Firma di Grecia, Israele e Cipro per l’avvio del gasdotto EastMed, l’infrastruttura di trasporto gas ai paesi europei che approderà in Italia e fornirà le risorse dei bacini orientali del Mediterraneo, nell’ottica di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento e di maggiore indipendenza dalla Russia.
LA BENEDIZIONE DI UE E USA
Per questo il gasdotto ha ricevuto la benedizione dell’Europa – e dell’Italia – ma anche degli Stati Uniti. “Siamo convinti che aprirà nuove opportunità all’Europa, il che è importante per la sicurezza dell’Europa e per le nostre rispettive economie, oltre che per consolidare la cooperazione regionale”, aveva infatti detto il premier israeliano Netanyahu qualche settimana fa. P
roprio a dicembre “IGI Poseidon ha concordato di accelerare lo sviluppo del gasdotto EastMed e di prendere una decisione finale di investimento entro due anni – si legge su Bloomberg -. L’Unione europea ha affermato di sostenere il progetto perché contribuirà a diversificare le sue forniture di gas e ad aumentare la sicurezza energetica”, mentre il segretario di Stato americano Mike Pompeo “ha sottolineato il sostegno americano al gasdotto quando ha partecipato a un vertice trilaterale Cipro-Grecia-Israele a Gerusalemme a marzo”.
IL PROGETTO
Il gasdotto si sviluppa per 2.000 chilometri, dal Medio Oriente al Sud Europa, e potrà trasportare fino a 12 miliardi di metri cubi all’anno, cambiando significativamente gli scenari energetici nel Mediterraneo, una regione dove non a caso si assiste a un nuovo dinamismo nei rapporti tra Grecia, Turchia e Israele, soprattutto dopo la scoperta di nuovi giacimenti di idrocarburi. “Il progetto di gasdotto EastMed da 6 miliardi di euro, che collegherà le riserve di gas offshore di Cipro e Israele alla Grecia continentale e all’Italia, aggira la Turchia mira a fornire una stima del 10% del gas naturale europeo”, ha scritto Financial Times.
IL PIANO TURCO
In questo quadro c’è però da fare i conti con la Turchia e il piano organizzato sviluppato dalla Turkish Petroleum Corporation (TPAO) negli ultimi sei mesi. Come riferisce il quotidiano greco Ekathimerini questo piano, elaborato in collaborazione con i ministeri degli affari esteri e della difesa e presentato da TPAO al governo turco, “prevede un’intensificazione della presenza della marina turca in tutto il bacino del Mediterraneo orientale – si legge su Ekathimerini -. Prevede inoltre continue attività esplorative e di perforazione all’interno della zona economica esclusiva (ZEE) di Cipro, chiedendo inoltre che si faccia pressione sul Qatar per ritirare la Qatar Petroleum – di proprietà statale – dal consorzio con la società americana ExxonMobil, che è attiva in blocco 10 della ZEE di Cipro”.
“La Turchia non consentirà alcuna attività contraria ai propri interessi nella regione. Qualsiasi piano che ignori la Turchia non ha assolutamente alcuna possibilità di successo “, ha detto Fuat Oktay, vicepresidente della Turchia, all’agenzia di stampa statale Anadolu secondo quanto riferito da Ft. “La Turchia è una nazione che non piegherà la testa a minacce o sanzioni”. A novembre, Ankara ha stabilito un confine marittimo con la Libia nelle acque del Mediterraneo rivendicato da Grecia e Cipro, mettendo a rischio proprio il progetto di gasdotto.
LE MOSSE DEL GOVERNO DI ATENE
In risposta alle mosse della Turchia, che includono il rafforzamento dei legami con il governo libico di accordo nazionale di Tripoli, Atene ha intrapreso un’offensiva diplomatica di ampia portata. Più specificamente, “sono iniziati a Roma i colloqui tecnici sulla possibilità di delimitare una ZEE tra Grecia e Italia. Seguirà un incontro trilaterale tra la Grecia, Cipro ed Egitto al Cairo il 4-5 gennaio, con il sostegno della Francia”, scrive Ekathimerini.
LA QUESTIONE EASTMED
Non solo. “Il 7 gennaio, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis terrà colloqui cruciali con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca, mentre l’8 o 9 gennaio si terranno colloqui tecnici sulla demarcazione della ZEE con l’Egitto. Il prossimo EastMed Gas Forum (Grecia, Cipro, Israele, Egitto, Italia, Autorità palestinese, Stati Uniti) si svolgerà più avanti a gennaio”, evidenzia il quotidiano greco.
“Nonostante la dubbia fattibilità economica del gasdotto EastMed, l’impegno per il progetto sviluppato da Grecia, Cipro, Israele, con il sostegno degli Stati Uniti e gradualmente quello di Egitto o Francia, suggerisce che ci si muoverà in anticipo proprio per considerazioni politiche”, conclude Ekathimerini.
E L’ITALIA?
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L’Italia dovrebbe garantire il suo pieno appoggio al progetto italiano. Secondo il quotidiano greco Ekathimerini “il ministro italiano per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli, ha inviato una lettera di sostegno al progetto alla controparte greca, il ministro dell’Ambiente e dell’energia Kostis Hatzidakis. ‘Vorrei esprimere i miei più calorosi auguri per il successo dell’iniziativa, che l’Italia continua a sostenere nel quadro dei progetti europei di interesse comune’, ha affermato Patuanelli nella sua lettera”.
Il discorso sull’opera, dopo qualche tentennamento da parte dell’esecutivo, dovrebbe essere ripartito il giorno dell’incontro a Palazzo Chigi a novembre tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il premier ellenico, Kyriakos Mitsotakis. Durante la visita del primo ministro di Atene, infatti il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli (M5s) e il sottosegretario greco all’Energia Thomas avevano siglato un memorandum di intesa sull’energia. Ciò malgrado prima dell’estate Conte da Bari avesse manifestato la contrarietà del governo a nuovi progetti gas in Puglia.
PRIMA DELLA FIRMA INTESA TRA DEPA ED ENERGEAN
“Poco prima della firma Public Gas Corporation of Greece (DEPA) e la società di esplorazione e produzione di petrolio e gas Energean Oil & Gas firmeranno una lettera di intenti per la fornitura di gas naturale dal gasdotto EastMed. Secondo il ministero dell’Energia della Grecia, il gasdotto, tra i suoi altri vantaggi, garantirà la fornitura di gas naturale alle aree in Grecia che attualmente non hanno accesso alla rete nazionale del gas, come Creta, il Peloponneso e la Grecia occidentale”, sottolinea sempre Ekathimerini. Energean è una società greco-britannica che controlla i giacimenti di gas naturale israeliano di Karish e Tanin, da dove proverranno le risorse da immettere nell’infrastruttura.
CHE COSA HA DETTO PISTELLI (ENI) AL SEMINARIO IAI
“Credo che oggi la sfida per le imprese italiane sia investire soprattutto nel Mediterraneo orientale, l’Eastmed. Che per la regione può essere un vero e proprio punto di forza anche se non credo sia giusto definire l’Eastmed come un hub del gas. Sì, c’è l’Egitto che produce gas ma non basta”, ha detto il direttore Relazioni internazionali di Eni, Lapo Pistelli, nel corso di in seminario organizzato dallo Iai (Istituto Affari Internazionali): in questo senso, “è un bene che quest’anno sia nato l’Eastmed forum, che ha avuto un primo effetto di mitigare per esempio le relazioni tra Egitto e Israele”.