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Pakistan

Tutti gli amorevoli schizzi tra Cina e Paesi del Golfo sul petrolio

Come si muove la Cina con i Paesi del Golfo sul petrolio. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Il 10 gennaio ben cinque capi della diplomazia del Golfo, e cioè quelli di Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Bahrein, oltre che Nayef bin Falah al-Hajrah, segretario generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) – formato da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (UAE), Qatar, Bahrein, Kuwait e Oman – si sono recati in Cina.

Nonostante non ci siano comunicati ufficiali relativamente a questa inusuale riunione, emerge da indiscrezioni non smentite ufficialmente che lo scopo di questa consultazione sia quella di garantire alla Cina un costante approvvigionamento delle risorse petrolifere che rischierebbe di essere messa gravemente a repentaglio a causa della instabilità presente nel Kazakistan.

Naturalmente questa sinergia tra la Cina e i paesi del Golfo andrebbe a vantaggio anche dei paesi arabi, che incrementando la loro sinergia con la Cina potrebbero controbilanciare il ruolo dell’Iran.

Inoltre la scelta compiuta dalla Cina è quanto mai lungimirante, se si considera il fatto che proprio il 6 gennaio l’Uzbekistan, un altro fornitore del gasdotto Cina-Asia centrale, ha annunciato l’interruzione delle esportazioni di petrolio e gas naturale per soddisfare le proprie esigenze.

Alla luce di tutto ciò, è una sorpresa che abbia apertamente appoggiato l’intervento russo in Kazakistan.

Proprio in un articolo precedente pubblicato su Startmag sono state ampiamente illustrate le relazioni bilaterali che legano i paesi russi alla Cina nel contesto della Nuova via della seta.

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