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Invitalia Reithera

Ecco come Invitalia gestirà i fondi Pnrr per l’ex Ilva

Invitalia (Mef) costituisce una nuova società per gestire i fondi del Pnnr per Acciaierie d'Italia. Fatti, nomi e approfondimenti

 

In arrivo i fondi del Pnrr per la riconversione dell’ex Ilva.

Invitalia (gruppo controllata dal ministero dell’Economia=ha costituito una società per azioni, denominata DRI d’Italia, che ha l’obiettivo di realizzare studi di fattibilità, sotto il profilo industriale, ambientale, economico e finanziario, per la progettazione, realizzazione, costruzione e gestione di impianti di produzione di preridotto – direct reduced iron. Lo rende noto un comunicato della società statale guidata dall’amministratore delegato Domenico Arcuri.

La DRI d’Italia, totalmente controllata da Invitalia, è stata dotata di un capitale sociale iniziale di 35 milioni, mediante fondi assegnati dal Mef. Il capitale “potrà essere incrementato, anche in più soluzioni, in relazione all’evoluzione dello stato di avanzamento delle analisi di fattibilità, fino a un limite massimo di 70 milioni”.

Lo scorso aprile proprio Invitalia ha sottoscritto l’aumento di capitale di Am InvestCo Italy, la società affittuaria dei rami di azienda dell’ex Ilva.

“E a maggio 2022 Invitalia salirà al 60% nella NewCo la quale, al termine del contratto di affitto, acquisirà gli asset dell’ex Ilva”, aveva spiegato il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti in audizione alla Camera lo scorso ottobre. “Oggi Invitalia detiene una quota del 38% del capitale di Acciaieria d’Italia Spa cui corrisponde il 50% dei diritti di voto in assemblea”.

“La copertura finanziaria degli investimenti” necessari all’avvio della produzione di DRI nell’ex Ilva “può essere assicurata dalle risorse del Pnrr”, aveva precisato il ministro. Giorgetti ha ricordato infatti “che il Pnrr alloca 2 miliardi di euro sulla linea di investimento 3.2 “Utilizzo dell’idrogeno in settori hard to abate”.

E ora la gestione delle risorse sarà in capo a Invitalia.

Tutti i dettagli.

INVITALIA DÀ VITA A DRI D’ITALIA

Al via DRI d’Italia Spa, la società totalmente controllata da Invitalia.

La costituzione di DRI d’Italia, prosegue la nota, ha “una valenza di iniziativa strategica al fine di rilanciare e riconvertire, in chiave ‘green’, il settore italiano della siderurgia, in coerenza con la strategia, governata dalla Commissione europea, di garantire all’Europa ‘zero emissioni’ entro il 2050.

I COMPONENTI DEL CDA

Il consiglio di amministrazione, che si è riunito per la prima volta oggi, è composto da: Franco Bernabè (Presidente), Stefano Cao (AD) e da Ernesto Somma, Tiziana de Luca e Paola Bologna.

Bernabé e Cao fanno parte anche del cda di Acciaierie d’Italia Spa, la già citata società pubblica che rilevato l’ex Ilva lo scorso anno. Rispettivamente nel ruolo di presidente del cda e di consigliere, Franco Bernabé e Stefano Cao sono i membri del cda della newco  proposti tra l’altro proprio da Invitalia.

Se per Bernabé gli incarichi aumentano — di recente ha ricevuto la nomina pure di senior advisor di Dazn Italia — per Cao non si può dire lo stesso. Cao è stato silurato da Saipem (dove Eni di Descalzi e Cdp allora guidata da Fabrizio Palermo), che ha capeggiato come amministratore delegato dal 2015 al 2021, lasciando il posto all’attuale ad Francesco Caio.

Proprio Saipem è nella bufera in questi ultimi giorni. La società è impegnata nella revisione del Piano Strategico 2022-2025 presentato lo scorso 28 ottobre 2021 a seguito del rosso annunciato lo scorso 31 gennaio. Come scritto da Startmag sulla base delle indiscrezioni raccolte, il consiglio di amministrazione di Saipem ha disposto due audit per la valutazione della correttezza dei dati aziendali a Caio e al direttore finanziario Antonio Paccioretti.

Infine, tornando alla neonata Dri d’Italia, nel cda troviamo anche Ernesto Somma, ordinario di Economia industriale all’Università di Bari e attuale responsabile dell’area Incentivi e Innovazione di Invitalia, di cui è anche direttore generale. In precedenza ha ricoperto il ruolo di capo di gabinetto allo Sviluppo economico del ministro Calenda dal 2017 al 2018 e in passato è stato advisor di Tap e consigliere economico dell’ex ministro forzista Raffaele Fitto, ora in Fratelli d’Italia.

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