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Bp Senegal

Cosa fanno le britanniche Bp, Asco, Ey, Kpmg e Aggreko in Senegal

Il Regno Unito non ha mai avuto relazioni diplomatiche o commerciali particolarmente strette con il Senegal francofono e la Mauritania, ma la presenza di Kosmos e BP ha cambiato la situazione. L’articolo di Giuseppe Gagliano  Il 20 settembre Victoria Billing, ambasciatrice del Regno Unito per il Senegal, Capo Verde e Guinea-Bissau, ha ricevuto a Dakar…

Il 20 settembre Victoria Billing, ambasciatrice del Regno Unito per il Senegal, Capo Verde e Guinea-Bissau, ha ricevuto a Dakar una schiera di rappresentanti di aziende britanniche.

Secondo African Intelligence, aveva invitato persone di BP (petrolio e gas), ASCO (logistica), Baker Hughes (gruppo GE – ingegneria), EY, KPMG e Control Risks (consulenza), Lekela Power (rinnovabili), Vivo Energy ( petrolio, commercio) e da Aggreko e Winch Energy (elettricità). Erano presenti anche i rappresentanti di UK Export Finance (UKEF), l’ente pubblico incaricato di rilanciare le esportazioni britanniche e i contratti all’estero.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di rafforzare i legami e creare sinergie tra le aziende attive in Senegal, in particolare quelle coinvolte nei settori degli idrocarburi e dell’energia.

Le imprese britanniche sono protagoniste in questo campo dal 2016, grazie all’arrivo di BP come operatore (62%) del campo Grand Tortue Ahmeyim (GTA) che si trova a cavallo del confine marittimo tra Senegal e Mauritania. Scoperte di gas erano state fatte nel giacimento un anno prima dalla società statunitense Kosmos Energy. La presenza di BP ha incoraggiato altre società britanniche a investire in Senegal, in particolare a fare affari con la major guidata da Bernard Looney. Londra spera di rafforzare ulteriormente questa dinamica, incoraggiata da una tenace tradizione di aziende britanniche che operano all’estero favorendo i propri connazionali per i subappalti. BP ha assunto le società di risorse umane AirSwift e Aldelia, le cui sedi si trovano rispettivamente a Manchester e Londra, per gestire le future assunzioni legate al megaprogetto GTA

L’arrivo della BP ha anche avuto un effetto diretto sulle relazioni diplomatiche della Mauritania con il Regno Unito. L’apertura parallela di un’ambasciata britannica a Nouakchott e di un’ambasciata mauritana a Londra nel 2018 è stata direttamente collegata al campo di Tortue. Fu l’allora ministro del petrolio – e in carica del ministro degli esteri – Mohamed Ould Abdel Vettah a rappresentare lo stato mauritano alla cerimonia di apertura dell’ambasciata a Nouakchott. Il Regno Unito era rappresentato dal suo segretario di stato incaricato degli affari del Medio Oriente e del Nord Africa, Alistair Burt, che recentemente è passato alla consulenza. L’ambasciata britannica in Mauritania è guidata dall’aprile di quest’anno da Colin Wells, ex console generale a Mosca, che ha seguito corsi intensivi di francese prima di assumere l’incarico a Nouakchott.

Il Regno Unito non ha mai avuto relazioni diplomatiche o commerciali particolarmente strette con il Senegal francofono e la Mauritania. Fino a quando nel 2002 lo ha fatto il primo ministro britannico, Tony Blair, che ha visitato Dakar per la prima volta. Né lui né i suoi successori hanno visitato Nouakchott.

Ma la presenza di Kosmos e BP ha cambiato radicalmente la situazione, soprattutto dal lato senegalese dove BP ha domiciliato la maggior parte delle sue attività. Nel gennaio 2020, il presidente senegalese Macky Sall ha avuto un incontro faccia a faccia con il primo ministro Boris Johnson a margine del vertice sugli investimenti tra Regno Unito e Africa a Londra.

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