Il New York Times ha anticipato che oggi l’amministrazione di Joe Biden annuncerà di voler portare al 45 per cento la quota di elettricità generata dall’energia solare negli Stati Uniti entro il 2050. L’obiettivo si lega al piano del presidente per far raggiungere al paese la “neutralità carbonica” – cioè l’azzeramento netto delle emissioni di gas serra – entro la metà del secolo e contrastare il riscaldamento globale.
UN OBIETTIVO MOLTO AMBIZIOSO
Nel 2020 l’energia solare valeva meno del 4 per cento dell’elettricità prodotta negli Stati Uniti. Portare la quota al 45 per cento in meno di trent’anni non sarà facile, e implicherà una trasformazione radicale dell’intera industria energetica americana.
In un nuovo rapporto, il dipartimento dell’Energia afferma che gli Stati Uniti devono raddoppiare la quantità di energia solare installata ogni anno per i prossimi quattro anni, rispetto ai livelli del 2020, se vorranno mantenere gli impegni climatici. Dal 2030, poi, le installazioni dovranno procedere a un ritmo doppio.
LA STIMA DEL DIPARTIMENTO DELL’ENERGIA
Nel concreto, per raggiungere l’obiettivo gli Stati Uniti dovranno installare molti più pannelli solari sui tetti e sui terreni liberi. Non sarà facile, avverte il New York Times.
Una proiezione del dipartimento dell’Energia dello scorso febbraio sosteneva che, sulla base dei trend e delle politiche esistenti, entro il 2050 tutte le fonti rinnovabili – non solo il solare quindi, ma anche l’eolico e l’idroelettrico – varranno il 42 per cento dell’elettricità prodotta nella nazione. L’amministrazione Biden vuole che, per la stessa data, il solare arrivi da solo al 45 per cento.
COME FARE
L’amministrazione Biden non ha finora spiegato esattamente cosa intende fare per raggiungere l’obiettivo: probabilmente buona parte dei dettagli saranno contenuti nel piano sulle infrastrutture, al momento oggetto di discussione al Congresso.
Nei mesi scorsi il dipartimento dell’Energia ha fissato un target per la riduzione del costo dell’energia solare del 60 per cento entro il 2030. Il dipartimento spiegò di voler spendere 128 milioni di dollari per lo sviluppo di nuove tecnologie per il solare come le celle fotovoltaiche perovskitiche, potenzialmente più economiche di quelle al silicio che attualmente dominano il mercato.
Stando alle previsioni dell’amministrazione Biden, entro il 2025 il prezzo dell’energia solare nei progetti su larga scala arriverà a 3 centesimi di dollaro al kilowattora (contro gli attuali 4,6 centesimi), per scendere ancora a 2 centesimi entro il 2030. In questo modo, la decarbonizzazione della rete elettrica dovrebbe farsi molto più conveniente.
GLI OBIETTIVI SULLE BATTERIE
Per continuare a garantire stabilità alla rete elettrica – gli impianti solari, come quelli eolici e a differenza delle centrali a carbone o gas, dipendono dal meteo per il loro output energetico -, gli Stati Uniti vogliono potenziare le proprie capacità di stoccaggio e anche i costi di questa tecnologia.
A luglio l’amministrazione Biden si è data l’obiettivo di ridurre il costo dello stoccaggio energetico del 90 per cento entro la fine del decennio.
Il raggiungimento del target sarà affidato principalmente al dipartimento dell’Energia. La segretaria Jennifer Granholm ha spiegato che “nei prossimi anni metteremo in rete centinaia di gigawatt di energia pulita, e dobbiamo essere in grado di utilizzare quell’energia dove e quando è necessaria”.
Più nello specifico – ma dettagli veri e propri non sono stati forniti, vista la natura sensibile del programma -, il dipartimento dell’Energia si concentrerà su quelle tecnologie in grado di accumulare energia per più di dieci ore alla volta. Non sono state fornite stime nemmeno sui costi necessari al raggiungimento dell’obiettivo: il dipartimento ha detto solo che cercherà di ottenere fondi per la ricerca dal Congresso.
Attualmente la forma di stoccaggio energetico che garantisce una durata maggiore è l’idroelettrico a pompaggio. Ma il dipartimento dell’Energia ha detto che prenderà in considerazione anche sistemi di stoccaggio elettrochimico (ossia le batterie), meccanico, termico e di altro tipo ancora.
IL MIX ELETTRICO DEGLI STATI UNITI
Le installazioni di capacità rinnovabile stanno crescendo rapidamente negli Stati Uniti: tutte insieme, queste fonti valgono il 20 per cento dell’elettricità generata nel paese. Tuttavia, il carbone e il gas naturale contribuiscono al mix elettrico per il 60 cento.
I PANNELLI DALLA CINA
L’aumento delle installazioni di pannelli solari è complicato dal fatto che la manifattura di questi dispositivi e le forniture delle materie prime necessarie alla loro produzione sono dominate dalla Cina, il maggiore rivale americano.
Di recente l’amministrazione Biden ha bloccato le importazioni di prodotti collegati alla regione cinese dello Xinjiang sulla base delle violazioni dei diritti umani della minoranza uigura. Quasi la metà dell’offerta globale di polisilicio – un materiale utilizzato per produrre le celle fotovoltaiche – arriva però dalla sola regione dello Xinjiang; nel 2019 la quota degli Stati Uniti in questo mercato era inferiore al 5 per cento nel 2019. Nel breve termine, almeno finché le filiere dell’energia solare non si riorganizzeranno, la produzione dei pannelli fotovoltaici potrebbe subire dei rallentamenti.
LE POLITICHE DI BIDEN
Per incoraggiare l’utilizzo di sistemi di energia solare e di batterie negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden vuole che i governi statali semplifichino le procedure autorizzative per l’ottenimento dei permessi (in alcune parti d’America possono volerci mesi per mettere dei pannelli sul tetto di una casa). La segretaria Granholm ha detto inoltre che la Casa Bianca ricorrerà al Clean Electricity Payment Program, un programma che prevede delle “ricompense” economiche per le società elettriche che aggiungono capacità rinnovabile alla rete.