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Thyssenkrupp

Come si ecciterà Thyssenkrupp con l’idrogeno

Il conglomerato tedesco Thyssenkrupp pensa a un'offerta pubblica iniziale per Uce, la joint venture sull'idrogeno con l'italiana De Nora. Ecco numeri, dettagli e previsioni

 

Il gruppo industriale tedesco Thyssenkrupp, attivo principalmente nella lavorazione dell’acciaio, ha presentato oggi i suoi piani di frammentazione in varie unità: una “profonda revisione” strutturale, come l’ha definita Reuters, che ha lo scopo di rendere la società più solida da un punto di vista finanziario dopo anni di crisi e perdite.

LE PAROLE DI MERZ

Martina Merz, amministratrice delegata di Thyssenkrupp, ha dichiarato che “dopo ben due anni di intenso lavoro di trasformazione, ora possiamo dire che la svolta è evidente”.

COSA FARÀ THYSSENKRUPP SULL’IDROGENO

L’anno scorso Thyssenkrupp – che realizza molti prodotti diversi, dall’acciaio ai sottomarini – ha dovuto separarsi dalla sua divisione che si occupava di ascensori per evitare il collasso finanziario. Oggi ha detto che intende presentare un’offerta pubblica iniziale per UCE (Uhde Chlorine Engineers), l’unità dedicata all’idrogeno.

UCE è una joint venture tra Thyssenkrupp (che possiede una quota del 66 per cento) e De Nora, azienda italiana di tecnologie per l’energia (ha una quota del 34 per cento). Ed è la più grande fornitrice al mondo di membrane cloro-soda, utilizzate per la produzione di idrogeno. La valutazione di UCE fornita dagli analisti è tra i 3 e i 6 miliardi di euro.

TEMPI E OBIETTIVI

Merz ha detto che Thyssenkrupp manterrà la sua quota di maggioranza in UCE. L’offerta pubblica iniziale è prevista per la prossima primavera.

E L’ACCIAIO?

Thyssenkrupp sta anche valutando le condizioni necessarie per lo scorporo della propria divisione sull’acciaio, la seconda più grande d’Europa. L’idea non è nuova, ma la sua realizzazione è legata ai sussidi statali, necessari per il riorientamento delle attività verso la produzione carbon neutral, ovvero a zero emissioni nette di anidride carbonica: il processo produttivo dell’acciaio consuma grandi quantità di energia ed è causa di grosse emissioni di CO2, oltre a essere difficilmente alimentabile con l’elettricità. L’idrogeno – soprattutto quello verde, generato a partire dalle fonti rinnovabili – potrebbe rappresentare una soluzione.

LE AZIONI

Le azioni di Thyssenkrupp sono cresciute fino al 7,4 per cento.

NON UN CASO ISOLATO

Quello di Thyssenkrupp non è un caso isolato. Molti altri storici gruppi industriali stanno attraversando una fase di riorganizzazione e “snellimento”, alla ricerca di una maggiore efficienza operativa. Ad esempio, il conglomerato americano General Electric si dividerà in tre società per ridurre il proprio debito e risollevare il valore delle proprie azioni.

I NUMERI DI THYSSENKRUPP

Nonostante le difficoltà generali, si prevede che l’anno prossimo l’utile operativo di Thyssenkrupp possa più che raddoppiare, grazie alla ripresa internazionale della domanda per i suoi prodotti (non solo acciaio, ma anche componenti per automobili, ad esempio).

Merz, tuttavia, ha specificato che “rimangono sfide enormi, a causa in particolare della carenza di semiconduttori e delle incertezze che emergono dalla pandemia di coronavirus”: la situazione dei contagi sta peggiorando in diversi paesi, come la Germania.

Le previsioni dicono comunque che per l’anno fiscale 2021-2022 l’utile normalizzato sarà di 1,5-1,8 miliardi di euro, contro i 796 milioni dell’anno precedente.

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