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Libia Iraq

Eni, Snam e Saipem tra Libia, Turchia, Israele, Grecia e Cipro

Gli intrecci fra energia e geopolitica con il ruolo di Eni, Snam e Saipem fra Libia, EastMed e non solo. Fatti, commenti e analisi

La geografia del gas, nel mar Mediterraneo, si complica. E si intreccia, sempre più, con mosse e mire di Eni, Saipem e Snam. Mentre la Turchia si insinua in Libia sostenendo il governo di Tripoli, ad Atene il 2 gennaio i leader di Grecia, Cipro e Israele hanno siglato un accordo per realizzare il gasdotto sottomarino EastMed. Nel contempo, Ankara ha annunciato un progetto alternativo per un gasdotto tra Turchia e Repubblica turca di Cipro settentrionale.

IL COMMENTO DI PELANDA

La presenza di Eni nella regione è minacciata dall’“invasione” dei militari di Ankara, che supportano il governo riconosciuto dall’Onu e capeggiato da Sarraj (appoggiato formalmente anche dall’Italia). Il rischio, secondo l’analista Carlo Pelanda è che “nell’area dominata dal governo di Sarraj e tribù alleate la concessione all’Eni venga sostituita con una ad aziende turche”.

L’ANALISI DI JEAN SU LIBIA, ITALIA ED EASTMED

Il generale Carlo Jean ha criticato le mosse del governo italiano, oltre che degli Stati Uniti (“ambigui“): “Noi ci siamo cullati con l’idea molto peregrina di una cabina di regia assegnata all’Italia che i nostri governi hanno usato solo per farsi propaganda e peraltro in maniera molto maldestra”, ha detto Jean in una intervista a Start Magazine: “L’accordo tra Sarraj ed Erdogan sul Mediterraneo Orientale è contrario non soltanto agli interessi dell’Italia, ma anche a quelli di Grecia, Cipro e in parte di Egitto ed Israele. L’accordo infatti va ad incidere su EastMed, la grande pipeline che dovrebbe portare in Europa l’enorme quantità di gas che è stata scoperta a sud di Cipro, fino alle porte del Libano, di Israele e dell’Egitto. Ad ogni modo, dubito fortemente che la Turchia abbia le capacità finanziarie e tecnologiche per sfruttare questo gas”.

IL TWEET DI MARCO FLORIAN

EastMed è l’infrastruttura che punta a fornire circa il 10% del gas naturale europeo aggirando la Turchia. “Se la Tripolitania è vitale, il resto lo è altrettanto; Eni/Edison/Snam sono presenti dappertutto non solo in Tripolitania”, ha scritto l’analista e general manager di Med Agenda 2025 Marco Florian su Twitter, corredando una serie di immagini in cui si mostra la presenza delle aziende italiane, rispettivamente, in Libia, Egitto, Israele, Cipro, Libano, Grecia e Bulgaria.

https://twitter.com/MarcoFlorianMED/status/1216344465310248962

NON SOLO TRIPOLITANIA

Dalle mappe – ha aggiunto Florian – si deduce: “Se la Tripolitania è vitale, il resto lo è altrettanto. Eni/Edison/Snam sono presenti dappertutto non solo in Tripolitania. La maggior parte degli asset tripolitani fra l’altro sono sotto Lna” del generale Haftar, spiega Florian, che in un altro tweet aggiunge: “L’instabilità nel Mediterraneo colpisce il nostro export, i nostri porti, i nostri investimenti strategici, un danno potenziale fra il 2,5%-3% del nostro PIL (sono 50-60 Bn€/anno)”.

QUANTO VALE EASTMED PER L’ITALIA

Per avere un’idea, in termini numeri, di quanto valgono i buoni rapporti con i Paesi coinvolti in EastMed (compresi i balcani) basterà sapere che l’export italiano verso la regione, nel 2018, è stato pari a 37 miliardi di euro, una cifra superiore di 1,5 volte quella di Cina, Russia ed India, insieme, chiosa Florian.

LE MIRE DI SAIPEM….

Ma Eastmed è importante anche per quello che potrebbe essere. La realizzazione del gasdotto, il cui sviluppatore è Igi-Poseidon (joint-venture tra la greca Depa ed Edison controllata dal gruppo francese Edf), potrebbe veder coinvolta Saipem per la posa dei tubi: “Sarebbe – scrive il Corriere della Sera – la candidata ideale per il lavoro di posa da svolgere insieme alla svizzera Allseas”.

…E QUELLE DI SNAM

In un secondo momento anche Snam potrebbe unirsi alla partita, ritagliandosi magari una partecipazione con Depa e Edison, aggiunge il Corriere Economia: “La società guidata da Marco Alverà si è dimostrata interessata al progetto, suggerendo anche agli israeliani di produrre e iniettare idrogeno nel gasdotto per aumentare l’appeal green dell’opera agli occhi dell’Unione europea”.

UN GASDOTTO ALTERNATIVO

Inoltre c’è stato l’annuncio da parte della Turchia di un gasdotto alternativo a EastMed. Si tratta di un gasdotto tra Turchia e Repubblica turca di Cipro settentrionale. Le due parti avrebbero già avviato i dovuti approfondimenti per realizzazione finale di una infrastruttura lunga 80 chilometri (che verrebbe costruita in parallelo ad una tubazione che trasporta acqua potabile dalla Turchia a Cipro).

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