Allo scopo di consolidare la sua proiezione di potenza anche in Asia, la Cina rafforza la propria sinergia nel campo energetico come dimostra in modo inequivocabile l’incontro del 10 maggio tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi con i suoi omologhi di Turkmenistan, Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan per il secondo dialogo Cina + Cinque Paesi dell’Asia Centrale in Xi’an, nello Shaanxi.
LA STRATEGIA CINESE IN TURKMENISTAN
Il ministro degli esteri cinese ha sottolineato infatti come la Cina intenda consolidare e nel contempo espandere la cooperazione per il gas naturale soprattutto con il Turkmenistan.
IL MAGGIORE ESPORTATORE DI GASA NATURALE DELLA CINA
Nello specifico non dobbiamo dimenticare infatti che non solo il Turkmenistan è di fatto il maggior esportatore di gas naturale della Cina ma che le parti hanno costruito il gasdotto Asia Centrale-Cina che si inquadra nella Nuova Via della Seta.
Per dare idea dell’importanza di questa nazione per la Cina dobbiamo pensare che il Turkmenistan fornisce a Pechino il 70% del totale delle importazioni di gas naturale. Questo accordo consentirà alla Cina una maggiore autonomia economica rispetto all’Australia dalla quale, almeno fino al 2020, importava il 46% di gas naturale liquefatto.
LA VALENZA GEOPOLITICA DELL’INCONTRO “CINA + CINQUE PAESI DELL’ASIA CENTRALE”
Per quanto concerne invece la valenza geopolitica del nuovo formato “Cina + Cinque Paesi dell’Asia centrale”, del quale fanno parte appunto Turkmenistan, Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan, questo dialogo da un lato rafforzerà la sfera di influenza cinese in Asia e dall’altro limiterà quell’americana che proprio nel 2020 aveva organizzato, grazie a Trump e a Mike Pompeo, un incontro 5 + 1 proprio con i cinque paesi dell’Asia centrale.