Un vero e proprio boom quello che si è registrato nell’import di greggio in Cina ad aprile. Nonostante le interruzioni per manutenzione di alcune raffinerie e la tiepida domanda interna, i dati doganali hanno evidenziato un accumulo di scorte petrolifere proveniente dall’Iran, in una sorta di anticipo del blocco definitivo delle sanzioni.
LIVELLO RECORDO PER L’IMPORT DI GREGGIO CINESE
Secondo quanto riporta Reuters, che cita i dati dell’Amministrazione delle dogane cinesi, le importazioni cinesi sono salite a un livello record lo scorso mese, pari a 43,73 milioni di tonnellate, cioè circa 10,64 milioni di barili al giorni. Rispetto ai dati di marzo, quando l’import si fermò a 9,26 milioni di barili giornalieri, e quelli di aprile 2018, si tratta di una crescita dell’11%.
NEI PRIMI QUATTRO MESI DEL 2019 GIA’ “ASSORBITI” 10,03 MLN DI BARILI AL GIORNO
La Cina, il più grande importatore mondiale di petrolio, ha assorbito 164,9 milioni di tonnellate di greggio nei primi quattro mesi del 2019, pari a circa 10,03 milioni di barili al giorno, in crescita dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
SUPERATE LE ASPETTATIVE
“Le importazioni di greggio hanno superato le nostre aspettative in quanto sia la produzione interna delle raffinerie sia i margini non sembrano sostenere volumi così elevati di acquisti”, ha dichiarato a Reuters Wang Zhao, responsabile della ricerca sul petrolio presso la Sublime China Information Co. “Potremmo vedere scorte in aumento, visto che le raffinerie statali hanno rifornimenti pre-stoccati ad aprile da Iran e Stati Uniti per anticipare l’impatto delle sanzioni”, ha detto Wang.
DALL’IRAN OLTRE 800 MILA BARILI AL GIORNO AD APRILE
Le importazioni di petrolio iraniano della Cina sono salite a 24 milioni di barili o circa 800 mila barili giornalieri ad aprile, il dato più alto da agosto. Almeno due grandi raffinerie, Sinopec Luoyang e PetroChina di Lanzhou, sono state chiuse il mese scorso per manutenzione programmata.
COMPLICI DEL RECORD DI IMPORT ANCHE LE RAFFINERIE INDIPENDENTI
Zhou Guoxiao, analista di JCL, ha detto che anche i forti acquisti operati da parte di raffinerie indipendenti hanno contribuito a massicce importazioni di greggio negli ultimi mesi, in quanto questi impianti hanno rifornito le scorte prima della ripresa della produzione dopo le revisioni programmate. Le esportazioni di combustibile raffinato hanno raggiunto i 6,17 milione tonnellate il mese scorso, dalle 7,21 milione tonnellate in marzo, ma più su del 20% rispetto alle 5,12 milione tonnellate dell’anno prima. La Cina si trova di fronte ad un crescente surplus di combustibile interno, in quanto i nuovi impianti, tra cui la raffineria privata di Hengli Petrochemical ha aumentato la produzione, mentre la crescita della domanda di carburanti per i trasporti sta deludendo. La domanda totale di carburante raffinato nel primo trimestre è aumentata solo dello 0,4% rispetto all’anno precedente, hanno riferito i media cinesi. Mentre il consumo di benzina è aumentato del 3,7% nel periodo, il consumo di gasolio è sceso del 4,1%.
IN AUMENTO ANCHE L’IMPORT DI GAS
Il totale delle importazioni di gas naturale – compreso il gas proveniente dall’Asia centrale e dal Myanmar e il gas naturale liquefatto spedito via mare – sono state pari a 7,65 milioni di tonnellate, secondo i dati doganali. Le importazioni sono risultate in aumento rispetto ai 6,82 milioni di tonnellate dell’anno precedente e ai 6,94 milioni di tonnellate di marzo. Le importazioni per i primi quattro mesi sono aumentate del 16,4% rispetto all’anno precedente quando si fermarono a 31,89 milioni di tonnellate.