NUOVI CAPI AL TG1 DIRETTO DA MAGGIONI
Nomine al Tg1 diretto da Monica Maggioni. Politico: ad interim Maggioni, Natalia Augias per il momento è a disposizione del direttore. Economia: caporedattore Marco Valerio Lo Prete. Società: caporedattore Daiana Paoli. Esteri: caporedattore Marina Sapia. (Tpi)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2022
CONFINDUSTRIA FOLGORA CERBONE AL SOLE?
RUMORS
L'amministratore delegato del Sole 24 Ore, Cerbone, sarebbe in uscita e Confindustria avrebbe già dato mandato a un head hunter per trovare il sostituto: sul tavolo già alcuni nomi. Approfondimenti in corso anche per la posizione del presidente Garrone, pare in bilico.— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 5, 2022
BERNABE’ SI ANNOIAVA
Franco Bernabé, presidente di Acciaierie d'Italia (gruppo Invitalia, controllato dal ministero dell'Economia), diventa anche senior strategic advisor di Dazn in Italia. Evidentemente l'ex numero uno di Eni e Telecom si annoiava di fare solo il presidente della società statale.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2022
LE URLA DI GUERINI A LETTA SU BELLONI
Belloni al Quirinale? A colloquio con il leader del Pd Enrico Letta, Lorenzo Guerini urlò come mai gli era capitato prima: perché "non si doveva inserire il nome del capo del Dis nella rosa per il Quirinale", perché "va tenuto conto della delicatezza del suo ruolo". (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2022
CARTOLINA DAGLI STATI UNITI
Biden sta pianificando l'uscita dalle restrizioni, ma i governatori si muovono più veloci: alcuni Stati, tra cui New York, Massachusetts e Illinois, si apprestano a eliminare l'obbligo di uso di mascherine e di vaccinazione per accedere nei luoghi al chiuso. (Nyt)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2022
CARTOLINA DAL REGNO UNITO
«Se il trend continuerà come pare, da lunedì 21 ho intenzione di cancellare le ultime restrizioni con un mese di anticipo. Chi sarà positivo al Coronavirus non dovrà più isolarsi o andare in quarantena. Perché con il virus si deve convivere». (Boris Johnson)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2022
PILLOLA SUI VACCINI
Report Aifa. Finora i decessi correlati alle vaccinazioni contro Covid sono stati 22: un morto a causa del vaccino ogni 5 milioni di dosi. Le reazioni avverse sono state 118mila ma nella stragrande maggioranza dei casi (l’84%) si è trattato di piccoli disturbi. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2022
CERCANSI AUTISTI DI TIR
La mancanza di conducenti non è un fenomeno italiano, ma nel nostro Paese, dove gli autisti di Tir sono in larga parte over 50, è più accentuato. Secondo le ultime stime delle associazioni di categoria, in Italia mancano circa 20mila conducenti di mezzi pesanti. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2022
SOLDINI PER LA GIGAFACTORY Di STELLANTIS A TERMOLI
Gigafactory di Stellantis a Termoli. "Si parla di 2,5 miliardi di investimento anche se non c’è ancora la conferma ufficiale da parte di Stellantis, con un contributo statale pari a 370 milioni, in linea con quanto fatto da Francia e Germania". (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 9, 2022
GIORNALE A CONFRONTO DICEMBRE 2021-DICEMBRE 2020
Record negativo del quotidiano Il Giornale diretto da Augusto Minzolini a dicembre 2021 nel totale diffusione (cartaceo + digitale): meno 26,55 per cento. (Fonte: Ads/Prima Comunicazione)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 9, 2022
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU BELLONI, GABRIELLI E NON SOLO:
A colloquio con il leader del Pd Enrico Letta, Lorenzo Guerini urlò come mai gli era capitato prima, perché «non si doveva arrivare dove si è arrivati», perché «non si doveva inserire il nome del capo del Dis nella rosa per il Quirinale», perché «va tenuto conto della delicatezza del suo ruolo», perché «non si possono tenere in fibrillazione gli apparati della sicurezza». E per quanto sorpreso dalla «coda bislacca» della trattativa sul capo dello Stato, il ministro dem pose soprattutto l’accento sulla «ragion di Stato».
Ed è proprio seguendo la logica della «ragion di Stato» che ieri il Copasir ha dato prova di un ritrovato senso delle istituzioni, se è vero che — durante l’audizione della responsabile dei Servizi segreti — i membri del Comitato per la sicurezza della Repubblica si sono concentrati sulla crisi ucraina e non hanno posto domande sulla questione quirinalizia che l’ha coinvolta. Lo avevano fatto anche il giorno prima con il ministro degli Esteri, che pure era stato parte dell’affaire opponendosi alle modalità con cui la Belloni era stata infilata nel tritacarne dei quirinabili.
È stato un segno di resipiscenza (quasi di riscatto) del Parlamento, dopo la sbornia di una settimana surreale che — per effetto di mediazioni senza soluzioni — avrebbe infine portato alla rielezione di Sergio Mattarella. In quei giorni, a detta di Matteo Salvini, il nome della Belloni «mi venne proposto da Enrico Letta e Giuseppe Conte», che a sua volta inserì tra i promotori della candidatura «anche Roberto Speranza». Nel Palazzo non sono ancora certi su chi sia stata la mente del progetto, diciamo, ma è agli atti la reazione immediata di quanti lo hanno combattuto: dalla maggioranza del Pd a Forza Italia, da un pezzo di M5S ai centristi di ogni latitudine, dalla senatrice di sinistra Loredana De Petris a Matteo Renzi che disse «l’Italia non è l’Egitto». (…)
E siccome in Transatlantico si erano sparse voci sul fatto che il capo del Dis avesse messo a disposizione il suo mandato, ha affermato che «non è mai stata in discussione la sua rimozione». Di più. Gabrielli ha offerto una ricostruzione dell’ultima notte della corsa al Colle.
Ha raccontato di essere stato «informato» dalla responsabile dei Servizi e di aver seguito «passo passo» la storia, rivelando che «l’ambasciatrice da grande servitrice dello Stato» ha vissuto gli eventi «con molto fastidio e con particolare partecipazione emotiva»: «Lei è stata vittima di questa vicenda. E ora bisogna imparare dagli errori».
Per decrittare l’ultimo passaggio, viene utile l’intervista che Gabrielli aveva concesso giorni fa a Zapping : per il futuro «credo sia opportuna una limitazione dell’elettorato passivo per tutte le cariche che hanno un ruolo così importante». Era una regola non scritta della politica, che un gioco irresponsabile costringerà a trasformare in norma di legge. Per «ragion di Stato».