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Come saranno le emissioni “zero netto” per gli Usa

Secondo uno studio condotto dall’Università di Princeton per contenere le emissioni sarà necessario però avere grandi quantità di capacità di generazione pulita e “solida” da abbinare alle energie rinnovabili. Queste opzioni includono impianti a gas naturale convertiti per funzionare con idrogeno, impianti a gas o biomassa con cattura di CO2, nucleare avanzato o geotermico.  …

 

Un’importante analisi condotta dall’Università di Princeton ha concluso che per gli Stati Uniti esistono una serie di opzioni economicamente vantaggiose e tecnologicamente fattibili per raggiungere lo ‘zero netto’ nelle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, ma i grandi investimenti e le politiche di sostegno dovrebbero cominciare ora.

BIDEN HA GIA’ INSERITO IL TARGET ‘NET ZERO’ TRA LE PRIORITA’

Il presidente eletto Joe Biden ha inserito l’obiettivo ‘net zero’ al 2050 nel suo piano di governo e un certo numero di Stati e grandi aziende condividono il target. Ma più in generale occorre ricordare che le emissioni nette zero entro la metà del secolo sono considerate un obiettivo globale per evitare alcuni degli effetti più dannosi del cambiamento climatico.

SI STIMANO 2,5 TRILIONI DI DOLLARI DI INVESTIMENTI

Lo studio parte dell’assunto che stabilire obiettivi di alto livello, molto popolari in questi giorni, è molto diverso dal creare modi fattibili per raggiungerli. Per questo l’analisi dell’università di Princeton offre un’analisi molto dettagliata delle tecnologie e dei percorsi di implementazione che potrebbero trasformare gli obiettivi principali in cambiamenti sul campo del sistema energetico statunitense in diverse regioni.

L’analisi stima 2,5 trilioni di dollari in “investimenti di capitale aggiuntivi nella fornitura di energia, nell’industria, negli edifici e nei veicoli nel prossimo decennio rispetto al business as usual”.

IL COSTO DEGLI SHOCK PETROLIFERI SAREBBE MAGGIORE

I ricercatori hanno scoperto che in questo modo “la spesa energetica totale annualizzata degli Stati Uniti aumenterebbe di meno del 3% nel periodo 2021-2030”.

Anche se può sembrare una cifra esorbitante, nel complesso, “il costo degli shock petroliferi supererebbe i costi di questa transizione zero-netto”, ha detto ai giornalisti Jesse Jenkins, assistente universitario dell’Università di Princeton, e uno dei coautori del report.

DIFFUSIONE DI VARIE TECNOLOGIE SENZA PRECEDENTI

Lo studio ha però rilevato che tutti i percorsi da intraprendere potrebbero richiedere tassi di diffusione senza precedenti di una serie di tecnologie. E anche e non solo nuovi investimenti di capitale, ma anche misure per incoraggiare e incentivare i cambiamenti dei comportamenti dei consumatori, come ad esempio nel caso di adozione dei veicoli elettrici.

I percorsi che gli Usa dovrebbero intraprendere prevedono diversi livelli di aumento dell’energia rinnovabile, l’elettrificazione degli edifici e dei veicoli, la bioenergia, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, l’energia nucleare, il miglioramento dei “pozzi di assorbimento” del carbonio attraverso migliori pratiche forestali e agricole e altro ancora.

AUMENTO DELL’OCCUPAZIONE A BENEFICIO DELLA SALUTE PUBBLICA

Tutto ciò, osserva lo studio, comporterà un aumento dell’occupazione nel settore energetico e un beneficio per la salute pubblica, grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.

SERVONO GRANDI CAPACITA’ DI GENERAZIONE A GAS, NUCLEARE, E IDROGENO

A corollario di ciò lo studio ha però sottolineato la necessità di avere grandi quantità di capacità di generazione pulita e “solida” da abbinare alle energie rinnovabili. Queste opzioni includono impianti a gas naturale convertiti per funzionare con idrogeno, impianti a gas o biomassa con cattura di CO2, nucleare avanzato o geotermico.

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