Scosse finanziarie dopo le scelte politiche per il vertice di Enel. Nel mirino dei fondi americani e anglosassoni c’è in particolare Paolo Scaroni voluto in particolare da Silvio Berlusconi e Matteo Salvini alla presidenza del gruppo elettrico.
COSA HANNO IN PROGETTO ALCUNI HEDGE FUND SU ENEL
Un gruppo di investitori istituzionali, guidati da alcuni hedge fund esteri, sta lavorando alla stesura di una lista di candidati per la nomina del Cda di Enel, alternativa a quella presentata dal Governo e a quella targata Assogestioni. E’ quanto ha appreso l’agenzia di stampa Mf-DowJones del gruppo Class editori da fonti vicine al dossier che hanno spiegato gli investitori abbiano già raggiunto la quota necessaria per la presentazione della lista, pari allo 0,5% del capitale. In queste ore sono in corso le selezioni dei candidati che dovrebbero chiudersi nei prossimi giorni.
La lista sarà depositata la prossima settimana. Questa iniziativa nasce come alternativa alle liste presentate dal governo e da Assogestioni. In particolare il ticket proposto dall’esecutivo che vede Paolo Scaroni candidato alla presidenza e Flavio Cattaneo al ruolo di amministratore delegato, spiegano le fonti, non viene ritenuto in grado di proseguire il lavoro fatto finora da Francesco Starace, in particolare sulla parte green. I contorni della strategia sono ancora in fase di definizione, ma è molto probabile che la presentazione della lista venga seguita da una campagna aggressiva di Proxy advisor.
IL BIZZARRO COMMENTO DELL’EX SUPER BERLUSCONIANO CICCHITTO
“Perché i mercati hanno reagito così negativamente alle nomine riguardanti l’Enel? Forse hanno il dubbio che una struttura così importante ritorni sotto l’influenza della Gazprom?”. Lo dichiara Fabrizio Cicchitto, presidente di ReL, Riformismo e Libertà. Sì quello stesso Cicchitto che è stato per anni e anni dirigente e parlamentare di primo piano di Forza Italia con Silvio Berlusconi proprio quando i rapporti fra Putin e Berlusconi erano ai massimi quanto quelli di Berlusconi con Scaroni.
LE FRASI DI STARACE, EX NUMERO UNO DI ENEL
Francesco Starace considera “concluso il proprio mandato in Enel e augura buon lavoro al nuovo vertice”. E’ quanto fa sapere l’amministratore delegato di Enel dopo alcuni articoli apparsi nelle ultime ore precisando di: “essere estraneo agli schemi prefigurati che lo vedrebbero coinvolto in liste di candidati per il prossimo rinnovo del Cda del gruppo”.
LE INDISCREZIONI DI REPUBBLICA SUI FONDI
Ha scritto Repubblica: “Il capofila della cordata dovrebbe essere Zach Mecelis, investitore di nazionalità lituana che ha fondato Covalis Capital, fondo specializzato in infrastrutture già azionista di Terna e ora, forse, anche di Enel. Per presentare la lista la cordata deve possedere almeno lo 0,5% del capitale, che ai valori attuali significa poco meno di 300 milioni di investimento. A fianco di Covalis potrebbe esserci Zimmer Lucas Partners, importante gestore di Wall Street specializzato nel settore energetico dove Mecelis ha mosso i primi passi della sua carriera”.
L’INTERVISTA DEL CORRIERE DELLA SERA A FAZZOLARI (PALAZZO CHIGI) ANCHE SU ENEL
Oggi delle nomine del governo ai vertici delle partecipate e delle controllate di Stato ha parlato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovan Battista Fazzolari, molto vicino a Giorgia Meloni. Per quanto riguarda l’Enel, spiega Fazzolari rispondendo a una domanda se Fdi avesse ceduto a Lega e Fi, Flavio Cattaneo che è stato indicato come amministratore delegato “è considerato vicino alla nostra area. Ma abbiamo valutato il profilo più utile alle aziende. L’Enel ha una forte esposizione finanziaria e non ci sono tanti manager capaci come Scaroni di interloquire con i fondi di investimento”. I trascorsi con Mosca? “Aveva chiuso accordi in un periodo in cui tutta l’Ue si approvvigionava lì. Il suo grave errore è quello di tutta l’Ue”.
