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Enel

Cosa farà Enel in Italia, Usa e America latina

Enel investirà 1 miliardo di dollari nella costruzione di una grossa fabbrica di celle e pannelli solari negli Stati Uniti. In Italia spenderà 600 milioni per l'espansione del sito di Catania. Nel frattempo, la società vende asset per ridurre il debito. Tutti i dettagli.

 

Enel sta pianificando la costruzione di una grossa fabbrica di celle solari (i dispositivi che formano i moduli fotovoltaici, o pannelli) negli Stati Uniti, andando a colmare un buco nella filiera americana: al momento, infatti, non esiste nel paese una produzione di questi componenti, dato che le aziende locali sono state messe fuori mercato dalla più economica concorrenza asiatica.

3 GW DI CAPACITÀ, DA PORTARE A 6

Oltre alle celle, lo stabilimento di Enel realizzerà anche pannelli solari, per una capacità iniziale di 3 gigawatt che potrebbe raggiungere i 6 GW: la società italiana diventerebbe uno degli attori più importanti dell’industria solare statunitense. Stando alle stime del Wall Street Journal, che ha dato la notizia, l’investimento dovrebbe ammontare a circa 1 miliardo di dollari.

COMPETERE CON LA CINA

Giovanni Bertolino, a capo della divisione statunitense di 3Sun, la società del gruppo Enel specializzata nella manifattura di celle e pannelli, ha detto che “le economie di scala e le curve di apprendimento sono super importanti in questo settore”. Per poter reggere la competizione con la Cina – che domina, con una quota intorno all’80 per cento, il mercato internazionale dei dispositivi solari per quantità, qualità e prezzi -, Enel avrà bisogno di grandi volumi di produzione e di processi efficienti che tengano basso i costi.

IL RUOLO (DETERMINANTE) DELL’INFLATION REDUCTION ACT

L’investimento di Enel negli Stati Uniti è stato favorito dall’Inflation Reduction Act, la legge firmata lo scorso agosto dal presidente Joe Biden che – tra le altre cose – stanzia importanti crediti d’imposta per quelle aziende che realizzano tecnologie per le energie pulite come le batterie per i veicoli elettrici, le turbine eoliche e la componentistica solare.

Per via dei sussidi, l’Inflation Reduction Act ha creato contrasti tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, che teme di perdere attrattività per le aziende, ma la legge possiede un’importanza strategica per Washington: ha lo scopo di contrastare la Cina attraverso il rinvigorimento della manifattura americana nei settori cruciali per le transizioni energetica e digitale.

Oltre a Enel, gli incentivi previsti dall’Inflation Reduction Act hanno spinto altre aziende sia straniere che americane – come il produttore di dispositivi solari First Solar o la società sudcoreana di batterie LG Energy Solution – a programmare investimenti sostanziosi in capacità manifatturiera negli Stati Uniti.

L’ACCELERAZIONE DEL SOLARE NEGLI STATI UNITI

Negli ultimi anni, gli Stati Uniti si sono dotati di nuova capacità solare per circa 20 GW all’anno, una quantità di energia in grado di alimentare tre milioni e mezzo di case; alcune previsioni parlano di un raddoppio di quel numero nel decennio prossimo.

DOVE SORGERÀ LA FABBRICA DI ENEL NEGLI USA?

Enel non ha ancora scelto il luogo in cui costruire la fabbrica: i siti più probabili sono il Texas e la regione dei Grandi laghi, che comprende gli stati di Minnesota, Wisconsin, Illinois, Indiana, Michigan, Ohio, Pennsylvania e New York.

La società dovrebbe prendere una decisione – basata innanzitutto sulla rapidità autorizzativa – entro la fine dell’anno e conta di partire con la produzione verso la fine del 2024.

I PIANI DI ENEL SUL FOTOVOLTAICO IN ITALIA

In Italia Enel produce sia celle che pannelli solari nella fabbrica di 3Sun in Sicilia, aperta nel 2010. Con un investimento di 600 milioni di euro, la società vuole espanderne la capacità di quindici volte, portandola a 3 GW e facendone il più grande stabilimento europeo per la manifattura di moduli fotovoltaici bifacciali (più efficienti di quelli convenzionali perché producono più energia a parità di superficie occupata).

Enel utilizza celle solari di tipo Tandem, composte da una cella in silicio sulla quale viene innestata una seconda cella in perovskite, un materiale assorbente dalla maggiore efficienza.

Secondo le stime di Enel, la trasformazione della fabbrica creerà mille posti di lavoro nell’area di Catania entro il 2024.

– Leggi anche: Flop Invitalia sui fondi per rinnovabili e batterie

VENDITA ASSET E RIDUZIONE DEL DEBITO

Enel ha intenzione di vendere propri asset dal valore di 21 miliardi di euro per ridurre il suo debito, cresciuto molto a seguito delle numerose acquisizioni volte ad aumentare la capacità di generazione da fonti rinnovabili.

A fine settembre il debito di Enel ammontava a 69,7 miliardi di euro. Attraverso la vendita degli asset, la società uscirà definitivamente dall’Argentina, dal Perù e dalla Romania per concentrarsi su sei mercati chiave, tra cui l’Italia, gli Stati Uniti e il Brasile.

Nei piani di Enel c’è la riduzione del debito a 58-62 miliardi entro fine dicembre, e di portarlo a 51-52 miliardi per la fine dell’anno prossimo.

IPO NEGLI STATI UNITI?

Come riporta oggi MF-Milano Finanza, Enel ha intenzione di procedere con un’offerta pubblica iniziale (IPO) di Enel North America, la sua controllata negli Stati Uniti con sede in Massachusetts.

Pochi giorni fa l’amministratore delegato del gruppo, Francesco Starace, definendo Enel North America una “strana grande bestia”, parlò della possibilità di una sua IPO nei prossimi dodici mesi “se il clima sarà favorevole”.

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