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Come procedono i negoziati tra Cina, Usa e Ue sulle terre rare

Oggi a Londra riprenderanno le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina: focus sulle terre rare e sulla tecnologia avanzata. Intanto, Pechino manda segnali distensivi all'Unione europea sui metalli critici. Tutti i dettagli.

Dopo la telefonata della settimana scorsa tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping, oggi dovrebbero riprendere le trattative commerciali a Londra tra gli Stati Uniti e la Cina. La situazione è complicata: le parti si sono già accusate a vicenda di aver rinnegato l’accordo sulla sospensione dei dazi raggiunto a maggio in Svizzera; le tensioni, adesso, si concentrano sulle restrizioni alle esportazioni di terre rare (introdotte da Pechino) e di microchip avanzati (applicate da Washington).

COSA VUOLE L’AMMINISTRAZIONE TRUMP DALLA CINA

Tuttavia, dalle recenti dichiarazioni di Trump traspare ottimismo: ha detto infatti, dopo aver discusso con Xi della ripresa delle forniture di minerali critici, di aspettarsi che l’incontro a Londra vada “molto bene”. Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale degli Stati Uniti, ha aggiunto che “vogliamo che le terre rare, i magneti che sono fondamentali per i telefoni cellulari e tutto il resto scorrano come prima dell’inizio di aprile”, quando cioè la Cina ha introdotto i controlli alle vendite, “e non vogliamo che nessun dettaglio tecnico rallenti” i flussi. “Questo è chiaro per loro”, ha concluso.

CHI CI SARÀ A LONDRA

La delegazione cinese a Londra sarà guidata dal vicepremier He Lifeng; per gli Stati Uniti, invece, ci saranno il segretario del Tesoro Scott Bessent, il segretario del Commercio Howard Lutnick e il rappresentante del Commercio Jamieson Greer.

Secondo Bloomberg, la presenza di Lutnick – che ha la responsabilità sui controlli alle esportazioni di semiconduttori avanzati e sistemi di chipmaking – potrebbe indicare la disponibilità dell’amministrazione Trump ad allentare alcune di queste restrizioni commerciali.

La Cina può sfruttare il suo dominio sulle filiere delle terre rare – in particolare sulle fasi di raffinazione e di trasformazione, le più critiche – come una leva commerciale per cercare di strappare concessioni: le terre rare, infatti, sono un gruppo di metalli fondamentali per i settori della difesa, dell’elettronica, dell’energia pulita e dell’automotive. Da Washington, dipendente dalla Cina per gli approvvigionamenti, sono giunte lamentele per il calo delle spedizioni.

D’altra parte, Pechino non è nella migliore posizione negoziale: tra deflazione e calo dell’occupazione, l’economia è in crisi e questo potrebbe spingere il governo a voler chiudere in tempi brevi un accordo duraturo con gli americani.

L’INTESA CINA-UE SULLE TERRE RARE

Sabato le autorità cinesi hanno detto di aver approvato alcune licenze per l’esportazione di terre rare: il ministero del Commercio ha fatto sapere di essere disposto “a creare un canale verde per le domande qualificate per accelerare l’approvazione”. Alcune società europee dovrebbero beneficiare di questo rilassamento delle regole – come riportato dal Financial Times -, ma non è chiaro quali.

La svolta è giunta dopo l’incontro a Parigi tra il ministero cinese del Commercio, Wang Wentao, e il commissario europeo per il Commercio Maros Sefcovic. Si è discusso anche delle esportazioni di veicoli elettrici cinesi nell’Unione – nello specifico dell’applicazione di prezzi minimi di vendita, al posto dei dazi -, e Wang ha invitato Bruxelles a “prendere misure efficaci per facilitare, salvaguardare e promuovere il commercio conforme di prodotti ad alta tecnologia verso la Cina”.

Sulle terre rare, la Commissione europea ha dichiarato che “risolvere questo problema è di importanza strategica per l’Ue a causa della situazione allarmante per l’industria europea”, in particolare quella automobilistica, molto dipendente dalle forniture cinesi e già in difficoltà.

Comunque, nonostante le restrizioni – che riguardano però solo alcuni elementi delle terre rare -, a maggio le esportazioni cinese di terre rare sono cresciute del 23 per cento rispetto ad aprile, raggiungendo il livello più alto del 2025 finora.

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