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Biden Vaccini

Biden inaugurerà una nuova era nell’energia?

Il commento: “Un Paese consapevole delle sfide climatiche: gli Stati Uniti inaugurano una nuova era per l'energia pulita”, a cura di Stephen Freedman, Senior Product Specialist di Pictet Asset Management.

L’elezione di Joe Biden come nuovo Presidente degli Stati Uniti riporta la più grande economia al mondo al centro degli sforzi internazionali per limitare il riscaldamento globale.

L’agenda ambientale dei Democratici è assolutamente audace. L’impegno a rientrare nell’accordo sul clima di Parigi un giorno dopo l’insediamento e i 2000 miliardi di dollari promessi in nuovi investimenti verdi sono i pilastri di una grandiosa strategia che mira a rendere gli Stati Uniti “carbon neutral” entro il 2050.

Si tratta di un cambiamento di direzione che arriva in un momento critico per la politica mondiale sul clima.

Prendendo in considerazione solo gli ultimi mesi, Cina, Giappone e Corea hanno annunciato i loro nuovi ambiziosi obiettivi di azzeramento delle emissioni di carbonio, mentre l’UE ha accantonato 7.000 miliardi di euro per decarbonizzare la propria economia.

Per molti versi, quindi, questi sviluppi testimoniano il successo dell’Accordo di Parigi. Una caratteristica fondamentale di tale accordo è che vincola i firmatari ad aumentare la portata dell’impegno nel tempo.

E il ritorno della più grande economia al mondo nel club di Parigi fa cambiare chiaramente faccia alla battaglia contro il riscaldamento globale, soprattutto nel settore dell’energia pulita.

Alimentato dal know-how statunitense  e dal suo peso finanziario, il settore sembra pronto ad entrare in una nuova era. Si prevede l’afflusso di miliardi di dollari di nuovi investimenti pubblici e privati in infrastrutture verdi e tecnologia ambientale. In poche parole, l’energia pulita potrebbe diventare il pilastro centrale dell’economia del XXI secolo.

QUATTRO ANNI DI ENERGIA PULITA?

Il contrasto tra l’approccio di Biden all’ambiente e quello dell’attuale amministrazione statunitense non potrebbe essere più stridente.

Sotto il presidente Donald Trump, il governo ha smantellato quasi 100 leggi ambientali, in aree come l’aria pulita, la qualità e l’uso dell’acqua, e ha allentato la regolamentazione del settore dei combustibili fossili. Ha anche tagliato i finanziamenti per la ricerca sul clima.

I progetti di Biden intendono ristabilire le caratteristiche ambientali degli Stati Uniti su diversi fronti. Si è impegnato a decarbonizzare la produzione di energia elettrica entro il 2035, passando alle energie rinnovabili.

Ciò comporterà, tra l’altro, il raddoppio del tasso di installazione dei pannelli solari per raggiungere un totale di 500 milioni di unità nei prossimi cinque anni.

Il suo piano contiene anche misure per eliminare gradualmente le auto a combustibile fossile in favore dei veicoli elettrici (EV).

Inoltre, Biden si impegna a risanare il settore edile, che secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia rappresenta più di un terzo del consumo energetico finale e delle emissioni di carbonio a livello mondiale. Il programma prevede la ristrutturazione di sei milioni di edifici per aumentarne l’efficienza energetica.

La Casa Bianca a guida Biden dovrebbe anche consentire ad alcuni degli Stati più progressisti, come la California, di perseguire il loro serio programma ambientale, ponendo fine a quattro anni di battaglie legali tra il Governo federale e gran parte degli Stati a guida democratica su questioni come l’inquinamento delle auto.

Oltre al cambiamento climatico, la nuova amministrazione affronterà anche altre pressanti questioni ambientali, come l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e quello legato alla plastica.

UNA LEGISLAZIONE ALL’INSEGNA DELL’ECOLOGIA

Nonostante l’entusiasmo, trasformare la visione verde di Biden in realtà non sarà facile. L’amministrazione democratica dovrà fare i conti con la forte ostilità del Senato.

Tuttavia, Biden ha molte altre opzioni, non ultimi, gli ordini esecutivi.

Riteniamo che questi strumenti avranno un ruolo fondamentale nel suo programma di lotta al cambiamento climatico. Gli investitori dovrebbero quindi aspettarsi un gran numero di ordini esecutivi nei primi 100 giorni della nuova presidenza. Con una semplice firma, Biden riporterà il Paese nell’Accordo di Parigi e aggiungerà le disposizioni sull’energia pulita al pacchetto di stimoli economici per contrastare la pandemia.

Si prevede che la stessa arma verrà utilizzata per invertire l’allentamento delle normative ambientali voluto dal Presidente Trump  e per emanare nuove leggi che impongano alle aziende pubbliche di comunicare i rischi finanziari legati al cambiamento climatico e i loro dati sulle emissioni di gas serra.

Ma c’è motivo di credere che Biden possa ottenere ancora di più.

