La società britannica di gestione investimenti Covalis Capital ha presentato oggi una lista alternativa di amministratori indipendenti per il consiglio di amministrazione di Enel.
Covalis è azionista di Enel da molto tempo, dal 2004, ma con una quota piccola, di circa il 3 per cento. Ha sede nelle isole Cayman, territorio d’oltremare del Regno Unito.
LA PROTESTA DI COVALIS
In una nota, il fondo – che investe in infrastrutture, servizi di pubblica utilità, energia rinnovabile e materie prime – dichiara che “l’incertezza che circonda il processo di nomina del consiglio di amministrazione contribuisce a far sì che le azioni di Enel vengano scambiate a sconto rispetto alle società del settore”; di conseguenza, l’azienda ha “un costo del capitale più elevato di quanto sarebbe altrimenti”.
CHI C’È NELLA LISTA ALTERNATIVA PER ENEL
Nella lista di Covalis compaiono i nomi di Marco Mazzucchelli, banchiere; Francesco Galietti, fondatore della società di consulenza Policy Sonar; Monique Sasson, avvocato presso D R Arbitration & Litigation; Leilani Latimer, Paulina Beato e Daniel Lacalle (qui tutti i nomi, i curricula e le mire del fondo Covalis in Enel).
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LE CRITICHE DI ZACH MECELIS AL GOVERNO
Il capo di Covalis Capital, Zach Mecelis, ha detto di credere che “gli investitori internazionali, i dipendenti e le società in cui Enel opera meritino di meglio” rispetto alla lista proposta dal governo di Giorgia Meloni.
Mecelis ha parlato di “opacità del processo” di rinnovo del consiglio di amministrazione, che gli azionisti di Enel – così come quelli delle altre società partecipate dallo stato italiano – dovranno approvare nelle prossime assemblee. Quelli di Enel si riuniranno il 10 maggio prossimo.
“Sentiamo la responsabilità di avviare un dibattito. Vogliamo”, ha aggiunto, “un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente, che rifletta la natura internazionale dell’azienda e della sua base di azionisti”.
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LA “NATURA INTERNAZIONALE” DI ENEL
Mecelis ha detto che la lista presentata da Covalis riflette meglio la “natura internazionale” di Enel “e della sua base di azionisti”.
L’azionista principale di Enel è il ministero dell’Economia e delle finanze con una quota del 23,6 per cento. Se si guarda alla provenienza geografica degli investitori, tuttavia, si nota come l’Italia rappresenti solo il 6,7 per cento; il Nordamerica, invece, vale quasi il 45 per cento, il Regno Unito il 12 per cento e il resto d’Europa il 29 per cento.
“Non intendiamo creare nessun processo destabilizzante per Enel”, ha assicurato Mecelis. “Vogliamo mettere la società in condizione di realizzare il suo potenziale di leader nella transizione energetica. Tale posizionamento le consentirà di poter fare significativi investimenti in nuovi posti di lavoro, infrastrutture e produzione energetica”.
UN “PROCESSO TOSSICO”, SECONDO MECELIS
Come ricorda il Financial Times, di solito gli azionisti di minoranza di Enel non contestano le proposte del governo per il rinnovo del consiglio di amministrazione, dove ottengono tre posti su nove.
Mecelis, invece, ha detto al quotidiano britannico che “gli azionisti dovrebbero poter scegliere. È una questione di governance e trasparenza. Voglio che questo processo tossico [si riferisce al processo delle nomine, ndr] finisca”.
Il governo Meloni ha proposto il nome di Flavio Cattaneo (già capo azienda di Rai, Terna e Italo) come nuovo amministratore delegato di Enel, e Paolo Scaroni (presidente del Milan) come nuovo presidente.
COME VANNO LE AZIONI DI ENEL
Giovedì scorso, dopo l’annuncio delle nomine, le azioni di Enel hanno perso il 4 per cento: i mercati temono deviazioni dalla strategia sulla transizione energetica intrapresa sotto Francesco Starace, amministratore delegato dal 2014.
A detta di Mecelis, “le azioni di Enel salirebbero del 30-40 per cento se questo processo fosse gestito diversamente”. Pensa che il titolo della società stia venendo scambiato a un prezzo più basso rispetto alle rivali europee – come la spagnola Iberdrola e la francese EDF – perché il governo Meloni ha deciso, con le nomine, di privilegiare le relazioni politiche rispetto agli interessi degli azionisti e alla strategia del gruppo.
COSA FA COVALIS
Covalis Capital è una società di investimento con uffici a Londra e a New York, e sede centrale alle isole Cayman. Gestisce asset per circa 1,5 miliardi di dollari.
A maggio 2020 ha lanciato un fondo dedicato agli investimenti “sostenibili” (cioè attenti all’impatto ambientale: si parla in gergo di ESG) con l’obiettivo di raccogliere 1 miliardo di dollari. Si concentra su aziende attive in settori industriali diversi ma accomunate dalla possibilità di ricevere alte valutazioni di mercato una volta che avranno ridotto le loro emissioni.
Al tempo, Mecelis disse che c’era del “caos” attorno agli ESG, che potrebbero però diventare una “opportunità” proficua una volta che verranno definiti degli standard condivisi su quali investimenti sono classificabili come sostenibili e quali no.