai prezzi che il mercato esprime”.

– Leggi anche: Si può imporre un tetto al prezzo del gas? Girotondo di esperti

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