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Cipro Eni

Eni, Total, Shell e non solo: come vanno gli affari a Cipro e in Turchia

Cosa succede (non solo a Eni) a Cipro e in Turchia? Ecco le ultime novità.

 

TURCHIA: L’UE NON FA PAURA

Partiamo dalle ultime notizie in merito. La Turchia non molla la presa a Cipro nonostante le minacce che arrivano da Bruxelles in difesa di Eni e Total.

“Il progetto dei ministri degli Esteri dell’Ue di sanzionare il nostro Paese per le trivellazioni nel Mediterraneo orientale per noi è nullo e senza valore”, ha detto il vicepresidente turco Fuat Oktay, in un discorso in occasione del 36/mo anniversario della fondazione dell’autoproclamata Repubblica turca di Cipro del nord, riconosciuta solo da Ankara.

LE TRIVELLAZIONI CONTINUANO

Ankara ha alzato il livello della sfida nel Mediterraneo Orientale l’8 ottobre 2019, esplorando il blocco 7 della zona economica esclusiva di Nicosia. Daquel giorno le attività di esplorazione non si sono mai fermate.

“Dopo aver compiuto la sua missione nella nostra piattaforma continentale, la nostra nave da perforazione Fatih prosegue il suo lavoro al Capo di Karpaz”, a nord dell’isola, ha detto Oktay, confermando il prosieguo della attività di ricerca di idrocarburi al largo dell’isola, in base a quanto riportato da Ansa.

ENI COSTRETTA A RINUNCIARE A TRIVELLARE BLOCCO 7

Per ora, dunque, le trivellazioni di Eni nel blocco 7 della Zee di Cipro devono attendere. Eni e Total concentreranno le proprie attività iniziali nei settori 6-8, i cui dati sulla presenza di gas sono considerati più sicuri.
Secondo il quotidiano greco Ekathimerini, le attività di perforazione di Eni e Total previste per il blocco esplorativo 7 della Zee di Cipro non partiranno, al contrario di quanto concordato a fine settembre

ENI E TOTAL, IL BLOCCO 7 NON E’ PRIORITA’

Un danno (al momento) relativo per le due compagnie. Le perforazioni, in quel blocco, non sono una priorità, come sostenuto su Facebook da Marco Florian, general manager presso Med Agenda 2025 e International Cooperation and Infrastructures presso la Camera di Commercio Italo-ellenica di Salonicco: “Qualsiasi major dell’O&G spende con raziocinio: money for value. Il Block 7 è stato l’ultimo ad essere concesso. Molto tempo dopo i restanti in cui Eni e Total sono coinvolte. Certe attività, che necessitano di una difficile preparazione, hanno una scala di precedenze. Essendo il Block 7 l’ultimo concesso (due mesi fa, contro i tre anni degli altri), il Block 7 è anche quello meno pronto. Ergo sarà esplorato per ultimo”.

Eni

OBIETTIVO LIBANO

“Eni e Total – ha aggiunto Florian – hanno infatti già contrattualizzato la drill ship Tungsten Explorer, che è già in zona. Andrà prima in Libano dove Eni e Totai hanno due vecchie concessioni e poi andrà a Cipro. Eni e Total nel 2017 condussero una prima attività esplorativa nel Block 6 di Cipro, giacimento Calypso (capacità stimata fra i 240 Bcm ed i 420 Bcm, cioè da circa un 1/4 ad un 1/2 di Zhor).Per poter capire se è possibile sfruttare quel gas, capirne la qualità, è necessario un secondo round di ricerche. E siccome le ricerche costano fino a 500.000 €/giorno, queste si fanno con logica economica”. Conclusione di Florian: “Essendo il Block 6 il più maturo e più vicino ad un possibile sviluppo commerciale, si comincia da questo. E qual è il più immaturo? L’ultimo, il 7. Quindi il 7 viene lasciato per ultimo. Semplicemente vanno secondo priorità”, ha detto Florian.

COME FINIRÀ?

E’ solo questione di tempo? Forse o forse no, la Turchia potrebbe non arrendersi e prendersi quel gas, senza mai dare spazio ad Eni.

Difficile dire come finirà, ma la soluzione più logica potrebbe essere quella di un “accordo multilaterale di delimitazione”, secondo Fabio Caffio, ufficiale della Marina militare in congedo, esperto di diritto marittimo per Affarinternazionali. Questa via “risponde maggiormente alle esigenze di dialogo tra i Paesi mediterranei; Italia compresa, per quel che concerne le nostre relazioni marittime con Tunisia, Malta, Libia e Grecia”.

Diverso, invece, sarà se “Nicosia depositasse in un fondo sovrano parte dei proventi delle royalties da destinare alla popolazione della Rtcn”, ipotizza Caffio. La Turchia potrebbe fare un passo indietro, con buona pace di tutti.

NOBLE E SHELL: GLI AFFARI CONTINUANO

E mentre ad Eni non resta che attendere, c’è chi monetizzerà presto il gas concesso da Cipro. Solo qualche giorno fa, infatti, il governo di Nicosia, come raccontato su EnergiaOltre.it, ha siglato con un consorzio formato dall’americana Noble, dalla anglo-olandese Shell e dall’israeliana Delek (35%-35%-30%), un contratto per lo sfruttamento del giacimento Afrodite, scoperto nel 2011.

GUADAGNI OLTRE 9 MILIARDI PER CIPRO

L’accordo ha una durata di 25 anni e Cipro, secondo quanto riporta il Financial Mirror, Cipro prevede di guadagnare 9,3 miliardi di dollari in 18 anni grazie allo sfruttamento del giacimento. A Nicosia verrà garantito un reddito medio annuo di 520 milioni di dollari nel corso della vita del giacimento di gas. (le cifre si basano su un prezzo medio del petrolio di circa 70 dollari al barile).

AFRODITE: COMMERCIO A PARTIRE DAL 2025

Il gas di Afrodite dovrà essere in commercio a partire dal 2025. Sul mercato potrebbe arrivare grazie ad un gasdotto sottomarino che porterà l’oro blu fino agli impianti di Idku in Egitto (sulla costa mediterranea, nei pressi di Alessandria), per poi essere liquefatto e trasportato via metaniere.

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