skip to Main Content

Nucleare

Perché l’Italia ha rinunciato all’alleanza nucleare con la Francia

Il governo italiano si è tirato indietro dall'alleanza pro-nucleare guidata dalla Francia, alla quale - stando alle anticipazioni - avrebbe dovuto partecipare. Il ministro Pichetto giustifica l'assenza con il "rispetto istituzionale" per il referendum del 1987; la viceministra Gavia ha parlato di "scellerate scelte del passato".

Parigi chiama, ma Roma non risponde? L’Italia, infatti, non ha partecipato alla riunione convocata dalla Francia per formare un’alleanza di paesi favorevoli al nucleare dentro l’Unione europea, accusata da Parigi di non dare sufficienti attenzioni e spazi all’energia atomica nei suoi piani per la transizione ecologica.

I PAESI PARTECIPANTI

La riunione si è svolta ieri, a margine dell’incontro a Stoccolma tra i ventisette ministri dell’Energia, ed è stata organizzata da Agnès Pannier-Runacher, la ministra francese della Transizione ecologica. Hanno partecipato undici paesi in tutto: Bulgaria, Croazia, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, più la Francia.

PERCHÉ SVEZIA E ITALIA SI SONO TIRATE INDIETRO

Inizialmente sembrava – così riportavano l’Ansa e Reuters, tra le altre agenzie – che avrebbero partecipato anche la Svezia e l’Italia. La prima si è però tirata indietro non per ragioni ideologiche (al contrario, possiede tre centrali e sei reattori) ma per questioni di neutralità, occupando la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Mentre l’Italia, che invece ha rinunciato al nucleare dopo il referendum del 1987, non ha aderito per questioni di “rispetto istituzionale”.

Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha dichiarato infatti che “nel rispetto istituzionale che richiede questo tema, il ministro Gilberto Pichetto ritiene che l’Italia non possa sedersi a un tavolo sul nucleare, prima di aver affrontato e risolto a livello parlamentare e giuridico il divieto di generare energia nucleare nel territorio nazionale sancito e ribadito dalla volontà popolare”.

– Leggi anche: Cosa deve fare l’Italia per riattivare l’energia nucleare

UN ERRORE DEI FRANCESI?

David Carretta, corrispondente di Radio Radicale dalle istituzioni europee, ha scritto su Twitter che “l’Italia è stata inserita nella lista dell’Alleanza per il nucleare per un errore dei francesi”. In una telefonata con l’omologa francese, il ministro Pichetto avrebbe inoltre detto: “Beati voi che avete il nucleare”.

Pichetto – spiega Carretta – “è favorevole a livello personale al nucleare di quarta generazione“, quello più innovativo, “ma ritiene che serva una decisione a livello di governo e parlamento per superare quello che l’Italia decise nel 1987 con il referendum sul ‘no’ al nucleare”.

Il ministro si era anche espresso a favore della fusione nucleare, un processo diverso dalla fissione che è però ancora molto lontano dall’utilizzo commerciale.

LE PAROLE DELLA VICEMINISTRA VANNIA GAVA SUL NUCLEARE

La viceministra dell’Ambiente, la leghista Vannia Gava, ha parlato di “scellerate scelte del passato” prese dall’Italia sull’energia nucleare.  “Sugli sviluppi del nucleare di nuova generazione ho avuto, a margine del Consiglio europeo Energia di Stoccolma, un interessante confronto con la collega francese Agnès Pannier-Runacher. L’idea di un alleanza dei paesi che già usano il nucleare come fonte di energia decarbonizzante è interessante”, ha dichiarato. “Ho confermato che l’Italia guarda con grande attenzione a questa scelta strategica, parte integrante peraltro del nostro programma elettorale.

L’ALLEANZA PRO-NUCLEARE DELLA FRANCIA

Nel comunicato congiunto pubblicato a termine della riunione, la Francia e gli altri dieci paesi partecipanti hanno dichiarato di voler rafforzare la cooperazione tra le rispettive industrie nucleari su questioni tecniche, tecnologiche e di sicurezza.

https://twitter.com/AnnaHbrt/status/1630477259260788737

Ma il vero obiettivo della Francia, anticipato già giorni fa, era quello di “inviare un segnale forte nei vari colloqui europei” sull’idrogeno pulito. L’Unione europea sta discutendo di una direttiva sulle energie rinnovabili, nota come RED III, che fisserà gli obiettivi per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali e dei trasporti. Parigi vuole sfruttare le proprie centrali nucleari non solo per generare elettricità, ma anche per produrre idrogeno a emissioni zero.

L’idrogeno ottenuto dalla fonte nucleare viene chiamato “rosa”; mentre quello da fonti rinnovabili, come l’eolico e il solare, è detto “verde”. Nonostante il nucleare sia una fonte energetica priva di CO2 come l’eolico e il solare, Bruxelles classifica solo l’idrogeno verde come pulito a tutti gli effetti; quello viola, invece, viene classificato come low-carbon, cioè a basse emissioni. La Francia vuole eliminare questa distinzione, che ne danneggia l’ambizione di diventare un’esportatrice di idrogeno, e non solo di elettricità.

GERMANIA E SPAGNA FARANNO NAUFRAGARE L’H2MED?

Ai desideri francesi si oppongono però la Germania (contraria all’energia nucleare) e la Spagna (che, forte del suo potenziale solare, vuole produrre l’idrogeno dalle rinnovabili). Queste divergenze potrebbero far fallire il progetto multimiliardario dell’H2Med, la tubatura per il trasporto di idrogeno tra Barcellona e Marsiglia, e poi fino in territorio tedesco.

Back To Top