CHE COSA PENSAVA MELONI DI SCARONI SECONDO LA STAMPA
Eppure giorni fa il quotidiano La Stampa scriveva: “La premier non ha alcuna voglia di rimettere in pista un manager considerato vicino al faccendiere Luigi Bisignani e protagonista di un accordo – quello del 2006 – preceduto da un opaco (e mai chiarito) affare che coinvolse l’imprenditore italiano Bruno Mentasti, amico personale di Berlusconi e altri soci russi schermati da società cipriote: in ballo c’era la fornitura di tre miliardi di metri cubi di gas destinati all’Eni”.
LA LISTA DI FONDI ED SGR PER IL CDA DI ENEL
Nel frattempo i fondi di investimento e le Sgr hanno presentato la loro lista per il Cda di Enel: i candidati, tutti indipendenti, sono Dario Frigerio, Alessandra Stabilini e Mario Corsi. Il comitato dei gestori, titolari di oltre l’1,8% delle azioni ordinarie della società, rappresenta Aberdeen Standard Fund Managers Limited, Allianz, Amundi Asset Management SGR, Anima SGR, APG Asset Management, Arca Fondi SGR, AXA WF Italy Equity, BancoPosta Fondi SGR, BNP Paribas Asset Management, Epsilon SGR, Eurizon Capital SA, Eurizon Capital SGR, Fidelity Funds, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management SGR, Interfund Sicav, Fondo Pensione BCC/CRA, Generali Investments Partners SGR, Kairos Partners SGR, Legal & General Assurance (Pensions Management) Limited, Mediobanca Sicav, Mediobanca SGR, Mediolanum Gestione Fondi SGR e Mediolanum International Funds Limited. La lista è stata composta con il supporto di Heidrick & Struggles International, advisor esterno e indipendente.
I GIUDIZI DEGLI ANALISTI SULLA NOMINA DI SCARONI E CATTANEO AL VERTICE DI ENEL
Ieri gli analisti di Equita, al di là della reazione del mercato, hanno confermato la raccomandazione di ‘Buy’ sulle Enel, con l’indicazione di un target di prezzo a 6,6 euro. Hanno peraltro ricordato che Cattaneo in passato è stato amministratore delegato di Terna e di Telecom Italia e che è attualmente vice presidente di Italo NTV, oltre che membro del cda di Generali. Gli esperti hanno però ammesso che «la nomina di Cattaneo è comunque una novità» e che «sarà importante verificare la strategia che il manager adotterà sia sul fronte dismissioni, sia su quello degli investimenti per la transizione energetica». Nel piano stilato da Francesco Starace sono previste cessioni per 11,3 miliardi già nel 2023. Il Sole 24 Ore riferisce che il mandato non sia tanto e soltanto improntato alla riduzione del debito (già avviata da Starace), quanto uno snellimento della presenza internazionale e una maggiore focalizzazione sui settori strategici per l’indipendenza energetica nel business italiano.
Anche gli analisti di Intermonte hanno reiterato il giudizio di ‘Outperform’ con target di prezzo a 6,5 euro, pur sottolineando che l’indicazione di Cattaneo è «una sorpresa, con il suo nome che ha cominciato a circolare solo negli ultimissimi giorni, superando la candidatura di Donnarumma, che sembrava in pole position». Hanno inoltre ricordato che per Paolo Scaroni si tratta di un ritorno alla società, dopo che era stato amministratore delegato dal 2002 al 2005 (portando avanti il processo di dismissioni e riduzione del debito dopo l’era Tatò). Successivamente il manager aveva guidato Eni, dal 2005 al 2014.