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Come e perché la Germania si allarma sul gas russo

“Comunico che da questo momento la Germania ha attivato il livello di allerta sul gas”, ha detto il ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck (Verdi). Tutti i dettagli nell'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Le indiscrezioni che si rincorrevano da due giorni si sono avverate e alle dieci in punto di questa mattina il ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck (Verdi) si è presentato con il volto dei momenti solenni di fronte alle telecamere per una conferenza stampa convocata in tutta fretta. “Comunico che da questo momento la Germania ha attivato il livello di allerta sul gas”, ha detto, “abbiamo in questo momento interruzioni nei rifornimenti di gas e tale situazione richiede il passaggio al secondo livello del piano di emergenza”. Il ministro ha confermato che la decisione era stata presa ieri dal gabinetto di governo. Dunque le indiscrezioni anticipate da Die Welt e riportate in Italia dall’agenzia Energia Oltre erano corrette.

Il livello di allerta è il secondo dei tre livelli di escalation del Piano di emergenza gas, presentato dal governo dopo l’attacco russo all’Ucraina. Secondo il piano, il livello di allerta è determinato da un’interruzione della fornitura di gas o da una domanda di gas eccezionalmente elevata che porta a un significativo deterioramento della situazione dell’approvvigionamento di gas. Habeck aveva dichiarato il primo di tre livelli complessivi, il livello di pre-allerta, alla fine di marzo.

Non ci allarma la situazione presente ma le prospettive, ha poi aggiunto il ministro illustrando i motivi della decisione: “Il mercato è nelle condizioni di rifornire di gas il paese e consentire un moderato riempimento degli impianti di stoccaggio, ma è necessario attivare questo passo. L’inverno si avvicina e bisogna fare di tutto per riempire gli impianti di stoccaggio per non trovarci impreparati, senza misure aggiuntive l’obiettivo non sarebbe più raggiungibile”. Secondo l’ultima stima dell’Agenzia federale delle reti (Bundesnetzagentur) il livello di riempimento è al momento del 58%.

A differenza del livello di pre-allerta, quello di allerta potrebbe avere conseguenze significative per le imprese e i consumatori, sui quali incombono bollette alle stelle per l’energia. Si conta che per ogni famiglia sia mediamente necessario mettere da parte circa 1.500 euro per i conguagli. Tuttavia tale dichiarazione è anche un prerequisito per l’attuazione dei piani del governo federale di mettere in funzione un maggior numero di centrali elettriche a carbone per ridurre il consumo di gas nel settore elettrico. Ciò è previsto dalla Ersatzkraftwerke-Bereithaltungsgesetz (legge sulla manutenzione delle centrali elettriche sostitutive), che passerà al Bundesrat l’8 luglio e poi – dopo essere stata concretizzata dal decreto ministeriale di Habeck – entrerà rapidamente in vigore.

Nonostante l’attesa mossa, l’Agenzia federale delle reti non attiverà ancora la clausola di adeguamento dei prezzi che consente ai fornitori di trasferire quelli più alti direttamente ai loro clienti. Secondo il regolatore, non è ancora stata stabilita la “significativa riduzione dei volumi totali di importazione di gas” richiesta dalla legge sulla sicurezza energetica.

Habeck ha affermato che questo meccanismo potrebbe essere necessario in determinate situazioni per evitare un collasso dell’approvvigionamento energetico. Ma ha anche degli svantaggi per i consumatori, in particolare i costi energetici significativamente più elevati. Per questo motivo, ha detto, “si sta lavorando su concetti alternativi”.

Il livello di allerta non comporta ancora alcun intervento statale nel mercato del gas. Solo con il livello di emergenza come ultimo gradino della scala di escalation, l’Agenzia federale per le reti stabilirebbe chi deve ricevere ancora il gas in una situazione di carenza di gas. Le abitazioni private sono particolarmente protette e dovrebbero essere rifornite il più a lungo possibile. Anche altre aree protette, come gli ospedali o le forze di sicurezza, sono esenti da questa gestione di emergenza.

Sarebbe quindi l’industria a doversi preparare ai tagli. Nei giorni scorsi, il presidente degli industriali ha dato la disponibilità dei suoi iscritti a valutare tutte le possibilità di risparmio energetico, soprattutto per quelle aziende che possono sostituire l’utilizzo del gas con quello di altre fonti. In chiusura della conferenza stampa, Habeck ha confermato la disponibilità da parte dell’industria a contribuire agli sforzi di risparmio energetico.

Intanto ieri la Commissione Bilancio del Bundestag ha dato via libera allo stanziamento straordinario di 15 miliardi di euro per l’acquisto di gas. Lo stanziamento aggiuntivo, che fa parte del nuovo piano di emergenza di Habeck, mira a garantire il riempimento degli impianti di stoccaggio del gas prima del prossimo inverno. In particolare, il governo fornirà alla società Trading Hub Europe (THE), gestita da undici gestori di reti di gas a lunga distanza, la liquidità necessaria per l’acquisto di gas e per portare avanti il riempimento degli impianti di stoccaggio.

Resta sul tappeto la questione nucleare. L’opposizione Cdu-Csu preme per rivedere la decisione di spegnere gli ultimi tre reattori a fine anno, e questa pressione si è incuneata fin dentro al governo con la richiesta analoga dell’Fdp. Ma socialdemocratici e verdi tengono il punto e non ne vogliono sapere di rivedere la posizione di chiusura. Spalleggiati anche dalle imprese del settore energetico. L’amministratore delegato dell’azienda energetica RWE Markus Krebber ha definito il dibattito sul prolungamento dell’attività dei reattori “retrogado”. “Il dibattito arriva troppo tardi”, ha detto in un’intervista alla tv all-news Welt (edita dall’omonimo quotidiano), “non è possibile acquistare le barre di combustibile necessarie da qualsiasi parte, perché devono adattarsi esattamente al tipo di reattore. Inoltre, non si tratta solo della disponibilità di elementi combustibili, ma anche di controlli di sicurezza e di chi si assume i rischi. Ora è più importante sviluppare nuove tecnologie”.

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