Prima di tutto, gli americani non sono così ostili all’azione climatica come alcuni potrebbero pensare. In un recente sondaggio, l’85% dei votanti Repubblicani di età compresa tra i 18 e i 54 anni ha affermato di essere più propenso a sostenere un candidato Repubblicano che adotta un approccio al clima basato sull’innovazione.1

Poi c’è la promessa dei posti di lavoro. Il settore dell’energia pulita è già un importante datore di lavoro: circa 3 milioni di americani lavorano in tale ambito e i piani di Biden prevedono di aggiungere altri 10 milioni di persone. Si tratta di un impegno audace, ma che dovrebbe riscuotere successo in un’economia colpita dalla pandemia.

ENERGIA PULITA: LA NUOVA SFIDA

L’ascesa di Biden alla Casa Bianca definirà inevitabilmente un nuovo e ambizioso corso negli Stati Uniti. Anche a livello globale, le ripercussioni della sua vittoria porteranno importanti trasformazioni.

L’impegno del maggior produttore di gas serra al mondo a ridurre le emissioni andrà a beneficio dell’intero pianeta.

L’impegno per le zero emissioni nette assunto da Biden potrebbe vedere le emissioni di anidride carbonica negli Stati Uniti diminuire di circa 75 giga-tonnellate nei prossimi 30 anni. Questo risultato da solo sarebbe sufficiente a ridurre la temperatura media mondiale di circa 0,1℃, secondo i calcoli del Climate Action Tracker (CAT).

Anche il settore dell’energia pulita sarà totalmente trasformato con il pieno sostegno degli Stati Uniti.

In grado di attingere alla forza di volontà, alle capacità tecnologiche e al peso finanziario americani, il settore sarà più innovativo e verrà finanziato in modo migliore rispetto al passato.

Questo passaggio è fondamentale, perché l’inversione del cambiamento climatico richiede denaro e capacità di visione creativa. L’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili afferma che gli investimenti annui in energie rinnovabili dovranno essere triplicati fino a 800 miliardi di dollari entro il 2050 per raggiungere gli obiettivi chiave legati alla decarbonizzazione e al clima.

Un’ampia infusione di liquidità e di know-how tecnologico negli Stati Uniti potrebbe, a sua volta, innescare una competizione per l’energia pulita, in cui le principali potenze economiche potrebbero gareggiare nello sviluppo di tecnologie e standard a zero emissioni.

In molti Paesi, i veicoli elettrici sembrano essere fondamentali per raggiungere un’economia priva di emissioni di carbonio.

Solo un mese dopo l’annuncio degli obiettivi di zero emissioni nette, la Cina ha presentato una roadmap per la graduale eliminazione dei veicoli ad alimentazione convenzionale entro il 2035. La Cina, già leader mondiale nel settore dei veicoli elettrici, ha affermato la decisione di investire nella costruzione di una propria filiera in grado di ridurre la dipendenza dalle aziende estere.

Sotto la guida di Biden, gli Stati Uniti hanno l’ambizione di superare la Cina nel mercato dei veicoli elettrici, incrementando gli acquisti federali di 400 miliardi di dollari per i componenti chiave delle automobili, come le batterie.

E l’Europa non sta a guardare. La regione ha appena superato la Cina nell’attrarre investimenti per lo sviluppo di veicoli elettrici e di batterie, aggiudicandosi lo scorso anno la cifra record di 60 miliardi di euro in finanziamenti pubblici e privati, una cifra quasi 20 volte superiore all’ultimo calcolo di due anni fa.

Anche l’infrastruttura di nuova generazione creata per supportare una maggiore trasmissione di energia pulita è destinata a rappresentare un punto di forza fondamentale. La Cina vanta la linea UHVDC (corrente continua ad altissima tensione) più lunga e potente al mondo, che si estende per oltre 3.200 chilometri, più della distanza tra Londra e Mosca, per fornire energia solare ed eolica a 50 milioni di famiglie. Anche l’Europa e gli Stati Uniti stanno pianificando l’aggiornamento della rete di distribuzione elettrica con linee UHVDC.

UN PUNTO DI SVOLTA VERDE

Con il trionfo elettorale di Biden destinato ad aggiungere nuovo slancio all’azione globale sul clima, il mondo è davanti a una svolta.

Non ultimo, perché la sua vittoria arriva in un momento in cui le forze economiche che guidano la transizione verde stanno guadagnando sempre più vigore.

Molte tecnologie per le energie rinnovabili stanno raggiungendo economie di scala impensabili solo pochi anni fa e di conseguenza sono diventate economicamente competitive rispetto ai combustibili fossili.

Oggi, l’energia eolica o solare sono le nuove fonti di energia elettrica più economiche in Paesi che rappresentano circa il 73% del PIL mondiale.

Lo stesso vale per i trasporti. I veicoli elettrici privati dovrebbero raggiungere la parità di prezzo con i veicoli a combustione interna comparabili, nella maggior parte dei casi, in meno di cinque anni.

L’allineamento della politica statunitense sul cambiamento climatico con quella di altre economie costituirà un’arma potente al servizio dell’industria globale dell’energia pulita.

Funzionerà da catalizzatore per miliardi di nuovi investimenti pubblici e privati nel settore e metterà in moto quella che sicuramente sarà una nuova sfida per l’energia pulita.

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