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Ecco cosa chiede Confindustria Energia al governo

Confindustria Energia ha presentato al governo Draghi un manifesto di dieci punti sulla transizione energetica, insistendo sulla tutela delle filiere italiane e dell'occupazione. Il ministro Cingolani lo ha accolto molto bene. Tutti i dettagli

 

Confindustria Energia, l’associazione che rappresenta le aziende italiane del settore energetico, ha pubblicato ieri un manifesto contenente dieci proposte per la riconversione industriale in un’ottica di “sostenibilità” ambientale e climatica, visti gli impegni presi dall’Unione europea per la riduzione delle emissioni di gas serra.

IL DOCUMENTO DI CONFINDUSTRIA ENERGIA

Il documento, datato 30 novembre, si intitola Lavoro ed Energia: per una transizione sostenibile ed è stato redatto assieme ai sindacati Filctem-CGIL, Femca-CISL , Uiltec-UIL e Flaei-Cisl, con il supporto del ministero della Transizione ecologica di Roberto Cingolani.

È stato presentato ieri al presidente del Consiglio Mario Draghi.

UNA TRANSIZIONE “SOSTENIBILE”: CHE SIGNIFICA

Confindustria Energia si prefigge di coniugare il raggiungimento degli obiettivi di Fit for 55, il pacchetto di misure europee per il taglio del 55 per cento delle emissioni al 2030, con “gli aspetti sociali ed economici”, da non “perdere di vista”. La transizione energetica, implicando una profonda trasformazione industriale, avrà infatti degli impatti sui processi produttivi e sui livelli di occupazione, tanto più drastici quanto meno saranno attenuati con misure specifiche.

Per fare alcuni esempi: i veicoli elettrici ormai abbracciati da tutte le case automobilistiche necessitano di molta meno manodopera rispetto a quelli dotati di motore termico; gli impianti rinnovabili hanno bisogno di meno operai per funzionare rispetto alle centrali a carbone o gas.

Non a caso, dunque, Confindustria Energia parla di transizione “giusta”, cioè adattata alle caratteristiche proprie dell’Italia, e “sostenibile” non solo per l’ambiente ma anche per le fasce di popolazione maggiormente vulnerabili.

NO A “VIE IDEOLOGICHE”

Non è casuale nemmeno l’invito al governo, da parte dell’associazione, a intraprendere sì la transizione ecologica ma “senza percorrere vie ideologiche”. L’espressione – spesso combinata con “neutralità tecnologica” – viene di solito utilizzata in riferimento a certi combustibili che rilasciano emissioni ma che possono essere d’aiuto nel medio termine alla stabilità del sistema energetico e industriale: il gas naturale, per esempio, o i low-carbon liquid fuels.

Nel documento Confindustria insiste allora su quel know-how e quelle tecnologie già esistenti “che possono trasformarsi in piattaforme per la costruzione di nuove filiere nazionali emergenti”: ovvero l’idrogeno (ricavabile sia dall’elettricità rinnovabile che dal gas), i biocarburanti, la cattura della CO2, il recupero dei metalli.

“Ciò non significa”, viene precisato, “che non vadano esplorati ambiti di innovazione apparentemente lontani ma che l’approccio deve prevedere un doppio binario: soluzioni di oggi per un domani pienamente decarbonizzato”.

IL SUCCO DEL MANIFESTO

In sostanza, Confindustria Energia raccomanda al governo di procedere con prudenza sulla transizione ecologica, senza cioè compiere scelte drastiche ma tenendo in considerazione le filiere italiane esistenti e i costi della riconversione per le industrie energivore e per i lavoratori.

I DIECI PUNTI

I dieci punti elencati nel manifesto di Confindustria Energia sono i seguenti:

  1. Promuovere tutte le possibili soluzioni che, utilizzando strumenti e approcci dell’ecologia industriali dimostrano le rispettive potenzialità di decarbonizzazione, adottando una tassonomia inclusiva e tecnologicamente neutra, per favorire attraverso il ricorso a molteplici fonti e vettori rinnovabili e low carbon e l’utilizzo di asset già disponibili, garantendo la sicurezza, la flessibilità e la competitività del sistema energetico in linea con i tempi necessari per la riconversione tecnologica e industriale
  2. Traguardare una transizione equa e giusta, garantendo strumenti e risorse di compensazione dei costi della transizione per consumatori e imprese e per contrastare la povertà energetica attraverso un costo sostenibile dell’energia e allineato con i paesi europei, garantendo l’accessibilità economica e sociale a soluzioni compatibili con gli obiettivi climatici attraverso campagne specifiche per orientare i cittadini verso un consumo responsabile
  3. Sostenere una transizione labour oriented per il mantenimento e lo sviluppo dei livelli occupazionali in termini quantitativi e professionali con risorse e investimenti vincolati alla creazione di lavoro e occasioni di reimpiego
  4. Valorizzare le relazioni industriali e welfare con il ruolo della bilateralità, per individuare le soluzioni che meglio rispondono agli effetti e alle esigenze della transizione, potenziando le politiche passive di protezione del reddito e valorizzando le politiche attive del lavoro attraverso l’istituzione di un Fondo speciale pubblico per la transizione
  5. Favorire un nuovo modello di cooperazione strutturata tra scuola-università, ricerca, industria, istituzioni e sindacati per definire e implementare la strategia nazionale in ambito energetico e per favorire la condivisione del know-how, la formazione e la creazione di nuove competenze
  6. Garantire processi autorizzativi snelli ed efficaci e un adeguato sistema di governance che, abbinati a nuove forme di dialogo con cittadini e comunità locali, possano garantire certezza per gli investimenti della transizione e l’emersione di nuova occupazione green e circolare
  7. Favorire la transizione verso l’economia circolare prevedendo la produzione di vettori energetici sostenibili attraverso iniziative di sinergia con il territorio locale e di simbiosi industriale e la valorizzazione dei processi di riuso e riciclo delle risorse
  8. Sostenere investimenti in Ricerca e Sviluppo in ottica di rafforzamento e decarbonizzazione delle filiere italiane anche per anticipare le tendenze del mercato con il coinvolgimento delle Università e delle Imprese per la generazione di brevetti, creazione di startup ad alto contenuto innovativo e trasferimento tecnologico
  9. Prevedere premialità alle tecnologie più virtuose anche attraverso la rimodulazione della fiscalità e politiche industriali adeguate, per favorirne l’implementazione e il rafforzamento delle filiere nazionali e della cooperazione internazionale, sviluppando la competitività e l’occupazione, anche esportando le nostre eccellenze tecnologiche
  10. Efficientamento del partenariato pubblico-privato attraverso la condivisione delle strategie relative alla revisione della disciplina europea sugli aiuti di stato.

COSA HA DETTO CINGOLANI

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha recepito positivamente il manifesto di Confindustria Energia, dicendo di sentirsi “confortato” per l’assenza di chiusure ideologiche e di volerlo diffondere nelle istituzioni europee.

Cingolani ha poi invitato Confindustria Energia a “scrivere due-tre progetti pilota” concreti entro Natale su ognuno dei dieci punti del manifesto.

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